Rassegna giornaliera sul mercato forex, 1 marzo 2022
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
I prezzi del petrolio sono schizzati sopra i 100 dollari al barile, mentre titoli e valute registrano forti ribassi. L’euro e la sterlina sono state le valute più colpite dall’avversione al rischio, in quanto gli investitori si sono diretti verso il dollaro, tradizionale valuta rifugio. Le economie della zona euro e quella britannica sono le più sensibili al rallentamento della crescita in Russia e alle sanzioni applicate. Circa il 40% del gas e più del 25% del petrolio importato nell’UE viene dalla Russia. La perdita di queste forniture unite all’aumento dei costi hanno colpito fortemente l’Europa. I dollari di Australia e Nuova Zelanda hanno invece visto perdite limitate in quanto non importano alcun prodotto petrolifero dalla Russia.
Ora, in vista della testimonianza semestrale del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell sull’economia, la Russia si sta preparando ad intensificare l’attacco in Ucraina. Ha intimato ai cittadini di Kiev di lasciare la città, alimentando i timori di un attacco sconvolgente in arrivo per la capitale dell’Ucraina. L’invasione russa promette di tenere l’inflazione, in salita al ritmo più veloce degli ultimi 40 anni, a livelli ancora elevati per qualche tempo. Il costo del petrolio non è l’unico a salire, i prezzi del frumento sono al livello più elevato dal 2008. Considerando solo i prezzi, la Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale questo mese. Tuttavia, le aspettative di un aumento sono state ridimensionate dagli eventi e ora ci si attende un aumento di un quarto di punto a marzo, seguito da un aumento tra i 75 e i 125 punti base nel corso dell’anno.
Storicamente, lo shock della guerra sul mercato finanziario è di breve durata, ma è difficile dire fino a che punto Putin si spingerà. Powell dovrà rassicurare gli investitori domani che la banca centrale sta lavorando per combattere l’inflazione elevata, bilanciando al contempo i rischi che l’invasione russa pone ai mercati finanziari. Ci attende un periodo di grande incertezza e Powell potrebbe trovare prudente essere più conservatore in questo momento. Mentre questa guerra potrebbe andare avanti ancora a lungo, l’aumento dell’inflazione è un problema spinoso che i banchieri centrali devono affrontare di petto. Crediamo che domani Powell si impegnerà fortemente per un inasprimento che potrebbe dare una spinta ai rendimenti del Tesoro e al dollaro USA.
La Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati ieri e la cosa non ci ha affatto sorpresi. Il governatore Philip Lowe ha espresso la preoccupazione sulle possibili ulteriori pressioni inflazionistiche dalla guerra in Ucraina, ma con l’aumento degli stipendi che non riesce a tenere il passo con l’aumento dei prezzi, non c’è la fretta di aumentare i tassi di interesse. La Banca del Canada si riunirà domani. Il dollaro canadese è andato in selloff oggi, nonostante i piani della banca centrale di alzare i tassi di interesse per la prima volta quest’anno di 25 pb. Prima dell’invasione russa, ci si aspettava un aumento di 50 punti base, grazie al mercato del lavoro forte e all’inflazione elevata. Tuttavia, le proteste di febbraio e l’incertezza della situazione in Ucraina rendono un aumento di un quarto di punto una mossa più sensata. Gli investitori hanno deciso di vendere il loonie nonostante la crescita del PIL più forte nel quarto trimestre e un aumento del 10% del prezzo del petrolio.