Buongiorno ai lettori di Investing.com.
Non nascondiamoci, nei mercati finanziari si percepisce una crescente preoccupazione sul possibile rallentamento economico globale. Preoccupazioni acuite in questi primi giorni del 2019 dai dati “soft” provenienti dai PMI di tutto il mondo. Sembra che gli Stati Uniti stiano procedendo abbastanza bene, ma i dati ISM di ieri del manifatturiero hanno evidenziato un brusco calo a 54,1 (da 59,3) in quell ache è stata la più grande flessione mensile dal 2001. Non è saggio prendere un mese come riferimento, ma arriva dopo la contrazione del settore cinese e dall’estrema debolezza dell’Eurozona (a malapena in crescita). Ciò che spaventa è l’entità e la velocità del calo.
I futures sui Fed Funds ora non prevedono aumenti dei tassi per il 2019 e addirittura ipotizzano una riduzione dei tassi nel secondo trimestre del 2020. Tuttavia qualche segnale incoraggiante c’è e arriva proprio dalla Cina, che ha annunciato colloqui commerciali con gli Stati Uniti il 7/8 gennaio. Ciò ha fatto crescere la propensione al rischio nel corso della sessione asiatica e c’è un lieve spostamento di liquidità dagli asset rifugio. A questo punto la domanda che in tanti si pongono è la seguente: sarà sufficiente la risoluzione della diatriba Cina/USA per far ripartire la crescita globale? Ovviamente i libri paga non agricoli di oggi ci diranno qualcosa in più e varrà sicuramente la pena ascoltare il presidente della Fed Powell alle 16:15. Robert Kaplan, recentemente, ha dichiarato che sarebbe opportuno bloccare il rialzo dei tassi almeno per un paio di trimestri, Powell seguirà la stessa corrente di pensiero? Se arrivassero rassicurazioni in tal senso potremmo assistere a un vero rimbalzo dell’equity.
Nel frattempo Wall Street ha registrato perdite importanti a ridosso della chiusura di ieri, con lo S&P 500 -2,5%, a 2448 punti, ma con un future in rialzo di un punto percentuale. I mercati asiatici sono stati altalenanti, con il Nikkei che ha perso il -2,3%, ma il China Shanghai Composite + 2,0%. I mercati Europe, dopo un iniziale tentativo di rimbalzo, sono in fase di lateralità. Nel forexla percezione al rischio si percepisce maggiormente, con lo Yen che ha perso quota e l'Aussie al rialzo (certamente un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi giorni). Movimenti che potrebbe però consolidarsi in attesa dei NFP. Nelle materie prime abbiamo un consolidamento su oro e argento, mentre il petrolio sta beneficiando del potenziale impatto sulla domanda nella speranza che si risolva la disputa commerciale USA/Cina.