Per quanto concerne le coppie del G10, l’operatività del forex è dominata dalle vendite aggressive di CAD in vista dei dati su vendite al dettaglio e inflazione (in programma alle 13:30 GMT). Attualmente l’USD/CAD passa di mano sui massimi dal 31 gennaio. Nel Regno Unito, il complesso GBP ha fatto registrare discreti riacquisti dopo la flessione dovuta al dato sfavorevole sulle vendite al dettaglio. La reazione del mercato è stata piuttosto sorprendente, soprattutto vista la debolezza dei dati macroeconomici pubblicati questa settimana nel Regno Unito. A livello più generale, oggi l’USD appare solido contro le altre valute del G10 e, secondo noi, ciò è legato anche alla bozza del comunicato del G20.
Discreti acquisti sui minimi per la GBP
La coppia GBP/USD è scesa a 1,6613 in scia alla contrazione superiore alle attese delle vendite al dettaglio di gennaio. I riacquisti aggressivi successivi alla pubblicazione del dato hanno provocato curiosità. Infatti, questa settimana il cable è stato interessato da notizie macroeconomiche sfavorevoli. Ricordiamo che l’IPC a/a è sceso all’1,9%, quindi sotto l’obiettivo della BoE al 2,0%, e a dicembre la disoccupazione è salita dal 7,1% al 7,2%. La rapidità della ripresa dimostra che gli operatori sono ancora interessati all’acquisto di GBP/USD, nonostante la tendenza “minimi più bassi-massimi più bassi” in formazione dal 17 febbraio. Gli indicatori di trend e momentum rimangono rialzisti, ma una chiusura inferiore 1,6668 dovrebbe favorire le posizioni corte dalla prossima settimana.
La coppia EUR/GBP si è impennata brevemente a 0,82519 (appena sotto la media mobile a 21 giorni, attualmente a 0,82527). L’indicatore MACD (a 12-26 giorni) rimane marginalmente ribassista, ma le persistenti pressioni al rialzo ci inducono a rivedere a neutrale la nostra impostazione di breve termine. Una chiusura superiore alla resistenza che coincide con la media mobile a 21 giorni richiederà una nuova valutazione.
CAD: colpito duramente prima dell’IPC
Che cosa è successo? Questa settimana il dollaro canadese è stato venduto aggressivamente in scia ai dati economici deboli. Anche se i mercati non hanno reagito al deterioramento del bilancio nelle transazioni di titoli internazionali (da 8,66 mld CAD a -4,28 mld CAD a dicembre), la contrazione superiore alle attese dei commerci all’ingrosso mercoledì ha innescato un pesante calo del CAD. La coppia USD/CAD ha infranto la media mobile a 21 giorni (attualmente a 1,1070) al rialzo, ieri ha tenuto sopra questo livello per poi estendere i guadagni fino ai massimi dal 31 gennaio.
Dal punto di vista tecnico, il rally aggressivo dell’USD/CAD ha fatto rientrare la coppia nella zona di consolidamento rialzista (sopra 1,1100). Il momentum negativo ne risulta decisamente danneggiato, prevediamo che le pressioni all’acquisto continueranno finché terrà la media mobile a 21 giorni (attualmente a 1,1070). Su questi livelli, il ribasso probabilmente sarà frenato dagli ordini d’acquisto per le opzioni che si susseguono sopra 1,1100. La resistenza chiave si trova a 1,1224/36 (massimo 31 gennaio / 50,0% di Fibonacci sulla flessione 2009-2011). Una violazione sopra questo livello dovrebbe generare un’inversione rialzista del trend.
Alle 13:30 GMT il Canada pubblicherà i dati sulle vendite al dettaglio di dicembre e il rapporto sull’inflazione di gennaio. I mercati prevedono una contrazione delle vendite al dettaglio canadesi, invece le previsioni sull’inflazione sono lievemente ottimiste. Un rischio disinflattivo più contenuto spingerebbe sicuramente la BoC ad adottare una politica più equilibrata, soprattutto ora che gli Stati Uniti sembrano dare segnali di ripresa. Una cifra più bassa dovrebbe rafforzare ulteriormente gli orsi del CAD.
Breve nota sulla bozza del comunicato del G20
Nella bozza del comunicato, il G20 sostiene il ritiro degli stimoli monetari, affermando che le economie sviluppate dovrebbero “normalizzarsi a tempo debito, in linea con la crescita più forte”. Secondo il G20, nell’economia globale sono diminuiti i rischi di coda, anche se l’economia mondiale è ancora lontana da una “crescita forte, sostenibile e bilanciata che crea occupazione”, obiettivo contenuto nella dichiarazione di San Pietroburgo del settembre 2013. Ecco perché le politiche delle banche centrali dovrebbero rimanere ben calibrate ed essere comunicate con chiarezza. Buone notizie: il G20 intende intervenire per liberare investimenti privati volti a far aumentare l’occupazione, ravvivare la concorrenza e stimolare la crescita. Il futuro dirà dove, quando e come.
The Risk Today
EURUSD L’EUR/USD si è recentemente indebolito. Tuttavia rimane supportato dal suo canale crescente (si veda anche il supporto a 1,3692). Una rottura della resistenza iniziale a 1,3728 (massimo infragiornaliero) convaliderebbe una piccola formazione di base. Un'altra resistenza si trova a 1,3773, mentre un altro supporto può essere trovato a 1,3657 (minimo infragiornaliero, si veda anche il ritracciamento a 38,2%). La rottura al rialzo di fuori della banda orizzontale a medio termine tra 1,3477 e 1,3739 indica un interesse all'acquisto persistente. A più lungo termine siamo favorevoli a una vasta gamma orizzontale tra 1,3296 (minimo 07/11/2013) e 1,3893 (massimo 27/12/2013).
GBPUSD La GBP/USD ha infranto la resistenza chiave a 1,6668 (massimo 24/01/2014). Finché il supporto a 1,6600 terrà (vedasi anche la linea di tendenza in aumento), un’ulteriore fase di forza è favorita. Le resistenze orarie si attestano a 1,6742 e 1,6823. Un altro supporto si trova a 1,6426. A più lungo termine la struttura tecnica favorisce una propensione rialzista fintanto che il supporto a 1,6220 regge (minimo 17/12/2013). Una rottura decisa della resistenza a 1,6668 apre la strada a un movimento verso la resistenza maggiore a 1,7043 (massimo 05/08/2009). Tuttavia, un movimento sostenibile oltre tale livello è improbabile nelle prossime settimane.
USDJPY L’USD/JPY è salito e ora sfida (nuovamente) la resistenza chiave a 102,70 (massimo 11/02/2014). La recente successione di minimi crescenti suggerisce un interesse d'acquisto crescente. I supporti orari si attestano a 101,67 (minimo 20/02/2014, vedasi anche la linea di tendenza in aumento) e a 101,39. Un'altra resistenza chiave si trova a 103,44. Un bias rialzista di lungo periodo è favorita finchè regge l'area di supporto chiave data dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 100,21) e a 99,57 (vedasi anche la linea di tendenza in aumento dal minimo a 93,79 (13/06/2013). Un importante resistenza si trova a 110,66 (massimo 15/08/2008).
USDCHF L’USD/CHF ha finora testato con successo il supporto a 0,8860. Una resistenza iniziale si trova a 0,8929 (massimo 18/02/2014). Tuttavia è necessaria una rottura della resistenza a 0,8949 per contrarrestare l’impostazione tecnica ribassista a breve termine. Un altro supporto si trova a 0,8800. In una prospettiva a più lungo termine la struttura presente da 0,9972 (24/07/2012) è vista come un’ampia fase correttiva che ha potenzialmente raggiunto il completamento. L'area di supporto definita da 0,8931 (minimo 24/02/2012) e da 0,8833 favorisce un potenziale di formazione di base a medio termine. Una resistenza chiave si trova a 0,9250.