I policymaker della Federal Reserve la settimana scorsa si sono mostrati pronti ad alzare i tassi di interesse in maniera più aggressiva, se necessario, per combattere l’inflazione.
Il Presidente della Fed Jerome Powell ha rimarcato lunedì scorso che la Fed farà tutto il necessario per combattere l’inflazione, parlando alla conferenza annuale della National Association for Business Economics.
Molti policymaker hanno fatto eco alla sua determinazione, spingendo gli economisti a iniziare a valutare aumenti maggiori dei tassi di fondi federali.
Il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, che in genere tende ad essere più cauto, si è detto pronto ad alzare i tassi di 50 punti base alla volta.
La Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, un’altra “colomba” ha fatto riferimento sia ad un aumento di 50 punti base che ad una riduzione degli acquisti di bond.
John Williams, presidente della Fed di New York Fed e vice presidente del FOMC, ha usato l’aggettivo “svelte” per parlare delle azioni della Fed.
“Quale sia la decisione giusta in un dato momento dipenderà dalla situazione del momento appunto. Se sarà appropriato aumentare i tassi di interesse di 50 punti base in un vertice, allora penso che dovremmo farlo. Se sarà appropriato andare con 25, allora dovremmo farlo. Non vedo alcuna ragione per non fare l’una o l’altra”.
Gli analisti hanno iniziato ad alzare le loro aspettative, che vanno da due aumenti di mezzo punto nei prossimi due incontri, seguiti da aumenti di un quarto di punto nei rimanenti quattro incontri di quest’anno, ad un’altra proiezione di quattro aumenti di mezzo punto, seguiti da due aumenti di un quarto di punto. Quest’ultima ipotesi porterebbe la Fed vicino al 3% entro la fine dell’anno.
Tuttavia, David Marsh, presidente dell’Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF) e osservatore da lungo tempo della politica monetaria ha sollevato la possibilità che le banche centrali si fermeranno prima di provocare una recessione con aumenti eccessivi dei tassi di interesse. La guerra in Ucraina rende rischioso per loro creare difficoltà ai politici.
Quel conflitto potrebbe continuare e le banche centrali potrebbero semplicemente rinunciare con l’inflazione.
In ogni caso, ci sono dei crescenti timori che la Fed ed altre banche centrali riusciranno a progettare un “atterraggio morbido” per l’economia. Si parla più di una “recessione di crescita”, che significa una crescita economica più lenta e un piccolo aumento della disoccupazione mentre le banche centrali applicano i freni monetari.
Questi scenari alternativi potrebbero essere solo un mero desiderio. Quello che sappiamo per certo è che l’inflazione sta crescendo ed è probabile che continui su questa strada - e i politici l’hanno costantemente sottovalutata.