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Azioni, titoli di Stato, tassi: come cambia il mercato Usa se vince Trump

Pubblicato 16.07.2024, 15:14
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Con il rialzo di oro XAU/USD, Treasury Usa Stati Uniti 10 anni, e Bitcoin, i mercati si sono espressi: il fallito attentato a Donald Trump aumenta le chances di rivedere il leader repubblicano alla Casa Bianca. L’oro è il bene rifugio d’eccellenza, a cui gli investitori fanno affidamento in caso di un possibile cambio degli equilibri sul piano macro. I titoli di Stato Usa, invece, potrebbero essere sottoposti a stress importanti nel caso in cui Trump dovesse scegliere di aumentare il debito pubblico per favorire la crescita, mentre per quanto riguarda il Bitcoin, gli analisti pensano che l’ex presidente sia propenso a strizzare l’occhio alle criptovalute in ottica elettorale.

Ma se effettivamente i fatti di Butler dovessero offrire la spinta decisiva al Tycoon nella corsa alle presidenziali, potremmo essere alle porte di una vera rivoluzione economica, che potrebbe riservare parecchie novità per gli investitori.


Grafico Oro/Dollaro Usa, il fallito attentato a Trump ha riportato il prezzo dell’oro sui massimi storici Fonte: Investing.com – dati alle 14.30 del 16 luglio 2024 ora italiana

In arrivo un'altra fase rialzista?

Gli indici azionari americani lunedì hanno chiuso in rialzo, continuando a ballare sui massimi. Un Trump bis potrebbe favorire un nuovo rally dei titoli, portando cambiamenti positivi per gli asset rischiosi, come meno attenzione ai vincoli ambientali e alla sostenibilità e maggior libertà all’attività d’impresa. È facile, dunque, aspettarsi utili in crescita per le aziende che potrebbero spingere al rialzo le quotazioni. Ma questo non vale per tutti i settori.

Petroliferi alla ribalta, rinnovabili sotto stress

Mentre i titoli petroliferi Usa sono saliti lunedì (Occidental Petroleum Corporation (NYSE:OXY) +1,31%, Exxon Mobil (NYSE:XOM) +1,71%), società che producono energia alternativa, come Nextera Energy (-6,62%), hanno visto aumentare le vendite, in prospettiva di un ritorno dei repubblicani. Questo settore, infatti, dipende dai sussidi governativi per competere con l’industria energetica tradizionale e Trump, andando a caccia di risorse, potrebbe decidere di tagliare proprio i fondi pubblici a sostegno delle fonti green.

C’è poi il nodo Big Tech, con Trump che difficilmente dimenticherà gli attacchi subiti da Meta. Tuttavia, se l’ex presidente vorrà favorire la crescita economica, non potrà ignorare il ruolo fondamentale giocato dalle aziende tecnologiche che probabilmente verranno favorite dal governo anche per arginare la concorrenza cinese.

E allargando la prospettiva al piano internazionale, ci si può aspettare un ulteriore inasprimento delle relazioni commerciali, con l’introduzione di nuovi dazi che colpirebbero le imprese dipendenti dalla produzione estera e quelle estere che hanno negli Stati Uniti il proprio mercato di riferimento.

Il cambio di rotta nella politica monetaria

Per quanto riguarda la politica monetaria, Trump non ha mai fatto mistero di non condividere l’operato della Fed sotto la presidenza di Jerome Powell. C’è da scommettere, allora, che un eventuale cambio alla Casa Bianca possa coincidere con una decisa inversione della traiettoria dei tassi d’interesse. Gli ultimi dati economici suggeriscono che il primo taglio sia in arrivo già a settembre, ma i repubblicani potrebbero accelerare la discesa per favorire un indebolimento del dollaro che aiuterebbe l’industrializzazione statunitense e le esportazioni.


L’88,9% degli analisti si aspetta una riduzione del tasso d’interesse Fed nella riunione del 18 settembre. Fonte: Fed Rate Monitor, Investing.com

Inflazione e deficit potrebbero aumentare

Un risvolto importante a cui i mercati guardano è il debito Usa. Come rivelato da una recente analisi del Wall Street Journal, la maggior parte degli analisti è convinta che inflazione, deficit pubblico e oneri finanziari aumenterebbero se i Gop dovessero prendersi la Casa Bianca.

Trump non fa più paura come nel 2016

È così che il rendimento dei titoli di Stato Usa è salito lunedì fino al 4,25% salvo poi sgonfiarsi durante i primi scambi martedì. E proprio questo rilassamento è indice di cosa non accadrà in caso di elezione di Trump, ovvero, si può escludere che si ripeta il duro contraccolpo subito dai mercati in occasione della vittoria del 2016 contro Hillary Clinton. In quel caso il Tycoon rappresentava un’incognita pericolosa per gli analisti ed era dato sfavorito rispetto alla candidata democratica. Oggi, al contrario, i mercati hanno già scontato il successo di Trump come evento possibile, se non probabile. Inoltre, a differenza di 8 anni fa, non mancano le voci quelli che sperano in suo successo. Tra gli ultimi ad esporsi pubblicamente ci sono il fondatore di Tesla (NASDAQ:TSLA), Elon Musk, e il noto gestore di hedge fund, Bill Ackman, due personaggi di particolare rilievo per i mercati finanziari che hanno approfittato proprio dell’attentato di sabato scorso per fare coming out, annunciando al mondo il proprio sostegno a Donald Trump.

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