Come ampiamente previsto, la RBA ha mantenuto invariato il suo tasso di cassa al 2,50%, ha ripetuto che la via prudente da seguire sono tassi stabili e che l’AUD rimane elevato rispetto all’andamento storico della valuta. Nel quarto trimestre, il deficit delle partite correnti è sceso da -12,7 -10,0 miliardi di AUD. L’AUD/USD è rimasto all’interno della stretta fascia compresa fra 0,9010 e 0,8969, non sono stati intaccati livelli significativi. Gli indicatori di trend e momentum rimangono ribassisti; una chiusura inferiore a 0,8900 dovrebbe intensificare le pressioni al ribasso, attivando offerte per le opzioni sotto questo livello. S’intravedono resistenza a 0,8992/0,9000 (media mobile a 21 giorni / esercizio delle opzioni) e 0,9070 (38,2% di Fibonacci sul calo in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014). La coppia AUD/NZD scende lentamente, permane interesse a vendere sotto la media mobile a 21 giorni (1,0800).
In Giappone, la base monetaria è aumentata del 55,7% (su base annua), salendo a 204,8 mila miliardi di yen a fine febbraio, ma i salari sono scesi dello 0,2% a gennaio, rispetto al +0,8% registrato il mese precedente. I cross con lo JPY hanno trovato richieste migliori a Tokio. L’USD/JPY è salito a 101,95, il MACD entrerà in territorio rialzista in caso di chiusura giornaliera sopra questo livello. Ci sono ancora solide offerte prima di 102,00; prima di 102,50 ci sono altre barriere per le opzioni. La resistenza chiave rimane a 102,70, sopra questo livello si stanno formando gli stop. Pur con ordini migliori, l’EUR/JPY rimane offerto sotto la media mobile a 50 giorni (attualmente a 140,93). Il momentum rialzista sta perdendo slancio, l’EUR è in calo in vista della riunione della BCE del 6 marzo. Stando all’analisi del MACD a 12-26 giorni, il trend diventerebbe negativo in caso di chiusura inferiore a 139,41.
Il complesso EUR è in calo da quando ieri il presidente della BCE Draghi ha accennato a “un aumento dei rischi nel tempo se l’inflazione rimane bassa”. Le parole di Draghi hanno rinvigorito le attese di una BCE accomodante. La crisi in Ucraina assicura la domanda di EUR; lo zloty polacco (PLN) ha ceduto lo 0,91% contro l’EUR da venerdì scorso, il rublo (RUB) lo 0,76% e il fiorino ungherese (HUF) lo 0,51%.
La coppia GBP/USD è scesa a 1,6640 in Asia; gli indicatori di trend e momentum sono piatti. Alle 09:30 GMT il Regno Unito pubblicherà il PMI costruzioni, il risultato dovrebbe dare un po’ di direzione al cable per la mattinata. Le barriere per le opzioni di oggi si trovano a 1,6685/1,6700, le scommesse diventano positive sopra 1,6710. L’EUR/GBP continua a trovare ordini sopra 0,82000; se questo livello fosse violato, nei prossimi giorni la coppia dovrebbe imbattersi in discrete offerte per le opzioni prima di 0,82000.
L’USD/CAD testa i livelli a 1,1100/10 in prima della riunione della BoC di mercoledì; venerdì saranno pubblicati i dati sul lavoro negli USA e in Canada. Alla luce della debolezza del PIL riferito al quarto trimestre, il governatore della BoC dovrebbe mantenere toni accomodanti, anche se il recupero dell’inflazione farà probabilmente desistere la BoC dall’intervenire concretamente. Il tasso bancario dovrebbe rimanere invariato all’1,00%. La resistenza chiave rimane a 1,1236 (50,0% di Fibonacci sul calo in atto dal 2009 al 2011).
Oggi gli operatori seguiranno la pubblicazione dei seguenti dati: tasso di disoccupazione m/m di febbraio in Spagna, PMI costruzioni di febbraio nel Regno Unito; IPP m/m e a/a di gennaio nell’Eurozona; ISM di New York di febbraio e indice IBD/TIPP sull’ottimismo economico di marzo negli Stati Uniti