I rendimenti nominali dei bond rimarranno inferiori alle media storica
La montagna di denaro riversata sui mercati a seguito del Covid (secondo le nostre stime non meno di 35 trilioni di dollari) sarà gradualmente assorbita non prima dei prossimi 5 anni. E’ quindi lecito attendersi che i rendimenti nominali dei bond saranno inferiori alla loro media storica (quelli reali si avvicineranno gradualmente allo zero nei prossimi due/tre anni, pur rimanendo negativi). Non sembra però che i risparmiatori ne siano pienamene consapevoli. Da un sondaggio internazionale risulta che gli intervistati si aspettano per il 2022 rendimenti reali del 5%-7% circa, mentre i consulenti hanno aspettative molto più conservative che si fermano intorno al 2-3%.
Per chi cerca rendimento l’alternativa sono sempre le azioni
Per chi va a caccia di rendimento, l’unica via per allontanarsi dallo zero è aumentare il rischio di portafoglio, aumentando il peso dell’equity (vale sempre la costante di Siegel). Vista l’incertezza dello scenario macroeconomico prospettico e le valutazioni raggiunte, è comunque preferibile essere prudenti. In un contesto inflazionistico e di correlazione positiva tra azioni e bond (che già di per se aumenta il rischio), occorre ripensare la classica allocazione bilanciata 60-40, aumentando l’esposizione verso l’azionario e diversificando in modo opportunistico gli investimenti, includendo asset reali e strategie più flessibili sui bond. Alternativamente, è possibile ottenere rendimento e decorrelazione anche senza aumentare necessariamente l’esposizione verso l’azionario, evitando nel breve termine la competizione con gli indici e pianificando gli investimenti nel lungo termine con la classica diligenza del buon padre di famiglia.
Ottica di lungo periodo e diversificazione
In un periodo di forte volatilità come quello attuale, ritengo che la ricerca di rendimento debba infatti guardare necessariamente ad un orizzonte temporale di 2-3 anni. In quest’ottica credo corretta la diversificazione di portafoglio che veda un opportuno mix geografico (i paesi emergenti per esempio continueranno ad emergere e secondo il nostro modello potrebbero esprimere rendimenti nell’intorno del 10% l’anno in dollari) e un approccio bottom up, andando a privilegiare titoli con elevato e sostenibile dividend yield, che producono cassa e che hanno una redditività prospettiva superiore a quella media del proprio settore di riferimento.
Non esiste ovviamente un modo per raddoppiare in poco tempo il proprio denaro, magari senza rischio. Saremmo tutti ricchi se esistesse o semplicemente il denaro perderebbe il proprio valore.