Dopo la debolezza vista ieri sull’azionario, sono proseguite le vendite di asset rischiosi. I mercati azionari USA hanno chiuso in calo perché i dati deludenti sul manifatturiero cinese e britannico hanno riportato in primo piano la debolezza all’estero nella mente degli investitori USA.
I rendimenti dei titoli di Stato USA hanno fermato la loro marcia al ribasso, senza tuttavia invertire il trend ribassista, perché la domanda di asset sicuri rimane forte. I rendimenti dei titoli USA a due anni si sta consolidando intorno allo 0,75%, mentre quelli dei decennali sono inferiori all’1,80%. Sui mercati valutari, l’USD ha compiuto un rally marginale, perché gli operatori si sono spostati su asset più sicuri.
Ciò nonostante, senza il supporto dei tassi d’interesse, riteniamo che questo movimento non sarà stabile. Gli acquisti di breve termine sull’USD sono sostenuti anche dai commenti del presidente della Fed di Atlanta Dennis Lockhart che, nonostante il tono prevalentemente accomodante, ha segnalato che alla riunione di giugno è possibile un rialzo. Il rapporto ADP e la voce occupazione dell’ISM servizi in uscita oggi dovrebbero segnalare un rallentamento della crescita del mercato occupazionale negli USA e del cruciale rapporto sulle buste paga di venerdì.
La debolezza economica farà abbassare anche le aspettative del mercato di due rialzi del tasso nel 2016 e spingerà i tori dell’USD verso la porta d’uscita. Anche se vicino al fondo, non vediamo motivazioni nei fondamentali tali da giustificare un’inversione prolungata delle vendite di USD. A livello globale, però, cresce il malcontento per il trend e il ritmo della flessione dell’USD. Il taglio del tasso a sorpresa della RBA segnala che un aumento del tasso di cambio potrebbe “complicare” il processo di adattamento; potrebbero esserci altri tagli del tasso ai minimi pari all’1,75% per allontanare un rafforzamento indesiderato dell’AUD.
In Giappone, il governatore della banca centrale (BoJ) Kuroda e il ministro delle Finanze Aso hanno bombardato il mercato con minacce, affermando che un’”intensificazione” dei movimenti dello yen potrebbe innescare un intervento (diretto sul forex). Non dimentichiamo che siamo in mezzo a una “guerra valutaria” che dura da dieci anni, in cui la debolezza eccessiva dell’USD potrebbe innescare degli interventi di politica monetaria.
EURUSD
L’EUR/USD scende dopo il recente aumento. La resistenza oraria si attesta a 1,1616 (massimo 12/04/2016). Il supporto orario si ubica a 1,1370 (minimo 29/04/2016) e un supporto più robusto si colloca a 1,1144. Si prevede un’ulteriore ascesa all’interno del canale ascendente. A più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un’inclinazione ribassista finché reggerà la resistenza a 1,1746. La resistenza chiave si trova a 1,1640 (minimo 11/11/2005). L’attuale apprezzamento tecnico implica un graduale aumento.
GBPUSD
Ieri la coppia GBP/USD ha perso due cifre e attualmente si avvicina al supporto a 1,4475 (minimo 27/04/2016). La resistenza oraria è data a 1,4770 (massimo 03/05/2016). Una resistenza robusta si colloca a 1,4969 (massimo 27/12/2016). Si prevede un ulteriore consolidamento prima di entrare in un altro movimento ascendente. Il modello tecnico a lungo termine è negativo e favorisce un ulteriore calo verso il supporto chiave a 1,3503 (minimo 23/01/2009), fino a quando i prezzi permarranno sotto la resistenza a 1,5340/64 (minimo 04/11/2015, si veda anche la media mobile a 200 giorni). Tuttavia, le generali condizioni di ipervenduto e la recente ripresa dell’interesse all'acquisto spianano la strada verso un rimbalzo.
USDJPY
La coppia USD/JPY registra un netto movimento ascendente. La resistenza oraria si ubica a 107,42 (massimo 29/04/2016). La resistenza oraria giace a 107,42 (massimo 29/04/2016), una resistenza più robusta può essere trovata a 111,88 (massimo infragiornaliero). Si prevede una debolezza continua. Auspichiamo un’impostazione ribassista a lungo termine. Puntiamo al supporto a 105,23 (minimo 15/10/2014). A questo punto appare meno probabile un graduale aumento verso la forte resistenza a 135,15 (massimo 01/02/2002). Si osserva un altro supporto chiave a 105,23 (minimo 15/10/2014).
USDCHF
La coppia USD/CHF è chiaramente orientata al ribasso sul medio termine e ha infranto molteplici supporti. Tuttavia, la coppia segna oggi un rimbalzo all’indietro verso la resistenza oraria a 0,9605 (massimo 02/05/2016). Il supporto orario è dato a 0,9444 (minimo 03/05/2016). Si prevede un ulteriore indebolimento. In un’ottica di lungo termine, la coppia sta facendo registrare massimi da metà 2015. Il supporto chiave può essere individuato a 0,8986 (minimo 30/01/2015). La struttura tecnica favorisce un’impostazione rialzista di lungo termine.