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Fed: incombe il mercato bearish mentre la banca cerca di domare l’inflazione

Pubblicato 23.05.2022, 15:42
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Le aspettative sull’inflazione negli Stati Uniti sono ancora ancorate, ma crescono i timori che possano sganciarsi. La paura è che la gente smetta di credere alla capacità della Federal Reserve di domare l’inflazione e che ciò farà salire i prezzi.

“Dovranno osservare con molta attenzione”, ha detto la scorsa settimana l’ex presidente della Fed Ben Bernanke riferendosi ai policymaker.

“Chiaramente, vogliono vedere l’inflazione scendere ad un tasso ragionevole”.

La gente vede salire i prezzi di benzina ed alimentari di settimana in settimana e questo influenzerà la loro idea sulla direzione dei prezzi. “Quindi non sappiamo quanto tempo ancora abbia la Fed”, afferma Bernanke.

La Fed si sentirà obbligata ad un intervento più aggressivo se non dovesse scendere, perché il persistere dell’inflazione mina la sua credibilità.

Per il capo della Fed di St. Louis James Bullard, costantemente interventista, il tasso overnight dei fondi Fed dovrà arrivare al 3,5% entro fine anno, il che significherebbe numerosi aggressivi aumenti dei tassi da mezzo punto, o più, dall’attuale livello di poco meno dell’1%.

L’attuale presidente della Fed, Jerome Powell, ha escluso un aumento da 75 punti, ma Bullard pensa che non sia fuori questione. In un’intervista a Fox News, Bullard ha commentato:

“Più giochiamo d’anticipo, più possiamo tenere sotto controllo l’inflazione e le aspettative sull’inflazione, meglio andrà. Se la Fed riuscirà a tenere le aspettative sotto controllo, allora potrà abbassare nuovamente i tassi nel 2023 e nel 2024”.

Sebbene aumentino i timori di una recessione sui mercati finanziari, Bullard pensa ancora che la Fed possa riuscire a pianificare un atterraggio morbido ed evitare un downturn prolungato.

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Secondo lui l’economia potrà continuare ad andare avanti, trainata dai consumi, ma ci sono numerosi segnali che i consumatori si stanno tirando indietro davanti agli incessanti aumenti dei prezzi.

Walmart (NYSE:WMT) e Target (NYSE:TGT) hanno registrato colpi ai loro profitti ed i loro titoli sono crollati quando hanno riportato un aumento delle scorte.

I consumatori di Home Depot (NYSE:HD) sono invece più resilienti. I distributori trovano insolita l’impennata dell’inflazione. Il quadro resta misto, in quanto i diversi gruppi reagiscono in modo differente.

La scorsa settimana Powell continuava ad essere ottimista, tuttavia, affermando che ci sono “chiare e convincenti prove” che l’inflazione sta scendendo. Pensa che il mercato del lavoro sarà forte anche se alcuni consumatori potrebbero soffrire per l’inflazione ed i tassi più alti.

Il Federal Open Market Committee intende procedere con aumenti da mezzo punto a giugno e luglio, portando il tasso all’1,75% e al 2%. La Fed resterà flessibile, ha detto Powell la scorsa settimana, accelerando o rallentando sui tassi a seconda della necessità.

I mercati finanziari attendono un intervento della Fed per diminuire le perdite per gli investitori del mercato azionario. Ma, come insiste Powell, la Fed proseguirà con la sua azione sui tassi fino a quando l’inflazione non sarà schiacciata e quella speranza si sta riducendo.

I titoli sono ad un passo dal mercato ribassista, con l’S&P 500 crollato del 19% venerdì, ad un soffio dal tonfo del 20% che definisce un mercato degli orsi. Gli analisti hanno abbassato la loro soglia dell’intervento della Fed sull’indice, che ha chiuso a 3.901,36 venerdì, da 3.700 a 3.529, un calo del 26% dal massimo di chiusura di gennaio.

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Alcuni analisti stimano un calo a 3.000 entro ottobre, su un mercato degli orsi prolungato.

L’indice PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, è atteso venerdì. Il dato core di aprile dovrebbe essere sceso al 4,9% sull’anno, dal 5,2% di marzo. Una lettura peggiore del previsto “potrebbe innescare un violento sell-off”, annuncia un analista.

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