Sono contrario alla flessibilità sui conti.
L’Italia non è in procedura d’infrazione, però si trova nel braccio preventivo del Patto, che già riconosce abbastanza flessibilità.
L’Italia ha esaurito tutta la flessibilità possibile, di più non le può essere concesso perché il disavanzo viaggia verso il 3 per cento.
Il 2,4 o 2,7 per cento nel 2016 di cui si parla ora rispecchia le proiezioni, ma alla fine conta quanto l’Italia crescerà davvero.
Sono molto scettico all’idea di concedere ulteriore flessibilità. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia ha il 135 per cento di debito/Pil. Deve essere urgentemente tagliato”. Sono le parole di Lars Feld, consigliere economico della Merkel che rincara la dose dando all’Italia della “sfacciata” sulla richiesta di flessibilità.
Già, e proprio oggi, esaurite le ricoperture di ieri, la borsa italiana è di nuovo riprecipitata nel baratro trascinata dai bancari.
Anche in Germania le banche non stanno molto bene in particolar modo DB.
Sembra che abbia in pancia dei NPL dal valore complessivo superiore a quello del PIL tedesco, ma nessuno se ne preoccupa.
Fosse successo alla maggior banca italiana avremmo avuto la Troika in casa, seduta stante.
Invece il ministro dell’economia teutonica si è esposto personalmente dicendo che la sua maggiore banca è solida e pagherà tutti i rendimenti di quegli strani prodotti chiamati Co.co.
Due pesi due misure che fanno capire anche il peso politico dei due Stati. Ecco perché in questa fase NON conta leggere i bilanci.
Metto un altro tassello: la crescita dello spread, indice di campana a morto per un governo.
Abilità tedesca a spostare il problema altrove, in particolare a quegli allocchi di italiani. I quali, sempre a proposito di sfacciataggine nel chiedere maggiore flessibilità, diventeranno a loro insaputa azionisti di DB.
Eh sì perché lo stato tedesco soccorrerà DB, convertirà la schifezze in Bund e li rivenderà come titoli solidi (anche) alle banche italiane.
Previsione mia, ovvio. Del resto Draghi non vuole punire severamente chi ha liquidità? Ossia i risparmiatori che non sanno più dove mettere i loro risparmi? Il consiglio sarà: scegliete la sicurezza come i titoli tedeschi. “Come sempre nei momenti di volatilità, gli investitori istituzionali, i fondi per intenderci, spostano parte dei capitali sulla sicurezza” ha già preconizzato un analista di Saxo Bank.
Voglio concludere questo mio intervento con la chiosa finale che ha riservato il consigliere tedesco all’Italia: “il problema è che l’Italia cerca di approfittare di ogni eccezione possibile. Guardiamo ai dati sui profughi, gli ultimi affidabili risalgono al primo semestre 2015.
In rapporto alla popolazione l’Italia ne ha accolti relativamente pochi: chiedere un’eccezione sul disavanzo è piuttosto sfacciato. I Paesi più colpiti dai flussi migratori sono Ungheria, Austria, Svezia, probabilmente la Germania”.
Insomma ci vuole trasformare in un hotspot di manodopera a cui attingere, pagata al salario minimo tedesco (8 € circa). Ludovico Polastri