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Elezioni USA, mercati in tensione e strategie economiche

Pubblicato 26.08.2024, 09:14
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Il voto è il più grande strumento di cambiamento che abbiamo; è l’opportunità di plasmare il futuro che desideriamo” (Barack Obama)

Con la nomination di Kamala Harris a candidata democratica, la campagna elettorale per la Presidenza degli Stati Uniti entra nella fase decisiva. Le parole chiave della corsa alla Casa Bianca sono: inflazioneimmigrazione e sicurezza. Il primo punto è il più controverso poiché le ricette proposte dai candidati per la difesa del potere di acquisto si basano sul deficit: meno tasse per Trump, sussidi e controllo dei prezzi per Harris. Gli economisti sollevano dubbi e la nomination di Harris ha comportato un deciso aumento della volatilità, con un incremento del 15% del VIX sull’S&P 500 in una settimana, sebbene questo sia ancora lontano dagli eccessi di inizio mese. Jerome Powell, nel suo intervento al simposio mondiale dei banchieri centrali durante il weekend, ha indicato che i tassi possono iniziare a scendere, ma non è chiaro a quale velocità. La data del 18 settembre si avvicina, e a ottobre la Fed non toccherà i tassi; a novembre, poco dopo le elezioni, sarà nuovamente chiamata a prendere una decisione. Questa situazione potrebbe mantenere gli indici con il fiato sospeso per alcuni mesi in attesa del rally di fine anno, che solitamente inizia nella seconda metà di novembre. Nel frattempo, gli indici mondiali hanno superato i timori di un hard landing e sono tornati a salire: MSCI World Equity +0,7%, S&P 500 +0,8%, Euro Stoxx 50 +1,3% e FTSE Mib +1,7%. Il calendario macroeconomico della settimana prevede: oggi alle 10:30 l’indice sullo stato di salute delle imprese tedesche (IFO), martedì alle 8:00 la lettura finale del PIL tedesco del secondo trimestre, giovedì pomeriggio l’inflazione in Germania e i dati sul mercato del lavoro statunitense, e venerdì alle 14:30 le spese per i consumi personali negli USA.

Jackson Hole Rally?

In vista del discorso del presidente della Fed, Jay Powell, al simposio di Jackson Hole, ci sono segnali positivi per i mercati azionari. Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, prevede un atterraggio morbido dell’economia statunitense, con l’inflazione dei prezzi al consumo che si avvicina all’obiettivo del 2% e vendite al dettaglio di luglio superiori alle aspettative. I risultati aziendali del secondo trimestre sono stati in linea con le previsioni, con una crescita degli utili dell’S&P 500 prevista all’11% per quest’anno e all’8% per il prossimo. Nonostante risultati contrastanti tra le principali aziende tecnologiche, la spesa per l’intelligenza artificiale rimane solida. UBS prevede che Powell chiarirà il percorso della Fed verso un possibile allentamento monetario, con tre riduzioni dei tassi attese nel 2024 e una possibile riduzione di 50 punti base se il mercato del lavoro o la spesa dei consumatori dovessero indebolirsi. Storicamente, i tagli dei tassi in periodi non recessivi hanno avuto un impatto positivo sulle azioni, e UBS prevede un aumento dell’S&P 500 del 17% nei 12 mesi successivi al primo taglio. Il recente calo del dollaro USA, dovuto alle aspettative di tagli ai tassi e al ritorno degli investitori verso asset più rischiosi, suggerisce considerazioni per allocazioni in oro come copertura contro inflazione e tensioni geopolitiche. UBS raccomanda anche una maggiore diversificazione attraverso il mercato privato e gli hedge fund per migliorare i rendimenti aggiustati per il rischio.

La Borsa non è passiva

Recenti dati elaborati da Bank of America (NYSE:BAC) mostrano un primo afflusso positivo di $150 milioni nei fondi azionari focalizzati sull’Europa, dopo 13 settimane di deflussi. Questo afflusso è stato principalmente alimentato dai fondi passivi, che hanno registrato una raccolta di $880 milioni, mentre i fondi attivi hanno visto deflussi per $730 milioni. Nonostante una ripresa positiva dell’indice Europe Stoxx 600, che ha raggiunto un rendimento dello 0,46% dall’inizio del terzo trimestre, la raccolta complessiva dei fondi azionari in Europa dall’inizio del 2024 rimane negativa, con deflussi pari a $37,18 miliardi. Dal 2005, i fondi azionari europei hanno registrato deflussi totali di $523 miliardi, con i fondi attivi che hanno visto uscite per $658 miliardi e i fondi passivi che hanno registrato un incremento di $135 miliardi. Questo trend sottolinea la crescente preferenza per i fondi indicizzati, in particolare gli ETF, che offrono costi più contenuti rispetto ai fondi attivi. Vanguard stima che, dal 2011, gli investitori europei abbiano risparmiato circa €90,6 miliardi grazie all’uso di strumenti indicizzati. Nell’ultima settimana, dal 13 al 20 agosto, Leonardo è stata l’azione più comprata in Italia dai fondi passivi, seguita da Buzzi Unicem (BIT:BZU). L’analisi condotta da BofA sui principali settori in Europa evidenzia che, nel settore auto, Stellantis (BIT:STLAM) è stata la più comprata dai fondi passivi con un peso degli acquisti sulla sua capitalizzazione dello 0,03%.
 

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