Ne parlerò in modo approfondito (con statistiche, dati storici, ma soprattutto mostrando la mia operatività in prima persona) nel libro che uscirà ad inizio del prossimo anno per Hoepli.
Ecco intanto una piccola anticipazione di quelli che sono alcuni modelli di portafoglio a cui mi ispiro, che ho riadattato, e che ritengo siano molto utili sia nelle fasi di rialzo che (soprattutto) di calo dei mercati.
La premessa è che valgono sempre le regole del buon investitore già ripetute mille volte (diversificazione, tempo, attenzione a i costi ecc, non mi soffermo più).
Dunque ecco un elenco di possibili soluzioni da poter adottare
- Portafogli Lazy
- Portafoglio rotazionali
- Portafogli Misti
- Portafogli Statici
Parto dalla fine, in quanto un portafoglio statico, per quanto mi riguarda, equivale a costruire un’asset allocation strategica fissa (quindi ad esempio 50% azionario e 50% obbligazionario) e semplicemente ribilanciare periodicamente (6 o 12 mesi). All’interno del portafoglio e delle singole asset class poi, andrò a definire che tipo di azionario (America, Europa, Giappone, emergenti e così via) e di obbligazionario (Titoli di Stato, corporate, Investment grade, High Yield ecc…).
I portafogli misti, sono invece i 60/40, 70/30, diciamo quindi che sono molto simili ai primi, con la differenza che in questi posso andare molto più in dettaglio (ad esempio nella parte azionaria potrei usare dei prodotti megatrend, come investire sull’acqua, idrogeno, aziende dividend aristocrats e così via). Mentre sopra generalmente mi limito ad azionario Paese o al massimo settore. Anche qui ribilanciamenti periodici.
I portafogli rotazionali invece, sono quelli dove creo un database di asset (personalmente una decina, solo azionario, solo obbligazionario, o misto) ed ogni mese, applico dei filtri (tipicamente di forza e di trend) per scegliere i migliori 4. Se per quel mese però ho solo 2 strumenti che passano i filtri, allora metterò 25% su ciascuno, ed il restante 50% rimane liquido.
Infine, i portafogli Lazy. Rientrano in questa categoria il permanent (che adoro) e ad esempio l’All weather di Ray Dalio (una versione più strutturata del primo a mio avviso). In questo caso, fatto 100 il capitale, lo si divide nelle asset class principali (azionario, obbligazionario, materie prime, monetario e liquidità) assegnando determinati pesi a ciascuno degli strumenti, ed anche qui ribilanciando periodicamente.
Ora, fatto questo, capite come gli elementi comuni di tutti questi portafogli siano la diversificazione, il tempo, i ribilanciamenti, e l’attenzione ai costi.
Ho già parlato in dettaglio del permanent in questa analisi, ma più avanti avremo tempo e modo di approfondirlo. Basti pensare che un portafoglio come questo, nella sua semplicità, nonostante i principali indici azionari e bond siano sotto del 10. 15 o 20%, da inizio anno sia in calo solo dell’ -1.8%, e tra le altre cose, ho il ribilanciamento semestrale la prossima settimana, dove avendo gestito bene la liquidità, potrò integrare a prezzi migliori.
Queste ovviamente sono mia strategie ed è mia operatività, non esiste qualcosa giusto per tutti, in quanto ognuno deve trovare lo stile d’investimento più adatto a se stesso.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"