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“Apple è troppo potente, come lo era Microsoft nel 1998”

Pubblicato 25.03.2024, 13:30
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I commenti degli esperti nei confronti dell’azione legale avviata dal governo degli Stati Uniti contro il gruppo della Mela. In gioco un business da 100 miliardi di dollari. Il precedente della causa intentata da Epic Games.

Riflettori su un business da 100 miliardi di dollari

Il governo degli Stati Uniti ha avviato una causa antitrust nei confronti Apple  sostenendo che il produttore dell’ iPhone opera in violazione delle leggi antitrust degli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare la sua posizione di operatore dominante nel settore degli smartphone. Con le sue azioni Apple (NASDAQ:AAPL) limiterebbe la concorrenza andando a interferire sulle possibilità dei consumatori di accedere ai servizi finanziari, al fitness, ai giochi, ai social media, alle notizie e all'intrattenimento.
La causa pone una seria minaccia alla redditizia attività di servizi di Apple, che sviluppano un fatturato annuo di 100 miliardi di dollari grazie a musica, video,  ricerca e altre offerte. In più rappresenta un pericolo per le future vendite di iPhone, il principale prodotto della casa della Mela,  che vale ricavi pari a circa 200 miliardi di dollari. La caduta del 4% dell’azione Apple di giovedì 21 marzo, quando è stata diffusa la notizia, ha comportato un calo del valore di mercato di Apple di 100 miliardi di dollari.

Il paragone con la causa del 1998 contro Microsoft (NASDAQ:MSFT)


Secondo vari giuristi ed esperti antitrust interpellati da Reuters, la causa avviata dal governo degli Stati Uniti contro Apple si ispira a un’analoga causa del 1998 contro Microsoft. Quella vicenda rappresentò una specie di spartiacque nel mondo dell’Information technology, dato che, come dice Reuters, “spezzò la morsa di Microsoft” sui sistemi operativi dei pc. Ma il livello della concorrenza che c’è oggi nel mercato degli smartphone non sembra ricalcare pienamente la situazione del mondo dell’informatica del 1998.
L’attuale mercato degli smartphone è molto diverso dal quasi monopolio di cui godeva il sistema operativo Windows di Microsoft due decenni fa. Oggi il Dipartimento di Giustizia (DoJ), insieme a 15 governi statali, accusa Apple di monopolizzare illegalmente il mercato degli smartphone attraverso restrizioni agli sviluppatori di app, limitando l'innovazione e le possibilità di scelta dei consumatori, che come conseguenza subiscono prezzi più alti. Da anni alcune importanti aziende tech come Epic Games, Meta, Microsoft, l'operatore di app di incontri Match Group (NASDAQ:MTCH) e X di Elon Musk, stanno spingendo per un'applicazione più rigorosa di una sentenza del 2021 che impone ad Apple di consentire ad Appstore di abilitare altre modalità di pagamento per servizi o app, senza per forza dovere pagare una commissione del 30% ad Apple.

Concorrenza limitata nelle app di gioco, di messaggistica, gli smartwatch e i portafogli digitali


Ovviamente Apple ha replicato che il governo fa valutazioni errate, sia nella descrizione dei fatti, sia nell’interpretazione delle leggi.
Il DoJ accusa Apple di aver soppresso le tecnologie che avrebbero aumentato la concorrenza tra gli smartphone in cinque aree: le cosiddette "super app", le app di gioco in streaming su cloud, le app di messaggistica, gli smartwatch e i portafogli digitali.
Un esempio che il governo ha fornito è familiare a chiunque invii SMS da un iPhone a un utente fornito di telefono Android: è la temuta "bolla verde" che comporta ostacoli nello scambio di contenuti, come foto che risultano sgranate. Ovviamente questi “difetti” scompaiono quando si inviano messaggi tra due telefoni che utilizzano il sistema operativo iOS di Apple.
Secondo l’ autorità antitrust, è anche attraverso questi stratagemmi, oltre che con il controllo di Appstore, che Apple sta espandendo la sua influenza e il suo potere in settori quali la creazione di contenuti e i servizi finanziari. 
Da qui scatta l’analogia con la causa nei confronti di Microsoft, che fu accusata di abusare della sua posizione dominante sul mercato per impedire agli utenti di installare software indipendenti su computer che utilizzavano il sistema operativo Windows.
Questo potrebbe sembrare simile al controllo di Apple sull'app store, ma gli esperti legali affermano che ci sono importanti differenze.

Qual è il mercato di riferimento: quello globale o gli Usa?


Microsoft fu costretta ad aprire il suo sistema operativo perché negli Anni '90 controllava il 95% dei sistemi operativi dei pc. Oggi Apple detiene il 55% del mercato nordamericano degli smartphone (dati di fine settembre 2023) e il resto del mercato è costituito da telefoni che utilizzano il sistema operativo Android di Google (NASDAQ:GOOGL). Già qui si vede un primo elemento di scontro fra Washington e l’azienda della Mela: il governo cerca di definire il mercato degli Stati Uniti come il mercato di riferimento della vicenda, mentre Apple ha già detto che cercherà di convincere il tribunale che l’arena da prendere in considerazione è il mercato mondiale degli smartphone, dove Apple e Samsung si contendono la leadership, ognuno con una quota vicina al 20%.
Microsoft "era chiaramente un monopolista e non c'erano concorrenti efficaci nello spazio dei sistemi operativi per PC", dice  Douglas Ross, studioso di antitrust presso la Facoltà di Legge dell'Università di Washington. D'altra parte, Android è molto diffuso, soprattutto nel resto del mondo, ed è un concorrente molto efficace di iOS.
Secondo Ross non sarà facile per il Dipartimento di Giustizia ottenere una condanna di Apple, sicuramente il caso è più controverso della causa di 26 anni fa contro Microsoft.
Un precedente importante è la causa persa nel 2021 da Epic Games, il creatore del gioco Fortnite, contro Apple. Epic Games non è riuscita a dimostrare che gli utenti Apple erano "bloccati" dai loro iPhone e non sarebbero passati ai dispositivi Android.
"Questa causa minaccia ciò che siamo" e ciò che rende i prodotti Apple competitivi, ha dichiarato Apple. Ha aggiunto che, in caso di successo, la causa consentirebbe al governo di decidere come deve essere progettata la tecnologia e renderebbe gli iPhone meno privati, meno sicuri e meno fluidi nell'interazione con gli altri prodotti Apple.

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