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Avversione al rischio: giù le borse, su titoli del Tesoro e USD

Pubblicato 12.06.2020, 11:54
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L’azionario USA ha registrato la seduta giornaliera peggiore da aprile, sulla scia delle crescenti apprensioni per una seconda ondata di contagi da Covid-19, che potrebbe causare un’altra paralisi delle economie. Il Dow Jones ha archiviato la seduta con un tonfo del 6,90% e il Nasdaq è sceso del 5,27%. L’S&P500 (-5,89%) ha toccato il supporto critico dei 3000 punti. Compagnie aeree, titoli energetici e anche i tecnologici hanno subito un duro colpo.

Il dollaro USA si è ripreso e i titoli del Tesoro USA hanno guadagnato sull’incremento dei flussi di capitale verso i beni rifugio. Il rendimento dei decennali USA è scivolato sotto lo 0,70%.

Il Segretario del Tesoro USA Mnuchin ha detto che l’economia dovrebbe rimanere operativa nell’eventualità di un nuovo aumento dei casi, ma l’assenza di misure di confinamento potrebbe avere implicazioni più gravi per la salute pubblica e l’economia nel medio-lungo termine. Non è detto, quindi, che una simile decisione sostenga il sentiment di mercato.

Nel frattempo, la scorsa settimana le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 1,5 milioni di unità negli USA, ricordando agli investitori che la ripresa che abbiamo visto nei corsi azionari diverge significativamente dalla realtà.

In Asia, l’azionario ha seguito la scia negativa degli USA, anche se le vendite hanno subito un rallentamento nella seduta pomeridiana. Il Nikkei ha ceduto lo 0,80% dopo aver recuperato la flessione del 3% registrata in avvio di seduta sulla scia del dato riferito alla produzione industriale, scesa del 9,8% ad aprile, più di quanto previsto dagli analisti. L’Hang Seng (-1,30%) e il Composite di Shanghai (-0,38%) sono calati marginalmente, l’ASX 200 australiano (-2,00%) e il Kospi coreano (-2,35%) hanno accusato le perdite più cospicue.

I futures USA hanno compiuto un rimbalzo superiore all’1% nella seduta di trading overnight, nella speranza che l’ultima accelerazione dei casi di Covid-19 negli USA non debba per forza significare che una seconda ondata è alle porte. Potremmo pertanto assistere a qualche acquisto sui minimi nell’S&P500 intorno ai 3000 punti.

Tuttavia, l’attività sui futures europei segnala ulteriore debolezza prima della campanella di chiusura settimanale. Un altro tracollo dei titoli energetici e finanziari potrebbe trascinare il FTSE 100 sotto la soglia dei 6000 punti per la prima volta da tre settimane.

Il greggio WTI è scivolato sotto i $35 al barile, con gli investitori che hanno ridimensionato le attese su un miglioramento della domanda perché cresce il rischio di un nuovo stop all’attività economica globale. Il barile di WTI ha trovato acquirenti vicino alla media mobile a 100 giorni ($34,70). La traiettoria del petrolio dipenderà dalle notizie e dagli sviluppi sull’aumento dei nuovi casi di Covid-19. La conferma di una seconda ondata dovrebbe avere un effetto devastante sui prezzi del petrolio e far precipitare di nuovo il prezzo di un barile a $20.

È curioso che l’oro continui a essere frenato da una solida resistenza prima dei $1750 all’oncia. Il mancato slancio sulla scia delle diffuse vendite sui mercati azionari dovrebbe segnalare l’esaurimento del potenziale al rialzo e far tornare il prezzo dell’oncia nell’area dei $1670/1650.

L’EUR/USD è sceso sotto il livello a 1,13 sul miglioramento della propensione per l’USD. La riunione dell’Eurogruppo di giovedì non ha dato esiti sull’ultima proposta del Consiglio Europea per il fondo di ripresa da 750 miliardi di euro. I paesi devono prendere una decisione prima del 9 luglio. Tuttavia, più si protraggono i negoziati, più crescono le apprensioni che l’ambizioso pacchetto di aiuti non veda la luce. I dati sulla produzione industriale di aprile, che saranno diffusi oggi, confermeranno probabilmente un crollo del 20% nell’attività, e dunque l’urgenza di trovare un accordo il prima possibile sul pacchetto di aiuti fiscali. Dati economici deboli, assenza di sviluppi incoraggianti sul fronte fiscale e USD più stabile incoraggeranno una correzione ribassista più marcata dell’EUR/USD, che mostra segnali di affaticamento. I prossimi supporti tecnici giacciono a 1,1260, livello debole pari al 23,6% del ritracciamento dal rimbalzo di aprile, e 1,1160, livello significativo pari al 38,2 del ritracciamento, che dovrebbe fare da spartiacque fra l’attuale trend positivo e un’inversione ribassista di medio termine.

Dal canto suo, la sterlina sta rapidamente cedendo i guadagni, perché il binomio acquisti diffusi di dollaro USD e maggiori probabilità di una Brexit senza accordo incoraggiano un movimento della sterlina analogo alla prospettive negative di medio termine. Nel frattempo, i dati economici pubblicati stamattina confermano che l’economia britannica è stata colpita più duramente del previsto dalla crisi del coronavirus. Il PIL è crollato del 20,4% m/m, a fronte del -18,6% stimato dagli analisti, e nel mese di aprile la produzione industriale è precipitata più del 20%. Ci aspettiamo una correzione ribassista più marcata, verso l’area 1,2465/1,2400, pari rispettivamente alle medie mobili a 100 e 50 giorni.

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