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Boeing: il 737 torna a volare in Cina, ma a Pechino c’è aria pesante

Pubblicato 29.09.2021, 12:42
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

Entro la fine dell’anno sarà revocato il divieto che da due anni tiene a terra i jet del gruppo Usa. Il mercato del Dragone vale il 25% della produzione. Più difficoltà per i produttori stranieri, dato che il governo sta favorendo lo sviluppo dell’industria aeronautica nazionale

Boeing (NYSE:BA) fra i pochi titoli in rialzo ieri a Wall Street: +1,8% a 222 dollari.

Finalmente una buona notizia per Boeing, il produttore americano di aerei che stenta a riprendere quota dopo le gravi turbolenze da Covid e vede la sua quota di mercato ridursi ogni giorno a vantaggio della concorrente Airbus. Il suo modello di punta negli aerei a corridoio singolo, il 737 Max, potrebbe tornare a volare in Cina entro la fine dell’anno, dopo due anni di forzata messa a terra. L’ultimo test sostenuto sotto la supervisione della Caac (Civil Aviation Administration of China), l’organismo di controllo dei cieli cinesi, “è andato molto bene”, ha raccontato martedì 28 settembre ai giornalisti Sherry Carbary, presidente di Boeing China.
Grazie alla novità, ieri l’azione Boeing è stata una delle poche a salire in una giornata di pesanti e diffusi ribassi a Wall Street. Con un rialzo dell’1,8% il titolo ha chiuso a 222 dollari.

Il divieto di volare per i 737 Max, che è già stato tolto in America, in Europa e in diversi Paesi asiatici, potrebbe essere eliminato anche in Cina a partire da novembre, dice la Reuters. “Noi speriamo che succeda prima della fine dell’anno”, ha detto Carbary a margine dell’Airshow China che si tiene in questi giorni a Zhuhai, nel Sud del Paese. Prima che nel marzo 2019 per i 737 Max scattasse l’obbligo di restare a terra in seguito a due drammatici incidenti che costarono la vita a 346 persone, Boeing vendeva alle compagnie cinesi circa un quarto della sua produzione di aerei civili.

La Cina un mercato chiave per i produttori internazionali di aerei.

Oggi la Cina è un mercato chiave per i produttori internazionali di aerei, grazie alla rapida ripresa dei viaggi interni, ma lo scenario è complicato dal desiderio del governo di Pechino di favorire lo sviluppo dell’industria aeronautica nazionale. E il ruolo della Caac può essere decisivo per le fortune commerciali delle aziende straniere.

Mentre l’azienda nazionale Commercial Aircraft Corp of China (Comac) sta aumentando la produzione del jet regionale ARJ21 da 90 posti, l’autorità di controllo tira in lungo nel concedere le certificazioni alle offerte per aerei di analoghe dimensioni da parte di Airbus e della brasiliana Embraer. Atr, la joint venture fra l’italiana Leonardo e Airbus, sta aspettando da tempo la certificazione per il suo modello 42-600, così come Airbus per l’A220, un aereo che è entrato in servizio in tutto il resto del mondo nel 2016.

A sua volta Comac sta aspettando la certificazione per il C919, un aereo da 160 posti che va a competere direttamente con il 737 della Boeing e con l’A320 di Airbus.

Boeing e Airbus a confronto: ecco cosa dicono gli analisti.

Approfittando dei due anni di divieto di volo per il 737 Max, Airbus ha drammaticamente aumentato la sua quota in questa fascia di mercato, la più redditizia per l’industria di settore, arrivando al 65%. La Borsa ha finora premiato il produttore europeo, con l’azione che è salita del 26% dall’inizio dell’anno e dell’85% negli ultimi 12 mesi.

Al contrario, Boeing ha una performance piatta dall’inizio dell’anno e segna +31% negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda le prospettive dei due titoli, gli analisti sono piuttosto positivi su entrambi. Dei 22 esperti che coprono Boeing, 11 hanno una raccomandazione Buy e nove suggeriscono un prudente Hold. La media dei target price è 272 dollari, con un implicito upside a 12 mesi del 25%.

Per Airbus, che stamattina sale del 2,7% a 116 euro, la media dei 21 target price monitorati da Market Screener è 139 euro, con un implicito upside del 22%.

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