Dublino afferma: “Rischi per i diritti e le libertà fondamentali”
L’Irlanda ha comminato una super-multa da 1,2 miliardi di euro a Meta Platforms, la società proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, per non avere rispettato le norme europee sulla tutela della privacy. Nell’annunciare la sanzione lunedì 22 maggio la Commissione irlandese per la protezione dei dati ha dichiarato che i continui trasferimenti di dati del gigante dei social network verso gli Stati Uniti avvengono senza garanzie per "i rischi per i diritti e le libertà fondamentali" delle persone i cui dati sono stati trasferiti in America.
Oltre alla multa, le autorità irlandesi hanno ordinato a Meta di sospendere entro cinque mesi "qualsiasi futuro trasferimento di dati personali negli Stati Uniti" e di interrompere entro sei mesi "l'elaborazione illegale, compresa la conservazione, negli Stati Uniti" dei dati personali trasferiti da Paesi dell’Unione europea.
Quotazioni Meta in lieve calo nel pre-market
Negli scambi del pre-market a Wall Street l’azione Meta scende dell’1,5% a 241,9 dollari.
Bloomberg ricorda che la super-multa nei confronti di Meta coincide con il quinto anniversario del Regolamento generale sulla protezione dei dati della Ue, ampiamente considerato come il punto di riferimento mondiale per la privacy. Dal maggio 2018 le autorità di regolamentazione dei 27 Paesi della Ue hanno il potere di imporre multe fino al 4% del fatturato annuale di un'azienda per le violazioni più gravi. L'autorità di vigilanza irlandese si è trasformata da un giorno all'altro nel principale regolatore della privacy per alcune delle più grandi aziende tecnologiche attive in Europa.
Vicino un nuovo accordo Ue-Usa ul trasferimento di dati
Il divieto di trasferimento dei dati era ampiamente previsto e aveva già spinto l'azienda di Mark Zuckerberg a minacciare il ritiro delle proprie attività dalla Ue. Tuttavia, scrive Bloomberg, il probabile impatto è stato smorzato dalla fase di transizione e dalla prospettiva di un nuovo accordo fra l’Unione europea e gli Stati Uniti sui flussi di dati che potrebbe essere operativo già a metà di quest'anno.
Meta ha dichiarato che ricorrerà in appello contro la decisione irlandese, definendola "errata" e "ingiustificata". L'azienda ha etto anche che chiederà la sospensione degli ordini di divieto, affermando che causerebbero danni ai "milioni di persone che usano Facebook ogni giorno".
Le restrizioni sul trasferimento dei dati rischiano di ridurre Internet "in silos nazionali e regionali, limitando l'economia globale e lasciando i cittadini di diversi Paesi nell'impossibilità di accedere a molti dei servizi condivisi su cui abbiamo fatto affidamento", hanno dichiarato Nick Clegg, presidente di Meta per gli affari globali, e Jennifer Newstead, responsabile legale