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Diffusa domanda di USD, NZD colpito duramente dall’IPC

Pubblicato 23.10.2014, 10:48
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Market Brief

L’USD viene richiesto diffusamente dopo l’attacco di Ottawa di ieri, l’indice DXY ha raggiunto i massimi da una settimana. L’IPC USA riferito a settembre, pubblicato ieri, è risultato leggermente migliore di quanto previsto dal mercato. A settembre, sia l’IPC, sia l’IPC di fondo sono rimasti invariati all’1,7% su base annua (rispetto all’1,6% e all’1,7% previsti). Il leggero miglioramento dei prezzi al consumo concede tempo alla Fed prima di intervenire con il primo rialzo del tasso sui fondi federali. I rendimenti dei decennali USA sono risaliti al 2,24% a New York, ma poi non sono riusciti a spingersi oltre. Le incertezze sulla politica monetaria probabilmente freneranno i tassi USA ancora per un po’ di tempo.

La giornata di mercoledì è stata un susseguirsi di eventi in Canada. L’attacco di Ottawa e la decisione della BoC hanno fatto lievitare le volatilità nel complesso CAD. La BoC ha mantenuto invariato il tasso bancario all’1,0%, in linea con le nostre attese, ma, a sorpresa, si è allontanata dalla sua impostazione “neutrale” e dall’utilizzo della “forward guidance”. I segnali di raffreddamento dell’IPC di settembre e la debolezza dei prezzi del petrolio hanno determinato i toni accomodanti. L’USD/CAD è scivolato a 1,1184 (minimo da più di una settimana), gli ordini d’acquisto sotto la media mobile a 21 giorni (1,1203) hanno fatto rientrare la coppia nella fascia di questa settimana compresa fra 1,12 e 1,13, perché l’attacco di Ottawa e i prezzi bassi del petrolio hanno compensato la decisione della BoC. L’impostazione per l’USD/CAD è diventata marginalmente negativa; si osserva una zona di resistenza a 1,1296/1,1325 (massimo della settimana / pivot MACD).

In Giappone, i dati del Ministero delle Finanze hanno mostrato un calo dell’interesse giapponese per i bond stranieri nella settimana conclusasi il 17 ottobre. Gli investitori giapponesi detengono posizioni corti nette pari a 1.169,1 miliardi di yen in bond stranieri (a fronte dei +796,0 mld di yen di una settimana fa), l’interesse straniero per l’azionario giapponese è calato di altri 412,6 miliardi di yen. Sull’onda della diffusa forza dell’USD, la coppia USD/JPY è salita a 107,38. Il momentum ribassista sta rallentando, anche se discrete barriere per le opzioni a 107,50+ rendono difficoltosi i tentativi al rialzo. Prevediamo un consolidamento verso la copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku (105,01/106,24). Per quanto riguarda l’EUR/JPY, la formazione di un minimo tweezer dovrebbe innescare una piccola inversione rialzista, se il livello a 135,44 (minimo di ieri) terrà per tutta la giornata.

La forza della coppia GBP/USD si è arrestata perché nei verbali della BoE si rilevano “le prove crescenti di una perdita di momentum nell’Eurozona [...], che fanno accrescere i rischi per la sostenibilità dell’espansione del Regno Unito nel lungo termine”. Permane una solida resistenza a 1,6116/86 (media mobile a 21 giorni / 23,6% di Fibonacci sulle vendite da luglio a ottobre).

Stanotte l’NZD ha fatto registrare le perdite più consistenti contro l’USD perché nel terzo trimestre l’inflazione è scesa più velocemente del previsto (0,3% t/t contro lo 0,5% previsto). L’IPC a/a è sceso all’1,0% (rispetto all’1,6% precedente). La coppia NZD/USD ha ceduto una figura con l’entrata in campo delle colombe della RBNZ. Si prevede un ulteriore indebolimento, si sta formando una resistenza prima di 0,7975/0,8000 (23,6% di Fibonacci sul calo da luglio a ottobre / esercizio delle opzioni). Il supporto chiave staziona a 0,7709 (minimo 29 settembre).

Oggi la Norges Bank annuncerà la sua decisione in materia di politica monetaria; la banca centrale dovrebbe mantenere i tassi sui depositi invariati all’1,50%. Il calendario economico di oggi è fitto di appuntamenti: sondaggio sulle imprese (previsioni di produzione della propria impresa, indice di produzione, fiducia di imprese e consumatori) di ottobre in Francia; tasso di disoccupazione riferito al terzo trimestre in Spagna; PMI manifatturiero, servizi e composito (preliminare) di ottobre in Francia, Germania ed Eurozona; tasso di disoccupazione di settembre in Svezia; vendite al dettaglio m/m e a/a e prestiti BBA per l’acquisto di abitazioni di settembre nel Regno Unito; debito e deficit pubblico riferiti al secondo trimestre nell’Eurozona; tendenza ordini totali, prezzi di vendita e ottimismo delle imprese della CBI di ottobre nel Regno Unito; richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione aggiornate rispettivamente al 18 e all’11 ottobre, PMI manifatturiero (preliminare) di ottobre negli Stati Uniti; fiducia dei consumatori (preliminare) di ottobre nell’Eurozona; indice sull’attività nazionale di settembre della Fed di Chicago, indice sull’attività manifatturiera di ottobre della Fed di Kansas City e indice predittivo di settembre negli Stati Uniti.

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Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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