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Malgrado rassicurazioni e aumento produzione OPEC+, pesa la realtà della domanda

Pubblicato 16.07.2020, 15:48
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 16.07.2020

La Commissione ministeriale congiunta di vigilanza (JMMC) dell’OPEC+ si è incontrata ieri ed ha consigliato al gruppo di procedere con il piano per aumentare la produzione petrolifera di ben 1,6 milioni di barili al giorno ad agosto. Arabia Saudita e Russia hanno entrambe ribadito che credono che la domanda globale stia salendo grazie all’aumento dell’attività economica e che il mercato troverà facilmente una collocazione per questo greggio extra.

Crude Oil WTI Weekly Chart

Grafico settimanale greggio WTI

Ciononostante, i due paesi hanno aggiunto che tutto questo greggio in più sarà consumato internamente nelle nazioni in cui verrà prodotto.

Perché fare una promessa simile se la domanda di greggio si sta riprendendo in tutto il mondo? Il quadro reale della domanda di greggio e le implicazioni dell’aumento della produzione sono più complessi. Analizziamoli meglio:

La tentazione di aumentare le esportazioni

L’Arabia Saudita intende aumentare la produzione di 500.000 barili al giorno ad agosto. Il ministro del petrolio Abdulaziz bin Salman ha affermato che l’Arabia Saudita si aspetta un incremento della domanda di elettricità nonché un maggiore uso di benzina e gasolio per via del fatto che i cittadini staranno a casa nei mesi estivi. Ovviamente, l’estate sarà già a metà quando inizieranno gli aumenti di agosto. Di fatto, ha promesso che “non un solo barile sarà esportato in più” ad agosto rispetto a luglio.

Questa promessa potrebbe essere reale, ma potrebbe anche significare che questi barili extra troveranno il modo di arrivare sui mercati globali come prodotti raffinati anziché come greggio. La teoria del ministero del petrolio saudita è che, poiché più cittadini resteranno nel paese durante i mesi estivi per via del virus, ci sarà un maggiore utilizzo di carburante all’interno della nazione. Tuttavia, l’Arabia Saudita sta vedendo una recessione con misure di austerità senza precedenti, mentre il settore del turismo e del turismo religioso si è fermato e il paese si riprende dalle serrate. È pura speculazione prevedere alti consumi di carburante a livello nazionale. Se l’Arabia Saudita non dovesse riuscire a trovare consumatori nella nazione, gli osservatori dei mercati dovrebbero aspettarsi che il paese esporti questi prodotti.

Anche il ministro del petrolio russo Alexander Novak afferma che la Russia consumerà la sua produzione aggiuntiva a livello nazionale. Il greggio russo Urals è stato molto richiesto a giugno e luglio ed è ora scambiato a più del Brent. Solo ad aprile, il greggio Urals era scambiato a meno.

Nonostante le rassicurazioni di Novak secondo cui le esportazioni petrolifere russe non aumenteranno, il paese potrebbe essere fortemente tentato di mettere più greggio sul mercato ora che l’Urals è così richiesto. Se la Russia dovesse vedere i clienti in Europa passare al greggio dell’Africa occidentale e del Mare del Nord, potrebbe non resistere alla tentazione di esportare anche il suo. Oppure questi barili potrebbero finire sul mercato globale come prodotti raffinati se la produzione russa di benzina, gasolio e carburante per aerei dovesse superare la domanda nazionale.

Domanda petrolifera USA difficile

Il quadro della domanda da parte del principale consumatore petrolifero al mondo, gli Stati Uniti, continua ad apparire difficoltoso ed incerto. Secondo l’EIA, le scorte di greggio sono scese di poco più di 7 milioni di barili la scorsa settimana, ma la domanda dei prodotti non ha mostrato rialzi significativi.

Molti attribuiscono la lenta crescita della domanda di benzina ai timori per l’impennata dei casi di coronavirus in Texas, California e Florida, tre stati che complessivamente sono responsabili del 27% della domanda statunitense. La California di recente ha annunciato le serrate di alcune attività e, anche se Florida e Texas non hanno fatto altrettanto, la domanda di benzina in questi stati non sta salendo più. Allo stesso tempo, la produzione petrolifera USA sembra essersi stabilizzata a 11 milioni di barili al giorno, secondo l’EIA.

L’OPEC invertirà la rotta?

L’OPEC+ non sembra preoccuparsi per la difficile ripresa della domanda negli USA e si aspetta che eventuali nuove serrate economiche imposte dai governi a questo punto siano isolate e temporanee. Secondo il ministro del petrolio saudita, l’OPEC+ prenderebbe in considerazione un vertice di emergenza per rivedere al ribasso la produzione solo se le nuove misure di restrizione dovessero avere un impatto su “una grossa fetta dell’economia mondiale”. La JMMC ha in programma di rivedersi il 18 agosto per valutare il rispetto dell’accordo. L’OPEC+ si incontrerà a dicembre per considerare le quote di produzione.

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