Il rapporto dell’Anthropocene Fixed Income Institute
Anche se rischia di determinare più un danno di immagine che un danno economico, l’incidente per Enel (BIT:ENEI) si sta profilando all’orizzonte. Secondo un rapporto diffuso venerdì 20 ottobre dall’Anthropocene Fixed Income Institute (AFII), il colosso italiano dell’energia molto probabilmente non raggiungerà entro la fine di quest’anno un obiettivo chiave dei suoi impegni per la riduzione dell’impatto ambientale, e questo determinerà un aumento del rendimento dei suoi bond legati alla sostenibilità.
Con sedi a Londra e a Stoccolma, l’AFII è un istituto specializzato nel valutare i bond legati alla sostenibilità. Nel suo rapporto su Enel, diffuso da Bloomberg, l’istituto afferma che il mancato rispetto dell'indicatore di prestazione comporterà per l'azienda energetica italiana un costo aggiuntivo in termini di interessi stimato in 27 milioni di dollari all’anno.
In ballo cifre poco significative per il bilancio di Enel
Il consensus degli analisti (Market Screener) stima che Enel chiuderà il bilancio 2023 con un utile netto di 6,1 miliardi di euro (quasi quattro volte l’utile dell’anno precedente) e con un debito netto di 53,4 miliardi. I bond legati alla sostenibilità contano per circa 11 miliardi di dollari.
Un'analisi condotta da CreditSights all'inizio di quest'anno ha rilevato che il mancato raggiungimento dell'obiettivo di riduzione di impatto ambientale costerebbe a Enel 107 milioni di euro in più fino alla scadenza dei bond interessati, o 155 milioni di euro se Enel finisse per mancare anche l'obiettivo del 2024. Cifre che non spostano nessun indicatore nei bilanci di un'azienda delle dimensioni di Enel.
Enel il primo emittente al mondo di SLB
Le obbligazioni legate alla sostenibilità (Sustainability linked bond – SLB) prevedono che gli emittenti paghino una penale se non raggiungono obiettivi ambientali, sociali o di governance prestabiliti. Ma a differenza dei green bond, nel contratto non è indicato come l’emittente utilizzerà i capitali raccolti. Bloomberg ricorda che in meno di cinque anni le emissioni di SLB si sono moltiplicate fino a creare un mercato del valore di oltre 250 miliardi di dollari. Enel rimane il più grande emittente di SLB al mondo e ha sottoscritto anche prestiti, garanzie e derivati con struttura simile.
La guerra in Ucraina ha cambiato il quadro delle emissioni
Per Enel, e per altre utility impegnate nella riduzione delle emissioni di CO2, il quadro è cambiato dopo che la guerra in Ucraina ha imposto modifiche alla politica energetica della Ue, che ha deciso di rinviare la chiusura di impianti di produzione di energia elettrica a carbone.
Finora Enel ha raggiunto tutti i suoi obiettivi di sostenibilità ambientale. L'azienda si è impegnata a ridurre l'intensità delle emissioni Scope 1 (la definizione più ristretta dell'impronta di carbonio) per la produzione di energia elettrica a 148 grammi di anidride carbonica equivalente per chilowattora nel 2023. Alla fine del primo semestre di quest’anno Enel ha comunicato che la cifra si è attestata a 173 gCO2e/kWh. Si tratta di un valore inferiore di circa il 25% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un calo ottenuto in buona parte grazie alla vendita delle attività in Russia. Adesso, dice l’AFII, in assenza di altre grandi dismissioni, Enel sembra molto lontana dal raggiungere il suo obiettivo per l’intero anno.
Se la previsione di AFII sarà confermata, l'evento segnerebbe la penalizzazione più significativa in un mercato il cui primo bond è stato emesso proprio da Enel nel 2019. E’ evidente che la crisi energetica innescata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta ostacolando gli impegni delle aziende in materia di clima. Tra gli emittenti di SLB che hanno risentito delle ripercussioni c’è anche la Greece Public Power Corp. che ha già mancato un obiettivo simile.
Josephine Richardson, Head of Research di AFII, riconosce che Enel ha un "impegno profondo e frequentemente aggiornato per la sostenibilità", e ricorda come l'azienda abbia reso i suoi obiettivi ESG sempre più ambiziosi negli ultimi anni. Il mancato raggiungimento dell'obiettivo di fine 2023 non deve essere visto come un cambiamento nella strategia di sostenibilità dell'azienda, dice Richardson, ma "piuttosto come un ostacolo sulla strada guidato da fattori esogeni".