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Il cambio EUR/USD è stato sotto i riflettori questa settimana, essendo sceso verso la parità prima di infrangerla e rimbalzare. Tuttavia, non è rimasto molto a lungo sotto 1,0000, il che mi spinge a chiedermi se non abbiamo visto almeno un minimo a breve termine mentre l’attenzione si sposta sul vertice della BCE della prossima settimana.
Come avevamo previsto a giugno e la scorsa settimana, il cambio EUR/USD ha continuato a scendere questa settimana. Ma, dopo un sostenuto periodo di vendite, avremmo comunque visto almeno una pausa, soprattutto intorno ad un livello psicologico così importante, ed è proprio quello che è successo.
Non significa che il trend ribassista è finito, anche se sono dell’idea che siamo vicinissimi a vedere un bottom per la coppia.
Per ora, il fatto che il cambio EUR/USD non abbia mantenuto la rottura sotto la parità alimenta le aspettative di un rally short-squeeze, soprattutto con i tassi in qualche modo oversold:
Una mossa sopra il più recente massimo di 1,0123 potrebbe innescare la short squeeze a cui penso. Numerosi ordini stop-buy probabilmente si trovano sopra questo livello da parte di chi è già short, e anche di chi cerca di approfittare di una potenziale short squeeze.
Una rottura sopra 1,0123 potrebbe aprire la strada verso 1,0200 inizialmente. Tuttavia, potremmo vedere un calo maggiore verso l’area 1,0350/66, la prossima area chiave di resistenza, che prima era supporto.
Sul macro-livello, alcuni dati USA potrebbero innescare una brusca mossa del dollaro oggi. Sono previsti, tra gli altri, i dati USA sulle vendite al dettaglio, sulla fiducia dei consumatori UoM, e sulla produzione industriale.
Se i dati statunitensi dovessero essere perlopiù deboli, le aspettative di una recessione della maggiore economia mondiale dovrebbero prendere ulteriore slancio.
In effetti, la brusca inversione della curva del rendimento suggerisce che una recessione è comunque incombente:
Sebbene i timori di una recessione abbiano supportato il dollaro per ora per via dei flussi da asset rifugio, ad un certo punto potrebbero pesare sul biglietto verde.
Intanto, l’attenzione si rivolge alla decisione di politica monetaria della BCE della prossima settimana, in vista del suo primo aumento dei tassi dal 2011.
La BCE ha preannunciato un aumento dei tassi da 25bp, minimo in confronto a quello che stanno facendo altre banche centrali. Ma, con l’inflazione che continua a salire, c’è il rischio che la BCE possa sorprendere con un aumento maggiore, da 50bp, che darebbe il via ad un rally della moneta unica.
Nota: L’autore al momento non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.
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