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Dopo aver registrato un apprezzamento del Dollaro, nella giornata di ieri, senza avere i grafici davanti si poteva pensare a un incremento nei rendimenti delle obbligazioni USA. Niente di tutto ciò. Il biglietto verde si è apprezzato su un cambiamento del sentiment del mercato e su una riduzione della propensione al rischio a seguito dei timori scatenati dalla conferma dello sforamento del 2% (il 2,4%) del rapport Deficit/PIL da parte dell’Italia.
Il dollaro in realtà non ha beneficiato più di tanto delle decisioni del FOMC, tant’è che la curva dei rendimenti ha continuato ad appiattirsi in seguito all'aumento dei tassi da parte della FED. I rendimenti dei Treasury a due anni sono pari al 2,83%, mentre i rendimenti a dieci anni sono inferiori di circa 3 punti base. Tale movimento è stato innescato dal differenziale tassi nell’Eurozona (tra debito tedesco e italiano) in evidente aumento.
Il dollaro si è anche avvantaggiato nel pomeriggio di ieri di dati economici robusti (il PIL finale confermato al 4,2% per il 2° trimestre e la notevole crescita negli ordini di beni durevoli nel settore dei trasporti). Restano le preoccupazioni tariffarie, viste anche le tensioni tra Canada e USA, il che potrebbe rappresentare ancora una volta il movers principale delle prossime settimane.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri in leggero rialzo, con l’SP500 + 0,3% a 2914 punti, mentre i futures hanno proseguito il movimento. In Asia ci sono stati guadagni importanti, con il Nikkei + 1,4% (aiutato ancora una volta dalla debolezza dello yen) mentre lo Shanghai Composite è salito dello 0,6%.
I mercati europei appaiono incerti, ovviamente si fa sentire la situazione italiana tant’è che il nostro Mib inevitabilmente è il peggior listino del comparto.
Sul fronte materie prime sembra essersi risvegliato l’XAU/USD, in decisa spinta ribassista, mentre il Future Petrolio Greggio WTI continua la fase di consolidamento dopo i recenti guadagni.
Oggi i dati chiave saranno quelli sull’inflazione, ma alle 10:30 è stato rilasciato il PIL del Q2 UK che su base trimestrale ha confermato lo 0,4% al rialzo.
Alle ore 11 verrà rilasciato il dato flash sull’inflazione dell’Eurozona con possibilità di rialzo oltre il consensun del + 2,0% sulla complessiva e del + 1,0% sul core.
Poi nel pomeriggio, il dato inflazionistico preferito dalla FED ovvero l’indice di spesa per il consumo personale: ci si attende il + 0,1% con la proiezione annuale al + 2,0%.
La lettura finale del Sentiment Michigan non dovrebbe cambiare il dato preliminare pari a 100.8.