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Con il rinvio dell’IVA in Giappone aumenta la debolezza dello yen

Pubblicato 19.11.2014, 13:09
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Ieri è arrivato finalmente l’annuncio ufficiale dal primo ministro giapponese Shinzo Abe. Abe ha rinviato il secondo aumento dell’IVA dall’ottobre del 2015 all’aprile del 2017, perché i dati hanno mostrato che la ripresa giapponese rimane molto fragile e non riuscirebbe a far fronte e nuove imposte. Entro venerdì dovrebbe esserci lo scioglimento del parlamento, il Giappone si prepara alle elezioni anticipate di dicembre. Alla riunione della BoJ, i banchieri hanno mantenuto il ritmo dell’allentamento a 80 mila miliardi di yen all’anno, con 8 voti a favore contro 1 contrario. Ieri l’USD/JPY ha infranto il doppio massimo a 107,05, testando la resistenza a 107,50+. Il momentum rialzista si sta rafforzando in modo generalizzato, mentre scriviamo l’EUR/JPY avanza a 147,38. Sebbene il rinvio dell’aumento dell’IVA farà scendere lo yen, le elezioni anticipate di dicembre dovrebbero iniziare a generare apprensioni sul futuro dell’Abeconomia. Ci stiamo dirigendo verso una fase cruciale per il Giappone. Che cosa succederà se la coalizione non riuscirà ad ottenere la maggioranza? E se Abe si dimettesse? Ci stiamo avvicinando alla fine dell’Abemania? Se sì, cosa ci aspetta in futuro? A nostro avviso l’intensificarsi delle incertezze politiche presto metterà alla prova gli orsi dello JPY, formando una forte resistenza prima di 120.

A breve la politica sarà fonte di apprensione

Dall’inizio del mandato di Shinzo Abe, alla fine del 2012, lo yen ha ceduto più del 45% contro l’USD. Abe ha introdotto un programma drastico, noto come “Abeconomia”, per combattere la deflazione che da 10 anni attanagliava il Giappone. L’Abeconomia si basa su tre “frecce”: massiccio allentamento monetario, stimoli fiscali e riforme strutturali. Se il massiccio deprezzamento dello yen ha fatto aumentare, sviluppo gradito, i prezzi al consumo nel primo trimestre del 2014, il lento miglioramento delle esportazioni e la stagnazione della crescita delle retribuzioni hanno pesato più del previsto sui consumi delle famiglie dopo l’introduzione del primo aumento dell’IVA lo scorso aprile.

Alla luce del sensibile deterioramento dell’Abeconomia dopo l’aumento dell’aprile 2014 (dal 5% all’8%), il rinvio del secondo aumento dell’IVA (dall’8% al 10%) è molto probabilmente una decisione saggia e già prevista del leader populista Abe. Nella sua conferenza stampa di ieri, Abe ha promesso che non ci sarà un altro rinvio nel consolidamento fiscale e ha ripetuto che il paese non dovrebbe perdere l’opportunità di uscire dal ciclo deflattivo. Il Giappone ora si avvia verso elezioni anticipate e il primo ministro Abe ha detto che si dimetterà se la coalizione al potere non otterrà la maggioranza. Secondo noi un esito del genere è poco probabile. Se la coalizione non dovesse sopravvivere alle elezioni di dicembre, tuttavia, ciò si tradurrebbe in un rifiuto dell’Abeconomia e danneggerebbe sicuramente le previsioni d’inflazione, colpendo anche il trend negativo dello JPY.

GBP/JPY bloccato nella fascia 181,15/184,75

La coppia GBP/JPY trova una forte resistenza prima di 185,00 perché la debolezza della GBP ha parzialmente compensato le recenti vendite di JPY. Con il venir meno del momentum rialzista della coppia GBP/JPY, una chiusura giornaliera sotto 181,00 (pivot MACD) dovrebbe segnalare un pattern d’inversione ribassista di breve termine. Soprattutto alla luce delle condizioni d’ipercomprato, è possibile una violazione verso l’area 179,50/180,00, anche se il calo dovrebbe essere limitato perché i verbali della BoE mostrano toni più ottimisti rispetto a quelli del rapporto trimestrale sull’inflazione (QIR) della scorsa settimana. Con 7 favorevoli e 2 contrari, i banchieri britannici hanno deciso di mantenere il tasso di riferimento al minimo storico dello 0,50%. Sebbene le preoccupazioni per la ripresa moderata dell’Eurozona spingano la maggioranza a essere prudente, alcuni ritengono che il ristagno dovrebbe subire un deterioramento più rapido, che spingerebbe l’inflazione più del previsto, sopra l’obiettivo del 2%. Anche se ieri il leggero miglioramento dell’IPC (in rialzo dall’1,2% all’1,3% a/a) non è riuscito a sostenere l’entusiasmo per la GBP, i verbali di oggi dovrebbero fornire qualche rassicurazione ai falchi della BoE.

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The Risk Today

EUR/USD Il rimbalzo dell’EUR/USD è stato finora di poco conto. La resistenza a 1,2577 è intatta. Un'altra resistenza è disponibile a 1,2632. I supporti orari si attestano a 1,2395 (minimo 11/11/2014) e a 1,2358. In una prospettiva di lungo termine, da maggio 2014, l’EUR/USD si trova in un trend discendente. La violazione della forte area di supporto fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) ha spianato la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Una resistenza chiave giace a 1,2886 (massimo 15/10/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USDpermane debole. È messo in discussione il supporto orario a 1,5593 (minimo 14/11/2014). Resistenze orarie possono essere trovate a 1,5679 (massimo 18/11/2014) e a 1,5736. A più lungo termine, la rottura del supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013) conferma una tendenza ribassista di fondo. Un rischio al ribasso conservatore è dato da un test del supporto a 1,5423 (minimo 14/08/2013). Un altro supporto è disponibile a 1,5102 (minimo 02/08/2013). Una resistenza chiave si trova a 1,5945 (massimo 11/11/2014, vedasi anche il canale discendente).

USD/JPY L’USD/JPY prosegue nella fase di ascesa come osservabile dai nuovi massimi oltre la resistenza oraria a 117,05 (massimo 17/11/2014). Supporti orari possono essere trovati a 116,34 (minimo 18/11/2014) e a 115,46 (minimo 17/11/2014). Una resistenza può essere trovata a 117,95 (massimo 15/10/2007). Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 105,23 (massimo 15/10/2014). La violazione della resistenza principale a 110,66 (massimo 15/08/2008) spiana la strada a un ulteriore rialzo verso 120,00 (soglia psicologica, vedasi altresì il 61,8% del ritracciamento sul calo dal 1998 al 2011). Una resistenza importante si trova a 124,14 (massimo 22/06/2007).

USD/CHF L’USD/CHF continua a muoversi all'interno del canale discendente. Un supporto chiave è pari a 0,9544. Resistenze orarie possono essere trovate a 0,9655 (vedasi altresì il canale discendente) e a 0,9701. Un altro supporto si ubica a 0,9442. In una prospettiva di più lungo periodo, la struttura tecnica favorisce un pieno ritracciamento dell’ampia fase correttiva iniziata a luglio 2012. I recenti nuovi massimi oltre la resistenza chiave, a 0,9691, confermano tale prospettiva. Un supporto robusto staziona a 0,9368 (minimo 15/10/2014). Una resistenza chiave può essere trovata a 0,9839 (massimo 22/05/2013).

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