Per ora la Federal Reserve non vede ragioni convincenti per variazioni dei tassi in entrambe le direzioni. Jerome Powell considera il recente calo dell’inflazione come "transitorio" e questo ha ridotto le aspettative di un taglio dei tassi a dicembre. Ma lo abbiamo detto, il mercato continua a mostrarci una probabilità del 50% di un taglio tassi entro il 2019 quindi c’è tutto il tempo per farlo.
Passato l’appuntamento FED ora ci si concentrerà sui dati del mercato del lavoro. Il biglietto verde è stato acquistato sulle parole di Powell, un trend proseguito anche nella giornata di ieri, è evidente che un robusto rapporto sui salari potrebbe fornire ulteriore benzina. Più che sul numero dei posti di lavoro si dovrà tenere sott’occhio la crescita dei salari perché le aspettative sono per una nuova crescita al 3,3%. Se consideriamo che il PCE core PCE è sceso all'1,6% qualche giorno fa, l’impatto sui salari potrebbe essere positivo, così come potrebbe essere positive sui consume interni e conseguentemente per tutta l’economia. Un'ulteriore conferma della crescita dei salari contribuirebbe a riportare i rendimenti dei Treasury più su e quindi a sostenere il dollaro.
Il problema potrebbe riguardare l’azionario perché gli operatori erano nuovamente abituati a una FED più accomodante. Dati positive potrebbero esacerbare la correzione di ieri e far scattare vendite imponenti.
Wall Street ha chiuso un’altra sessione negativa con l’S&P 500 -0,2% a 2924 punti, ma sulla spinta dell’Europa anche i futures USA hanno ripreso vigore. Nelle materie prime l’oro prova a trovare sostegno nonostante un dollaro tonico mentre il petrolio ieri ha registrato un calo di circa il 3% e continua a perdere terreno.
Oltre ai dati USA abbiamo avuto prima il PMI servizi UK a 50.4, rispetto al 50.5 previsto ma in rialzo dal 48.9 precedente. Poi l’inflazione dell’Eurozona, che col core annuale è balzata inaspettatamente all’1,2%, contro l’1% atteso e in rialzo dallo 0,8% precedente. L'evento principale della giornata sarà ovviamente la situazione occupazionale degli Stati Uniti per aprile e per quanto riguarda i libri paga non agricoli dovrebbero attestarsi a +185.000 (rispetto ai +196.000 del mese scorso). I salari dovrebbero crescere del + 0,3% su base mensile e portare l’annuale al + 3,3% (da + 3,2%) nel mese di marzo. La disoccupazione dovrebbe rimanere al 3,8% (3,8% a marzo). Infine il Non-Manufacturing US ISM dovrebbe salire a 57.0 (da 56,1 di marzo).