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Cala la volatilità ma il peggio non è alle spalle

Pubblicato 13.11.2023, 08:49

"Non puoi solo andare là fuori e battere l'avversario. Devi impressionarlo al punto che non vorrà mai più vederti" (George Best)


La scorsa settimana si è chiusa in maniera mista con le Borse principali che si sono mosse intorno alla parità con l’eccezione di Piazza Affari che ha perso lo 0,6%. Una situazione di stallo che si è percepita sul livello della volatilità scesa del 3% in 5 sedute. Di positivo c’è la forte discesa delle quotazioni del gas naturale , -14% Usa, -3% in Europa e del petrolio, -4%, che diventa -8% nell’ultimo mese, sotto la soglia degli 80 dollari. Sul fronte della politica monetaria le banche centrali stanno tenendo un atteggiamento sempre aggressivo più a parole che nei fatti. Per questo gli investitori non danno molto peso alle dichiarazioni di Jerome Powell che nel suo ultimo discorso ha confermato come l’inflazione sia ancora troppo alta e che la Fed opererà con cautela. Anzi, se necessario alzerà il costo del denaro. Powell ha infine messo in guardia dai falsi segnali, ovvero che pochi mesi buoni di inflazione in calo significhino che sia stata domata. Anche la narrativa di Christine Lagarde non cambia: “per almeno 2 trimestri i tassi non scenderanno”. Ma potrebbe significare che in Europa i tassi caleranno prima che in Usa, una svalutazione dell’euro che potrebbe aiutare la ripresa dell’economia.

Il patto è in stallo

Ecofin non ha trovato l’accordo sulla riforma del patto di stabilità rinviandolo a un meeting straordinario di fine di novembre. Un rinvio che non è piaciuto ai mercati perché lascia nell’incertezza i vari Governi sulle scelte che dovranno fare in materia di legge di Bilancio, in particolare l’Italia che ha deciso di sforare il deficit oltre le previsioni per sostenere la crescita. Dopo novembre non saranno però possibili ulteriori proroghe in quanto nell’ultimo bollettino la Bce ha invitato la politica a trovare un accordo sul patto di stabilità entro fine anno. Uno stallo che potrebbe pesare anche sul giudizio delle agenzie di rating in particolare Moody’s che si esprimerà questa settimana sul debito pubblico italiano. Venerdì Fitch ha invece confermato il rating. Nel frattempo tutte le aste sui titoli di Stato della scorsa settimana hanno mostrato rendimenti in calo sulle precedenti. Infine CDP ha annunciato di avere aumentato da €1,5 a €2 miliardi l’offerta di bond per il mercato retail, a conferma dell’appetito dei piccoli risparmiatori per il debito a basso rischio ma ad alto rendimento. L’offerta si chiuderà il 27 di novembre, rendimento del 5% per i primi 3 anni.

L’AI cambia il lavoro

Secondo uno studio denominato «Il futuro delle competenze nell’era dell’Intelligenza Artificiale», realizzato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia, utilizzando tecniche di Intelligenza Artificiale (IA) e algoritmi di machine learning, con l’avvento e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il mondo del lavoro cambierà per l’80% delle professioni entro il 2030. Aumenterà sempre più la domanda di professioni tecniche e ad alta qualifica, non solamente legate all’informatica e alla tecnologia, così come alla cura e ai servizi legati alle persone, incluso l’orientamento, la formazione e l’inserimento socio-lavorativo. Calerà invece la domanda per i gruppi professionali a qualifica più bassa, nonché per le professioni qualificate e quelle imprenditoriali collegate ai settori a bassa crescita (per esempio settore primario, industrie tradizionali). L’intelligenza artificiale avrà quindi un impatto negativo sulla domanda, in particolare sui profili professionali con una qualifica media, ossia tecnici, conduttori d’impianti, lavoratori della logistica, chi svolge mansioni d’ufficio che hanno a che fare con la gestione dei dati. Anche i settori finanziario e assicurativo saranno impattati con un diminuzione della domanda di lavoro aggregata. Anche del rapporto tra lavoro e tecnologia si parlerà al Financial Galà edizione Deep Tech che si svolgerà il prossimo 17 maggio a Milano.

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