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Bitcoin ed il suo ruolo nel "Ciclo Economico"

Pubblicato 10.01.2022, 14:19

Come i nostri lettori ben sanno, il mercato cryptovalutario deve essere necessariamente analizzato ed approcciato in maniera totalmente diversa dal mercato azionario.

Allo stesso modo, però, è possibile notare come da un punto di vista tecnico, gli andamenti del prezzo di BTC (e anche delle ALT più capitalizzate) si muovano seguendo logiche simili al mercato tradizionale.

Appare quindi più che lecito domandarsi:
" Le crypto possono essere inserite all'interno del noto ciclo economico generale? Le crypto sono sensibili agli andamenti macro economici ? "
Questa domanda deve trovare una risposta nel più breve tempo possibile visto e considerate le attuali tensioni macroeconomiche.

Nei mercati conosciuti, c'è un asset class che mostra molte similitudini con il comparto "alternative" delle crypto. Non sto assolutamente parlando del Forex; Sto parlando del mercato delle commodities.

Per commodities si intende "Beni Fungibili" ovvero "beni materiali" facilmente stockabili e conservabili.
Le Hard Commodities più famose sono il denaro e il petrolio.

Le crypto su ethereum, ad esempio, possono essere beni fungibili o non fungibili.
In gergo, abbiamo di fatto i fungible-token ( ERC-20 ) e i non-fungible token (ERC-721).

Quindi:
Come si comporta una commodities all'interno del ciclo economico generale?

Le commodities cambiano il loro prezzo per 3 principali motivi:
1) Speculazione
2) Interruzione della produzione
3) Politica dei paesi produttori

Dal 2000-2002 le commodities hanno subito un processo di financialitazion sulle varie borse (riconoscimento come asset). Ciò, ha aumentato esponenzialmente la domanda di materie prime.
Questo improvviso aumento, a cosa è dovuto? Dalla speculazione.

Ne deriva però che, una buona parte della domanda, non sarà veramente dovuta ad un concreto bisogno di materie prime ma semplicemente, a ragioni speculative.
Possiamo estendere questa considerazione anche al mercato crypto?
Beh, direi di si.

Qualora questa significativa componente della domanda (chiamata speculazione), si sposti verso altri mercati più attraenti, per quella determinata fase del ciclo economico, cosa accadrà al mercato crypto?
Per dare una risposta definitiva a questa domanda, è sufficiente guardare nel passato, precisamente alla fine dello scorso ciclo di halving (anno 2017).
Cosa accadde? PUMP & DUMP.
PUMP dovuto a motivi tecnici ( dimezzamento delle ricompense per i miner) e DUMP per motivi prettamente speculativi.
E' presumibile pensare che una cosa simile, debba accadere anche al termine di questo ciclo.

Invece, cosa potrebbe succedere qualora la produzione dovesse interrompersi?
In realtà, è possibile ricavare la risposta a questa domanda dall'analisi delle recenti notizie legate al settore crypto. Mi riferisco ai blackout in Cina e in Kazakistan.
L'Hash rate influenza direttamente la produzione di BTC e quindi il suo prezzo. Storicamente, a drastici cali del Hash Rate sono sempre corrisposti crolli significativi del prezzo di BTC .

Questo perchè, essendo una moneta PoW (proof of work), il mining resta il cuore pulsante della coin.

Infine, ma non per importanza, non resta che analizzare la "politica dei paesi produttori".
BTC è un asset digitale, per tale motivo un investitore poco accordo è portato a pensare che non esista un paese produttore. Allo stesso modo, spesso, si tende a pensare che, i crypto asset, siano decorrelati dalle notizie economiche riguardanti quello che comunemente viene inteso come mercato tradizionale. Tensioni politiche e sociali quindi, a rigor di logica, non dovrebbero affatto interessare i crypto investitori.
In realtà la connessione con l'economia è molto marcata.

Per questo i ban, non sono visti di buon occhio dal mercato crypto. Basti pensare che, la Cina, nonostante gli innumerevoli BAN, rappresenta ancora il 20% del mining mondiale. E' quindi follia pensare che tutti i provvedimenti presi dal governo cinese siano problemi di solo interesse della tradfi.

Allo stesso modo però, non vedo il motivo per cui aumenti del tasso di interesse o del tasso di inflazione, debbano influenzare negativamente il mercato decentralizzato che, per definizione, si basa su logiche completamente diverse.

Vero è che, quando si attraversano periodi di particolare tensione, i mercati più speculativi sono i primi a correggere. Non è quindi un caso quindi che il mercato crypto stia attraversando un momento di debolezza. 



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