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La FED ha dettato la direzione

Pubblicato 31.01.2019, 10:53
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I mercati sembrano aver risposto in modo deciso a quello che è diventato inequivocabile un cambiamento dovish nella politica monetaria dalla Federal Reserve. Dall'aumento di 25 punti base di dicembre i toni sono cambiati, la speculazione è cresciuta perché il FOMC potrebbe aver alzato i tassi di interesse per l'ultima volta. La cautela, evidenziata anche dallo stesso Powell nel corso della conferenza stampa, è stato l’elemento preponderante di ieri, tra l’altro è stata confermata la normalizzazione del bilancio federale così come emerso da un’indiscrezione del WSJ venerdì scorso.

Continuano a preoccupare i rallentamenti economici in Cina e nella zona euro, l'incertezza della Brexit e le preoccupazioni scaturite da un nuovo possibile shutdown governativo. La reazione sui mercati è stata negativa, negativa per il dollaro ma positive per l’azionario. Le rotture al rialzo di Wall Street, dell'oro e dell'euro (in quest’ultimo caso ha ceduto la resistenza chiave a medio termine intorno a 1.1500) sono movimenti degni di nota.

Wall Street ha chiuso decisamente con l’S&P 500 +1,6% a 2681 punti e con i futures ancora leggermente in rialzo di circa +0,1%. Ciò ha aiutato i mercati asiatici ad apprezzarsi (Nikkei + 1,0%, Shanghai Composite +0,3%), idem per quell che concerne l’Europa. Le principali valute del forex guadagnano tutte circa lo 0,2% nei confronti del dollaro. Nelle materie prime continuano a spingere oro e argento, mentre il petrolio greggio fatica a valicare la resistenza dei 54,5 dollari.

Oggi l’attenzione sarà rivolta principalmente alla crescita nell'ultimo trimestre del 2018 dell’Eurozona, con il PIL preliminare delle ore 11 che su base annua dovrebbe calare a +1,2% dal + 1,7% registrato nel terzo trimestre 2018. La disoccupazione dovrebbe rimanere al 7,9% (7,9% a novembre ). La spesa per consumi personali negli Stati Uniti delle 14:30 dovrebbe attestarsi a + 0,2% su base mensile e restare a + 1,9% su base annuale (+1,9% a novembre) . Le richieste settimanali di disoccupazione dovrebbero attestarsi a 215.000 (dopo le 199.000 della scorsa settimana ovvero la lettura più bassa dal 1969).

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