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Visto il crescente interesse mostrato da parte dei lettori per il mercato delle commodities, l’ufficio studi di TS INVESTING desidera soffermarsi e introdurre qualche spunto di riflessione sulla situazione attuale.
L’ultima tornata ha visto lo S&P GSCI Index lasciare il 2% sul campo. I meetings dei banchieri centrali in America ed Europa hanno determinato la perdita con il loro rinnovato impegno a non effettuare altri interventi monetari. Il Brent segna 122.3 USD, il prezzo riflette le stime effettuate dal DOE (Department of Energy) che vedono le riserve US in forte crescita grazie alla produzione, al top nell’arco dell’ultima decade.
Energy
Negli Stati Uniti il DOE segnala un aumento delle scorte di petrolio di 9 mb (milioni di barili), crescita massima dal 2008, più che triplicate le aspettative. Il totale ammonta ora a 362.4 milioni. I distillati non si sono modificati, a differenza delle scorte di benzina che sono scese di 1.46 mb. La crescita produttiva di 6.05 mb/g (2.9%) permette il raggiungimento del picco più alto negli ultimi 12 anni. L’import di petrolio è salito di 9.8 mb/g (5%), un punto in più rispetto alla media annuale. Il mese di marzo ha visto una domanda giornaliera a 8.6 mb/g. La domanda complessiva dei combustibili è diminuita a 18.2 mb/g (-4.7% a\a).
Metals
I governi insistono con i provvedimenti nei settori estrattivi e di lavorazione dei metalli. In Polonia è sorta una nuova imposta sulle attività estrattive di argento e rame, effettiva in due settimane. Il Ministro del Commercio e dell’ Industria dello Zambia ha in cantiere un fermo delle esportazioni di rame non processato, al fine di accrescere il valore dell’industria.
Il nostro Ufficio Studi è convinto che inserire le commodities come asset class in un portafoglio ben diversificato sia una scelta vincente nel lungo periodo.