Morning Adviser 6 maggio 2015
di Davide Marone, Market Analyst DailyFX
Twitter: @DaveMarone
Il dollaro soffre
Davide Marone, 6 maggio 2015
Leggere il mercato valutario in ottica dollaro-centrica è concettualmente corretto per come questo è costruito fin dal suo concepimento. Averlo fatto nell’ultimo anno si è rivelato, se possibile, ancor più accorto visto il trend di ascesa del dollaro che si è dimostrato di millimetrica precisione e farlo tutt’ora ci restituisce ancora una buona chiave di lettura dal momento che quando il biglietto verde si muove tendenzialmente sposta in maniera univocal le quotazioni di tutti I cambi in cui esso è contenuto. Ciò è tanto più vero nel caso delle news che riguardano gli Stati Uniti, così come dimostrato in particolare nella giornata di martedì ed in parte quella di ieri, la quale ha vissuto di due momenti salienti da questo punto di vista: la pubblicazione degli ADP, dati precursori dei Non Farm Payrolls che verranno rilasciati domani, e lo speech di Janet Yellen, Governatore della Federal Reserve. Il primo ha mostrato un calo a 169k rispetto alle attese a 200k, e ciò ha condotto alle prime e volatili vendite di biglietto verde. Per quanto riguarda il secondo, Yellen ha lanciato al mercato input non sottovalutabili andando peraltro (intelligentemente) a “cavalcare” la debolezza del dollaro Americano: nel suo intervento infatti congiunto con Christine Lagarde, Direttore del Fondo Monetario Internazionale, il governatore Fed ha espresso a chiare lettere che “bassi tassi di interesse sono necessary al raggiungimento degli obiettivi economici”, lasciando dunque intendere una volta di più che I vagheggiati rialzi dei tassi di interesse non saranno così ravvicinati nel tempo e rafforzano la nostra idea che questi ultimi giungeranno in autunno anche inoltrato. Naturalmente ciò ha contribuito ad acuire le dismissioni di dollaro, mentre la reazione delle Borse è stata apparentemente contraria alla logica per la quale, se le aspettative sul rialzo dei tassi vengono differite, i listini ne beneficiano; ciò è verosimilmente riconducibile ad un’altra frase netta pronunciata poco dopo che recita che “le quotazioni del mercato azionario sono in questo momento generalmente troppoi elevate”, probabilmente in risposta a Warren Buffett che solo qualche giorno fa aveva dichiarato che le azioni sono perfino “cheap”, cioè a prezzi bassi, in questo momento storico. E’ lecito dunque attendersi, nei giorni che precedono la release del market mover per antonomasia, un mercato valutario sostanzialmente guidato da dinamiche dollaro-centriche pur monitorando aspetti specifici delle single valute che quindi possono acuirle o svilirle. Ci riferiamo, sul fronte euro, alla questione greca che appare sempre più intricata e lontana da vicine risoluzioni; ieri l’asta dei titoli di stato a 6 mesi in Grecia non ha destato particolari preoccupazioni, ma già domani andranno a scadenza obbligazioni governative per oltre 1 miliardo di euro e il prossimo lunedì il paese ellenico sarà chiamato a rimborsare il prestito al Fondo Monetario Internazionale per una tranche di circa 775 milioni di euro. E’ dunque tassativo monitorare questa situazione al fine di non essere colti di sorpresa su fiammate di volatilità improvvise in intraday. Va detto che l’euro si trova in posizione di forza contro la maggior parte delle alter major, eccezion fatta per il dollar australiano. Nel caso più noto dell’Eurodollaro, il fallimento dei minimi da metà marzo e la violazione delle resistenze a 1,1050 della settimana scorsa – uniti ai ritracciamenti articolatisi tra lunedì e martedì - hanno sostanzialmente confermato un quadro tecnico bullish che ha vissuto ieri una giornata cruciale e che potra vedee ulteriori manifestazioni oggi con il potenziale raggiungimento dell’area tra 1,1460 e 1,1550. Simili setup tecnici si sono visti per EurJpy ed EurGbp, per non parlare del rialzo ancor precedente di EurNzd. Questioni specifiche sono ancora da seguire per quanto concerne la sterlina che sarà interessata dalle elezioni in Gran Bretagna di questo fine settimana (in realtà solo il giorno 7) e che quindi potrà vivere due giorni più “calmi” per poi esplodere in volatilità in apertura di settimana prossima e per il dollaro australiano che, nella settimana del taglio del cash rate, sta vivendo una improbabile forza anche a fronte di release non sempre lusinghiere come dimostrato questa notte con i dati sull’occupazione. La notte prossima vedrà invece la pubblicazione delle Minute della Reserve Bank of Australia e I fondamentali dati sulla Cina; verosimile, in primis, che la RBA possa esprimere senza troppi giri di parole che il dollaro australiano è molto sopravvalutato, e che la volatilità (possibile dunque verso il ribasso) sia molto elevata sulle release cinesi. Continueremo a seguire invece i listini azionari in ottica bearish dopo i segnali importanti dei giorni scorsi, così come il Bund che potrebbe perfino acuire le discese anche durante la giornata di oggi. Poco da segnalare invece per quanto concerne il calendario macroeconomico che di rilevante ci mostra esclusivamente la richieste di disoccupazione negli Stati Uniti delle 14.30.
Come dunque accennato nella prima parte, la struttura del prezzo su base giornaliera, ci consente di dire che sono verosimili delle estensioni al rialzo dell’eurodollaro in favore di importanti resistenze che iniziano a livello di 1,1460. Sul grafico daily la rottura dei massimi a 1,1290, contestuali al superamento della media mobile esponenziale a 100 periodi, è infatti molto significativa rispetto alle conferme bullish che ravvisiamo come maggiormente probabili da qui a domani, almeno fino alla pubblicazione del report sul lavoro negli Stati Uniti. Il 4 ore, non più tardi di ieri, ci ha mostrato il termine della correzione ribassista ed in area media 21 ci ha guiudato verso I rialzi che dunque potrebbero già partire denna mattinata considerando come primo obiettivo sensibile nel breve la soglia psicologica di 1,14. La rottura dunque dei massimi visti ieri a 1,1370 quindi potrebbe indurre ad operazioni long di breve per messa di stop in pari in area 1,14 e dunque successive valutazione di estensioni bullish. Se i massimi dovessero invece mostrare la loro tenuta, attenderemo dei pullback sulle ottime confluenze grafiche (così come da grafico orario) in area 1,1320/25 per riacquisire posizioni lunghe con i medesimi obiettivi. Resteremo invece estremamente prudenti sugli short che rimanderemo al superamento al ribnasso di 1,1285 o, acnora più prudentemente, di 1,1265 in direzione 1,1215.
EurUsd – grafico H1
Tutt’altra chiarezza invece su UsdJpy. Il cambio continua a muoversi ormai con grande erraticità tra la macroarea di support a 118,50 e quella di resistenza attorno a 120,50. Il cambio talvolta segue le logiche dollaro-centriche, talvolta segue più direttamente i movimenti dell’azionario ed in particolare dell’indice S&P500. Il giornaliero dunque, al di là di permetterci l’individuazione delle zone sopracitate, serve a poco altro. Il time frame a 4 ore ne segue in qualche modo le orme dal momento che non ci segnala interessanti punti di confluenza grafica che invece ritroviamo sul grafico orario: quest’ultimo infatti ci presenta aree di vendita tra 119,55 e 119,65 ed eventuali punti da lavorare in breakout ribassista a 119,40 per raggiungimenti di 119,20 e 119,05 in estensione. Dalla violazione di quest’ultimo dipenderanno le velleità bearish del prezzo che, al rialzo invece, diviene appetibile al superamento di 119,65 in direzione 119,85 e 120,05 in estensione.
UsdJpy – grafico H1
Come ripetuto nei giorni passati, il settimanale ed il giornaliero del cable hanno messo in evidenza le potenzialità rialziste solo in parte svilite dai movimenti forti correttivi di giovedì e venerdì scorsi. Il giornaliero ci ha mostrato infatti un perfetto appoggio della price action sul supporto e punto di transito media 21 a 1,5095 da dove poi è ripartito. Il 4 ore si allinea a questo tipo di view mentre il grafico orario, che resta il migliore in questa fase per seguire iI cambi originali, ci mostra punti interessanti di acquisto a 1,5225 in direzione dei massimi visti ieri a 1,5290. Considerando “l’attesa” che potrebbe riguardare la sterlina fino al fine settimana, potremmo non vedere estensioni significative dei movimenti sul cambio; tuttavia sopra 1,53 il prezzo potrebbe vivere sostanziali rialzi verso 1,5350 e 1,54 dato l’ampio spazio “disponibile”. Più irto di ostacoli il cammino ribasista che comunque passa dal superamento al ribasso di area 1,5200/25, per obiettivi comunque contenutio a 1,5175 prima e 1,5150. Più ampio invece lo spazio sotto quest’ultimo, per l’appunto in direzione 1,5095.
GpbUsd – grafico H1
La valuta più forte, come già accennato nella prima parte del contributo, resta senza dubbio il dollaro asutraliano per quello che concerne l’orizzonte temporale di questa settimana. Anche il giornaliero ci ha mostrato tali caratteristiche e, se la tenuta dei supporti fino a 0,79 dovesse rivelarsi corretta, allora c’è ottima probabilità che il percorso bullish prosegua. Venendo all’intraday, I movimenti di questa notte sulle news hanno “sporcato” tecnicamente la price action che tuttavia vede importanti supporti a 0,7975 per crescite fino dunque ad area 0,8025. Ci porremo ancora in ottica di acquisto in area 0,7950 con posizioni lunghe che, come già detto, non tollereremo sotto 0,70 dal quale potrebbero ripartire sell off degni di nota.
AudUsd – grafico H1
Ger30 (Dax)
Listini azionari ancora piuttosto pesanti dunque. Il forte sell off di martedì, oltre a mostrarci un chiaro segnale ribassista sul daily, ha condotto ieri a dinamiche di ricopertura e prese di profitto che sono andate a causare salite fino però alle confluenze grafiche in area 11.440 che hanno rappresentato quindi nuovi ed ottimi punti di vendita. Ciò è chiarissimo su H1, con la media 21 che ben sottolinea la validità di quei livelli, a cui sis ono accompagnati gli 11.390 ed in ultima istanza 11.360 da dove sembra possano articolarsi nuovi sell a partire da questa mattina. Buone dunque le posizioni in vendita da tali livelli che passano però dalla rottura di 11.250 per il successive e strategico approdo a 11.190 dal quale potremo attenderci significative correzioni. Long a risk/reward favorevole sono invece implementabili sopra area 11.500 per 11.570, vero spartiacque quest’ultimo per vere ripartenze al rialzo.
Ger30 – grafico H1
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