Market Brief
Il Pil australiano è cresciuto dell’1,1% t/t e del 3,5% a/a nel primo trimestre, battendo così le attese del mercato già ottimistiche (0,9% t/t e 3,2% a/a atteso, a fronte dello 0,8% t/t e del 2,8% a/a precedente). L’AUD/USD ha registrato un aumento, a 0,9299, con le solide offerte a 0,9300 (MM a 21 giorni) ad arrestare il rally. Gli ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 0,9280/0,9290/0,9300; una chiusura sopra 0,9330 dovrebbe segnalare un'inversione rialzista a breve termine (secondo le analisi del MACD). L’AUD/NZD ha segnato un rally a 1,1028, sugli stop, dopo aver infranto la MM a 200 giorni (1,0984), al rialzo, per la prima volta dal marzo 2013. Le condizioni di ipercomprato illustrano il fatto che una correzione sarebbe salutare, la prima linea di resistenza si osserva a 1,1040 (50,0% del livello di Fibonacci sul rally ottobre 2013 – gennaio 2014). L’impostazione permane positiva.
Ieri, in Nuova Zelanda, il NZD/USD è crollato a 0,8427 dopo che il prezzo del latte intero è sceso a -8,5% nell'ultima asta di NZ Fonterra. La coppia ha esteso la debolezza a 0,8402 (al momento della redazione del presente). Gli indicatori di tendenza e di momentum sono confortevolmente negativi, le leggere offerte relative alle opzioni si attestano sotto 0,8400; la MM a 200 giorni (0,8362) è ora a rischio.
I cross del JPY sono stati meglio offerti a Tokyo nel bel mezzo della contrazione relativa ai servizi in Giappone (e composito), l'industria ha rallentato in modo significativo nel mese di maggio; i servizi di Markit riferiti al dato PMI sono passati da 46,4 a 49,3. Inoltre, Fitch ha riferito che gli assicuratori vita giapponesi continueranno ad aumentare la loro esposizione ai bond stranieri. L’USD/JPY ha recuperato a 102,80. Il trend positivo guadagna momentum, le scommesse per le opzioni sono altalenanti a 103,00, presumibilmente non è un grosso problema andare oltre. L’EUR/JPY recupera a 139,96 (oltre la sua MM a 21 giorni a 139,44), portandosi ancora dietro il rischio EUR in vista della riunione della BCE di giovedì.
Ieri, a New York, l’EUR/USD ha recuperato a 1,3648 (MM a 200 giorni). I migliori rendimenti statunitensi, aventi conferito forza all’USD/JPY, hanno probabilmente stimolato la richiesta di EUR/JPY, portando così il complesso dell’EUR a livelli più alti. La debolezza delle stime di inflazione di maggio non ha danneggiato nessun livello chiave al ribasso (1,3584 – sul minimo della scorsa settimana e 1,3477 – minimo 2014). Con aspettative accondiscendenti in merito alla BCE, punteremmo a vendere i rally dell’EUR/USD sotto la MM a 200 giorni, l’EUR/GBP a 0,81500 e l’EUR/JPY a 140,60/67 (MM a 50 e 100 giorni). Il dato preliminare di maggio -1t (previsto per oggi), relativo al PIL della zona euro, rischia di vedere una reazione contenuta da parte del mercato, a meno che non vi siano grandi sorprese.
Nell’arco della giornata odierna è prevista la riunione della Banca del Canada e si prevede che manterrà il tasso bancario invariato all’1,0%. Ci aspettiamo un tono neutro da parte della BoC e manteniamo al ribasso la nostra visione relativa CAD – finché reggerà il supporto di Fibonacci a 1,0804 (38,2% del ritracciamento sul calo 2009-2011). Questa settimana l’USD/CAD è soggetto a una modesta liquidazione; attualmente la coppia testa la MM a 50 giorni (1,0945). Decenti offerte di opzione, in scadenza oggi, dovrebbero conferire un supporto a 1,0900/25. Le opzioni relative alle offerte abbondano sotto 1,0855 in caso di inversione.
Il calendario economico della giornata odierna prevede: servizi finali e PMI Composito di maggio in Svezia, Spagna, Italia, Francia, Germania, zona euro, Regno Unito e Stati Uniti, servizi e produzione industriale ad aprile in Svezia, i cambi e riserve ufficiali nel Regno Unito a maggio, i PPI di aprile per la zona euro m/m e a/a, il PIL SA t/t e a/a per la zona euro (prelim), il capitale lordo fisso t/t, la spesa pubblica t/t e i consumi delle famiglie t/t, l’applicazione dei mutui USA MBA del 30 maggio, l’ADP Employment Change negli Stati Uniti a maggio, il commercio internazionale canadese ad aprile, la bilancia commerciale USA di aprile, la produttività USA 1t (finale) non agricola e i costi unitari del lavoro, l’ISM composite non manifatturiero USA di maggio e il libro Beige della Riserva federale statunitense.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd