Che sia stato un anno difficile per i mercati è ormai chiaro.
Ad oggi abbiamo ancora, nonostante il rimbalzo da metà ottobre, gli indici principali in negativo a doppia cifra (S&P 500 -18%, Nasdaq 100 -30% ed Euro Stoxx 50 -12% circa).
Ma oltre a questo, il 2022 presenta anche un’altra particolarità, che lo rende un anno difficile ma allo stesso tempo affascinante per apprenderne preziose lezioni.
Se guardate i grafico sopra infatti, non ci sono mai state dagli anni ’70, così tante giornate “estreme”, e la cosa incredibile è che ciò è successo sia in positivo che in negativo, con numerose giornate dove gli indici hanno guadagnato dal 2 al 3%, ma anche dove hanno perso da 0 all’1%, insomma tanta volatilità.
Ora, come ho menzionato prima delle trimestrali, a mio giudizio quello poteva essere l’elemento mancante a questo Bear Market (in senso negativo) poiché un indebolimento c’è stato nei numeri. Non è un caso che il minimo di mercato si arrivato durante quel periodo (come sempre dico però nessuno sa se questo sia il minimo finale oppure no, magari, ma non sta a noi preoccuparcene).
Come scritto nel titolo però, a questo anno assurdo manca all’appello ancora l’analisi di un ultimo fattore, di cui se ne parla ormai da mesi e con cui dovremo fare i conti però più nel 2023, ovvero il tema della recessione.
In molti iniziano a preoccuparsi di questo fenomeno, con gli economisti divisi sul fatto di capire se sarà hard landing o soft landing.
Come sempre il tema è lo stesso: se investo su orizzonti di anni, sinceramente mi cambia davvero poco.
Anche perché l’investitore medio ragiona sempre guardandosi indietro, perciò è pessimista nei momenti negativi ed euforico in quelli positivi, quando forse dovrebbe guardare un po' meglio.
Nei periodi recessivi infatti, uno dei settori che meglio performa è quello legato alla tecnologia, dovuto anche al fatto che se davvero ci fosse una recessione, e fosse magari profonda, certo la Fed non andrebbe avanti ad alzare i tassi, visto che ha (quasi) terminato di farlo.
Ecco perciò che una spinta del settore Tech, ricordiamo farebbe bene a tutti gli indici americani, poiché ne sono la spina dorsale. Ricordo infine, che i mercati sono un Leading Indicator, ovvero anticipano gli eventi, e spesso fare il collegamento tra mercati ed economia si è rivelato sbagliato.
Quindi ancora una volta, invece di preoccuparci del crollo del mondo, dei minimi, della recessione, del conflitto, dei prezzi del petrolio e molto altro, controllate se la vostra Asset Allocation si è in qualche modo sbilanciata rispetto ai vostri obiettivi, se i vostri piani di accumulo vano avanti regolarmente, se risparmiate abbastanza da poter eventualmente comprare su ulteriori cali, se avete delle coperture assicurative se domani va a fuoco la casa o subìte un infortunio, queste sono le cose di cui preoccuparvi, e che come sempre dico DIPENDONO DA VOI, tutto il resto lasciatelo ai leoni da tastiera, agli oroscopari ed ai veggenti.
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Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"