Secondo le ultime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano britannico Guardian, l’accordo sulla Brexit che sarà votato in serata, con inizio del voto alle ore 20.00 italiane, da parte del Parlamento britannico potrebbe dare esito negativo segnando la sconfitta del premier inglese Theresa May, responsabile in primis dell’accordo con l’Unione Europea.
Contro tale accordo voteranno tutti i parlamentari facente parte ai vari partiti di opposizione oltre a molti deputati del Partito Conservatore, di cui la May è il leader, inoltre sul fronte del no si schiererà anche il Partito della Destra Nazionalista Nordirlandese, alleato di governo.
Paradossalmente, alcuni deputati voteranno contro perché considerano troppo morbido l’accordo, altri voteranno contro perché considerano troppo duro l'accordo e vorrebbero un’uscita più morbida, sul modello di quello in vigore tra la Norvegia e l’Unione Europea.
Ovviamente, in caso di voto contrario, si aprirebbero scenari inesplorati che comprendono un divorzio senza accordo, una nuova trattativa, elezioni anticipate o addirittura un nuovo referendum.
Al giro di boa della sessione europea, dopo un guadagno del 3% dall’inizio del 2019, la sterlina inglese è in leggera flessione, nei confronti delle principali valute. In particolare, rispetto al dollaro americano, dopo aver toccato il massimo a 1.2925 durante la sessione di ieri, livello di prezzo raggiunto l’ultima volta durante la sessione del 22 dicembre scorso; al momento si trova a 1.2830, ovvero a circa 100 punti al di sotto il massimo segnato nella precedente sessione. La movimentazione bearish in atto potrebbe accelerare al ribasso nel corso della giornata, passando al di sotto il pivot settimanale posizionando a 1.2805, soprattutto se nelle prossime ore saranno diramate altre news favorevoli al “no” del Parlamento inglese, con possibili zone targets, la prima in prossimità del supporto a 1.27518, coincidente con il 38,2 di Fibonacci calcolato tra l’ultimo massimo 1.1375 e l’ultimo minimo a 1.2475, e la seconda test del supporto dinamico passante per il 23,6 di Fibonacci a 1.2640.
Ovviamente, come da copione la discesa della sterlina fa il paio con il rialzo della Borsa inglese, la quale si presenta ai nastri di partenza di questo importante appuntamento con un guadagno del 3% da inizio 2019. Il 2018 era terminato in calo del 13,5%, una performance grosso modo allineata a quella del resto dell'Eurozona. Dalla data del referendum del 2016 ha invece guadagnato il 20% circa in Euro (+8% in GBP). A tal riguardo, l’indice Ftse100, che raggruppa le principali blue chip della Borsa di Londra, ha mostrato per circa un ventennio (1996-2016) ampie oscillazioni entro un range compreso tra 3.500-7mila punti.
L'evento epocale della Brexit ha spinto l'indice al di fuori del range proiettandolo verso quelli che al momento rappresentano i massimi storici in area 7.900 punti (25 maggio 2018). Da quella data, peraltro in perfetta sintonia con il resto del mondo, è partita la fase correttiva tuttora in corso. Dal 2009 (post crack Lehman Brothers) il movimento è inserito nel canale crescente evidenziato nell'immagine.
Operatività di lungo termine
Alla vigilia di un appuntamento così delicato, ci apprestiamo a comprare sulla debolezza in area 6.400 punti, verso la parte bassa del canale crescente evidenziato nell'immagine con target intorno ai massimi storici a 7.740.