Il giorno della prima udienza della sotto-commissione per gli asset digitali ha visto i cripto-mercati scendere significativamente, con il Bitcoin al minimo di 7 settimane.
In uno dei giorni più impegnativi della settimana più impegnativa per le cripto nel primo trimestre del 2023, i prezzi di Bitcoin, Ethereum e numerosi titoli legati alle cripto sono crollati tra il 6% e il 10%.
I trend di prezzo della giornata sono stati una continuazione, seppur più drastica, di tendenze viste dall’inizio della settimana. La maggior parte degli asset digitali, e di titoli legati alle cripto, sono stati infatti scambiati in rosso per gran parte della settimana.
Bitcoin poco sopra i 20.000 dollari alla fine di una settimana piena
Sebbene il Bitcoin si sia dimostrato piuttosto stabile dopo il rally di gennaio, il prezzo ha imboccato una traiettoria decisamente verso sud ieri pomeriggio. Nel giro di poche ore, il valore è crollato da oltre 21.500 a poco più di 20.300 dollari. Comportamento simile anche per Ethereum, in rosso di circa il 6%.
Anche importanti titoli legati agli asset digitali hanno registrato significativi ribassi. MicroStrategy (NASDAQ:MSTR) è crollato di oltre il 9%, Coinbase (NASDAQ:COIN) di quasi l’8%, e il Grayscale Bitcoin Trust (OTC:GBTC) ha perso quasi l’11% nonostante l’importante vittoria messa a segno contro la SEC solo qualche giorno prima. Ma il ribasso peggiore è stato quello di Silvergate (NYSE:SI), che ha perso il 42% nel corso della giornata.
Il crollo di Silvergate però non sorprende, dal momento che la compagnia madre ha rivelato che terminerà le operazioni ed ha chiuso la banca mercoledì pomeriggio. In effetti, piuttosto che essere stato causato dalla flessione degli asset digitali, il flop di Silvergate è probabilmente proprio il colpevole del sentiment bearish che pervade il settore delle criptovalute.
Malgrado i problemi, questa settimana per gli asset digitali ci sono state anche delle buone notizie. Di recente, un giudice ha approvato l’accordo di acquisizione tra Binance.US e Voyager Digital, nonostante l’opposizione dei regolatori. Inoltre, il maggiore creditore di Mt. Gox ha rivelato che non venderà i Bitcoin che riceverà, alleviando i timori per il prezzo futuro della criptovaluta.
La Fed vuole più controllo sulle stablecoin, Gensler insiste sull’approccio della SEC
Ieri Michael Barr della Federal Reserve ha tenuto un discorso di al Peterson Institute for International Economics. Barr ha spiegato che vede la missione della Fed sugli asset digitali come chiara ed ha espresso il bisogno di forti barriere di protezione che lascino sufficiente spazio alla facilitazione delle innovazioni. Pur lodando le possibilità offerte dalle blockchain, Barr è sembrato scettico sul valore delle criptovalute. Inoltre, ha ribadito l’idea del Presidente Powell che le stablecoin rientrano nella giurisdizione della Fed.
Nel corso della giornata, il Presidente della SEC Gary Gensler ha condiviso il suo articolo di opinione sugli asset digitali e sulle recenti azioni della Commissione riguardo al settore. Ed ha scritto ancora una volta che la legge, per quanto riguarda le criptovalute, è molto chiara.
Ha aggiunto che spesso sembra che le compagnie di criptovalute tentino di ottenere l’approvazione della SEC senza fare lo sforzo di rispettarne le condizioni.
I falchi e le colombe della sotto-commissione asset digitali
Ieri, giovedì 9 marzo, potrebbe essere stata una giornata storica per gli asset digitali negli Stati Uniti, in quanto si è tenuta la prima udienza della sotto-commissione per asset digitali, tecnologia finanziaria ed inclusione. È emerso che la sotto-commissione è formata in parti uguali da fan degli asset digitali e critici delle criptovalute.
Gli argomenti dell’udienza sono stati vari, dalla questione del classificare gli asset digitali come titoli o materie prime, alla possibile minaccia terroristica posta se l’industria delle criptovalute sarà costretta a proseguire il suo sviluppo al di fuori degli Stati Uniti. Le posizioni espresse dai membri, nonché dai testimoni, sono state altrettanto diverse. Qualcuno, come il membro del Congresso Emmer (difensore degli asset digitali), ha affermato che l’attuale giro di vite contro il settore fa parte del piano del governo Biden per limitare la libertà finanziaria.
Altri, come Sherman, sono stati critici nei confronti delle criptovalute, affermando che già il nome le rende denaro “nascosto” che potrebbe essere allettante per i “malintenzionati”. Lynch ha respinto l’idea che FTX fosse solo una “mela marcia”, ed ha definito marcio l’intero settore.
Un’importante preoccupazione sollevata è il fatto che gli Stati Uniti siano indietro rispetto ad altre economie sviluppate riguardo alla regolamentazione delle criptovalute.
Nota: Articolo originale pubblicato su The Tokenist. Consulta la newsletter gratuita di The Tokenist, Five Minute Finance, per un’analisi settimanale dei principali trend nel campo della finanza e della tecnologia.