Chiunque avesse scelto di far trading basandosi sulle proiezioni Fed Watch non avrebbe capito appieno i movimenti che si sono verificati nel post conferenza stampa. Inizialmente sembrava che la FED si stesse orientando su toni da “falco”, la rimozione della frase "agire in modo appropriato" dallo statement è stata vista come un passaggio alla modalità di attesa e valutazione. Durante la conferenza stampa Powell è stato per certi versi accomodante, soprattutto quando ha discusso dell'inflazione. Powell ha affermato che la Fed non era interessata ad aumentare i tassi in questo momento e tale ipotesi verrebbe presa in considerazione soltanto se l’inflazione dovesse accelerare con forzao.
Visto che l'inflazione è stato uno degli elementi più difficili da trattare, tale ipotesi appare ad oggi piuttosto distante. Aquel punto abbiamo visto i rendimenti delle obbligazioni calare, con conseguenze piuttosto evidenti sul dollaro. Allo stesso tempo abbiamo visto l’azionario reagire al rialzo, mentre le materie prime come l'oro e il petrolio (che tendono a beneficiare di un dollaro più debole) si sono rafforzate. Ora la domanda che gli operatori si porranno sarà probabilmente la seguente: è un cambio di prospettive a medio termine? Nel frattempo i PMI cinesi deludono con il PMI manifatturiero ufficiale in calo a 49,3 (49,8 previsto, 49,8 ultima lettura) e il PMI ufficiale dei servizi 52,8 (53,7 a settembre). Questi dati potrebbero spingere il governo cinese verso ulteriori misure di stimolo. Infine, sempre durante la notte, la Banca del Giappone ha lasciato i tassi invariati al -0,1%.
Oggi il grande tema riguarda l’inflazione. Abbiamo avuto prima il dato dell’eurozona, che lato core è cresciuta più del previsto (1%) all’1,1%. Poi c’è stato il dato del PIL, lettura flash terzo trimestre increscita dello 0,2% su base trimestrale (rispetto allo 0,1% atteso) ma stabile all’1,1% su base annuale. Attenzione, ora di pranzo (13:30) all’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, ovvero l’indica di spesa per il consumo personale che dovrebbe allontanarsi dall'obiettivo del 2%, portandosi a + 1,7% (dal + 1,8% di agosto). Le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali dovrebbero attestarsi a 215.000 (212.000 la scorsa settimana).