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Escalation delle tensioni geopolitiche, RUB e TRY sotto pressione

Pubblicato 18.07.2014, 15:08
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Le valute dei mercati emergenti sono sotto pressione, il RUB è stato venduto aggressivamente dopo che ieri un aereo militare russo ha attaccato un jet ucraino, prima che un aereo di linea malaysiano con 298 passeggeri a bordo venisse abbattuto. L’USD/RUB ha compiuto un rally fino a 35,2903 (massimo dal 9 maggio), e anche le valute più sensibili all’andamento del RUB, come TRY, BRL e ZAR sono state colpite duramente dalle tensioni in Ucraina. Anche nel Medio Oriente si acuiscono le tensioni fra Israele e Palestina. Il clima di avversione al rischio è chiaramente infelice per la Turchia, la cui banca centrale ha appena tagliato il tasso di riferimento all’8,25% alla riunione del 17 luglio.

RUB vittima delle pesanti vendite

Le vendite aggressive sul rublo sono esemplificative del perché continuiamo a parlare di rischio. Assumendosi il rischio, gli investitori sperano di trarre beneficio dal differenziale positivo nel tasso d’interesse delle valute dei mercati emergenti ad altro rendimento, cui si sommano i cambi sostenuti dalle strategie di carry-trade sul forex. Ciò nonostante, appena si materializzano i rischi, le strategie di carry-trade possono generare perdite consistenti a causa dei bruschi movimenti dei mercati forex nella direzione opposta. Dopo quattro mesi di apprezzamento significativo, l’USD/RUB ha cancellato tutti i guadagni degli ultimi due mesi. Le pressioni a vendere dovrebbero continuare a pesare sul rublo finché non ci sarà un allentamento della tensione. Il presidente russo Putin ha insistito sulla “necessità di raggiungere il prima possibile una risoluzione pacifica della grave crisi in Ucraina”.

Ora la Banca Centrale Russa sta valutando l’impatto dei rischi geopolitici e delle sanzioni aggiuntive sulla stabilità finanziaria e ha detto che ha gli strumenti necessari per sostenere l’economia. Se necessario, si ricorrerà a strumenti aggiuntivi.

Turchia: il costo dell’allentamento potrebbe danneggiare l’economia

Alla riunione del 17 luglio, la Banca Centrale di Turchia (BCT) ha tagliato il tasso repo principale a una settimana di 50 punti base, portandolo all’8,25%. Il tasso sui prestiti overnight è stato abbassato di 50 punti base; il tasso sui crediti overnight è rimasto stabile al 12,00%. Le incertezze sulla tempistica della normalizzazione della Fed hanno sicuramente offerto un momento propizio per il terzo taglio consecutivo, ma la situazione geopolitica della Turchia fa aumentare il costo dell’allentamento strategico, perché aumentano i rischi sulle volatilità al ribasso della TRY e per l’impatto indesiderato sulle prospettive d’inflazione.

La BCT continua a mantenere la sua impostazione prudente per mezzo della banda superiore stabile, ben consapevole dei rischi geopolitici e politici cui è soggetto il paese. L’escalation delle tensioni in Ucraina ieri ha fatto lievitare l’USD/TRY a 2,1439 all’apertura dei mercati in Asia; per la prima volta dal 31 marzo (dopo il rally generato dalle elezioni amministrative), la coppia è passata di mano sopra la resistenza che coincide con la media mobile a 100 giorni (attualmente a 2,1348). L’USD/TRY dovrebbe entrare in un pattern d’inversione rialzista di breve termine in caso di chiusura giornaliera superiore a 2,1329 (pivot MACD).

La sensibilità della TRY alle tensioni politiche e geopolitiche è il motivo per cui il premio di rischio sugli investimenti in lira turca è elevato. Pur non essendo esperti di politica, le tensioni in Iraq, Israele/Palestina, Ucraina/Russia e le imminenti elezioni presidenziali hanno sicuramente impatti negativi sul rischio paese della Turchia. Questi rischi devono riflettersi in qualche modo sui prezzi. I tassi della BCT rappresentano ovviamente la base per prezzare il rischio. Apparentemente, gli asset in TRY non pagano un premio sufficiente da far aumentare solo i rendimenti delle operazioni di carry-trade. La Turchia era disposta a ridurre il prezzo del rischio in questo clima? Non ne siamo sicuri.

Rimane poi la questione irrisolta delle previsioni d’inflazione. Il 17 luglio la BCT ha tagliato il tasso repo principale a una settimana all’8,25%, mentre l’inflazione rimane sopra il 9,00%. Ciò significa che gli investitori o si troveranno ad avere tassi reali negativi finché la curva dell’inflazione non migliorerà, o dovranno assumersi un rischio individuale aggiuntivo per far aumentare i propri rendimenti. A questo proposito, riteniamo che sarebbe stato più appropriato aspettare fino al concretizzarsi di un raffreddamento dell’inflazione, piuttosto che favorire un atteggiamento dell’“agire prima e vedere poi”. Il 24 luglio la BCT pubblicherà il rapporto trimestrale sull’inflazione, il governatore Basci interverrà ad Ankara. Ricordiamo che, a giugno, l’inflazione primaria turca è scesa al 9,16% (rispetto all’8,80% previsto); l’IPC è quasi il doppio dell’obiettivo della BCT, pari al 5,0%.

In prospettiva, il rischio di un disallineamento della politica dovrebbe portare a una seconda tornata d’interventi d’emergenza, sviluppo che chiaramente non sarebbe positivo per la credibilità della banca. Prevediamo uno scatto al rialzo dell’USD/TRY verso 2,15/16 entro la fine del terzo trimestre.

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The Risk Today

EUR/USD EURUSD L’EUR/USD è nei pressi del supporto chiave a 1,3503 (si veda anche la linea di tendenza a lungo termine dal minimo di luglio 2012). Una resistenza iniziale si trova attualmente a 1,3540 (massimo 17/07/2014). Resistenze orarie possono essere trovate a 1,3562 (minimo 15/07/2014) e a 1,3581 (massimo intragiornaliero). A più lungo termine, la rottura del cuneo ascendente a lungo termine (si veda anche il supporto a 1,3673) indica un evidente deterioramento della struttura tecnica. Si predilige un rischio al ribasso di lungo termine verso 1,3379 (implicato dalla formazione di doppio massimo), finché i prezzi permarranno sotto la resistenza a 1,3700. Troviamo supporti chiave a 1,3477 (minimo 03/02/2014) e a 1,3296 (minimo 07/11/2013).

GBP/USD GBPUSD La coppia GBP/USD si consolida dopo non essere riuscita a violare la resistenza a 1,7180. È stato infranto il supporto orario a 1,7110 (ritracciamento del 61,8% sul recente rialzo). Un altro supporto si attesta a 1,7060. A più lungo termine, la violazione della resistenza principale a 1,7043 (massimo 05/08/2009) fa presagire un ulteriore rafforzamento. Le resistenze sono ubicate a 1,7332 (si veda il 50% del ritracciamento sul declino del 2008) e a 1,7447 (minimo 11/09/2008). Un supporto staziona a 1,6923 (minimo 18/06/2014).

USD/JPY USDJPY L’USD/JPY ha finora testato con successo il supporto orario a 101,07. Una resistenza oraria si trova a 101,58 (massimo intragiornaliero), mentre un’area di resistenza può essere trovata tra 101,79 (massimo 16/07/2014) e 101,86. Si predilige un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Ciò nonostante, sarà necessaria una violazione al rialzo fuori dall’attuale fase di consolidamento compresa tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 affinché ci sia una ripresa del trend rialzista di fondo. Un’importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF USDCHF L’USD/CHF ha infranto un’area di resistenza chiave tra 0,8959 e 0,8975. Un'altra area di resistenza chiave si trova tra 0,9013 (massimo 16/06/2014) e 0,9037. I supporti orari si attestano a 0,8955 (minimo 16/07/2014) e a 0,8938 (massimo 09/07/2014). In una prospettiva a più lungo termine, la violazione rialzista della resistenza chiave a 0,8953 suggerisce la fine dell’ampia fase correttiva iniziata a luglio 2012. A lungo termine il potenziale livello al rialzo implicato dalla formazione a doppio minimo è 0,9207. Una resistenza chiave si colloca a 0,9156 (massimo 21/01/2014).

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