Oggi inizia la riunione di due giorni del FOMC, l’USD ha un andamento migliore rispetto alle altre valute del G10 e alla maggioranza delle valute dei mercati emergenti. I rendimenti dei decennali USA sono ancora sotto il 2,50% perché per l’USD si profila il rischio legato a dati/eventi a partire da mercoledì.
In Giappone, il tasso di disoccupazione è peggiorato, passando dal 3,5% al 3,7% a giugno, mentre le spese complessive delle famiglie sono scese del 3,0% su base annua (rispetto al -4,0% previsto e al -8,0% precedente). Le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,4% su base mensile a giugno (rispetto allo 0,8% e al 4,6% di un mese fa). Ishida (BoJ) ha detto che il mercato occupazionale è cruciale per spingere la spesa, e che la BoJ non può combattere l’inflazione in altro modo. L’USD/JPY e i cross con lo JPY hanno trovato richieste migliori. L’USD/JPY ha compiuto un rally fino a 102,00 a Tokio, permane una solida resistenza a 102,00/102,10 (esercizio delle opzioni / media mobile a 200 giorni), sopra questo livello s’intravedono gli stop. Questa settimana l’USD sarà cruciale nel determinare la direzionalità (decisione del FOMC e PIL mercoledì e NFP venerdì). L’EUR/JPY rimane all’interno della sua fascia con un’impostazione negativa, le offerte si susseguono sopra 137,00. La zona di supporto chiave rimane compresa fra 136,23 e 136,75 e poi 135,72 (base del trend ribassista da marzo a luglio).
L’EUR/USD consolida le perdite, gli indicatori di trend e momentum sono negativi, anche se gli operatori rimangono defilati prima della decisione del FOMC. Le offerte legate alle opzioni si susseguono sotto 1,3450/1,3500 e il sentiment è decisamente ribassista. Ciò nonostante, la direzionalità di breve termine dipenderà dai dati USA e dai toni del FOMC. Un esito debole del PIL e un comunicato accomodante dovrebbero generare una brusca correzione al rialzo, che è quindi soggetta al rischio legato agli eventi. L’EUR/GBP rimane nella fascia costituita dalla banda di trend ribassista di giugno-luglio. Il sentiment rimane negativo, la ripresa continua a essere debole, le offerte prima della media mobile a 21 giorni (0,79286) sono intatte. Si osserva un’ulteriore resistenza a 0,79602 (massimo del trend ribassista).
Il cable continua a trovare buoni ordini d’acquisto intorno alla sua media mobile a 50 giorni (1,6973), l’interesse all’acquisto su questi livelli limita il ribasso e il momentum negativo sta perdendo slancio. Il supporto critico staziona in corrispondenza della base del trend rialzista dell’anno corrente (a 1,6903); se resisterà, dovrebbe segnalare la fine della correzione ribassista in atto dal 15 luglio (dopo aver raggiunto il nuovo massimo pari a 1,7192). Si osservano barriere per opzioni in scadenza oggi a 1,7000/25.
La coppia NZD/USD estende la debolezza a 0,8508 (mentre scriviamo), permane la pressione a vendere; la richiesta di USD prima del FOMC contribuisce a frenare il rialzo. Un’eventuale delusione dagli USA dovrebbe spingere la coppia verso la copertura della nuvola giornaliera ascendente (0,8591 / 0,8607). La coppia NZD/JPY consolida le perdite perché il momentum negativo dell’NZD al momento frena la propensione per le operazioni di carry-trade. Il supporto critico stazione alla media mobile a 200 giorni (86,304). La divergenza fra RBNZ e BoJ e lo spread fra i tassi dovrebbe continuare ad attrarre lunghi sulla coppia NZD/JPY non appena si raffredderà il momentum negativo.
Oggi gli operatori si concentreranno sui seguenti dati: indice dei prezzi all’importazione m/m e a/a di giugno in Germania; vendite al dettaglio a/a di giugno in Spagna; credito al consumo netto, prestiti netti garantiti da ipoteche sulle abitazioni, approvazione di mutui e massa monetaria M4 di giugno nel Regno Unito; indice S&P/Case Shiller sui prezzi delle abitazioni di maggio e fiducia dei consumatori di luglio negli Stati Uniti.