Per Ford Motor Company e General Motors Company, il 2019 è stato un anno difficile. Entrambe le case automobilistiche stanno facendo i conti con un calo della domanda nel loro mercato domestico e in Cina, dove i timori per l’economia e le norme più severe sulle emissioni stanno pesando sulle vendite.
Per affrontare questo ambiente operativo difficoltoso, le compagnie hanno annunciato una radicale ristrutturazione per rivitalizzare le vendite ed impedire che il prezzo dei loro titoli si indebolisca. Ma vediamo nel dettaglio la situazione delle due case automobilistiche.
Ford: le prospettive per la domanda rimangono deboli
La seconda casa automobilistica al mondo sta affrontando forti difficoltà quest’anno. Ha perso 155 milioni di dollari al lordo di interessi e tasse in Cina nel secondo trimestre, con le consegne ai distributori crollate del 32%, mentre la compagnia fatica con una linea di prodotti in invecchiamento in uno dei più importanti mercati per le sue auto.
In Nord America, dove Ford (NYSE:F) ottiene molti dei suoi profitti, le spedizioni del suo modello SUV Explorer sono scese nel secondo trimestre, pesando sugli utili e riducendo i margini. Le attività in difficoltà in Asia ed Europa hanno spinto la compagnia a tagliare le previsioni sugli utili per il 2019, segnalando che la strada verso la redditività sarà piuttosto accidentata.
Per affrontare questi problemi, Ford si trova nel bel mezzo di un piano di ristrutturazione da 11 miliardi di dollari, distribuito nell’arco di cinque anni, che prevede il taglio di migliaia di posti di lavoro, il ringiovanimento della sua linea di SUV e pickup e l’abbandono delle berline, che vendono poco.
La compagnia introdurrà nuove versioni dei suoi popolari SUV Explorer ed Escape quest’anno ed intende rilanciare il fuoristrada Bronco nel 2020. Ford ha stretto inoltre un accordo con Volkswagen per sviluppare insieme auto elettriche ed a guida autonoma.
Mentre Ford si avventura in questo massiccio piano di ristrutturazione per migliorare la redditività e prepararsi ad un’era in cui le auto elettriche e a guida autonoma saranno dominanti, il titolo mostra qualche segno di vita. È schizzato di circa il 23% dopo aver segnato il minimo di dicembre, chiudendo ieri a 9,34 dollari.
Nonostante la ripresa, il titolo registra ancora un crollo di oltre il 40% sugli ultimi 12 mesi ed è stato scambiato sotto i 10 dollari per la maggior parte dell’anno, nei timori per la sostenibilità del suo generoso dividendo trimestrale da 0,15 dollari ad azione.
GM: vantaggi della forza locale
Proprio come Ford, anche GM (NYSE:GM) deve fare i conti con l’indebolimento della domanda nelle sue regioni chiave. Ma gli ultimi utili della compagnia rivelano progressi significativi nell’esecuzione del suo piano di inversione di rotta e GM ha già cominciato a coglierne i frutti.
Nel secondo trimestre, la compagnia ha facilmente battuto le stime medie degli analisti sui profitti ed ha confermato le previsioni di un secondo semestre più forte. L’amministratore delegato Mary Barra continua ad aspettarsi profitti quasi da record per il 2019 con il ritorno dei pickup pesanti negli autosaloni.
“I nostri risultati dimostrano il potere di utili del nostro franchise di pickup pesanti, con altri rialzi in arrivo”, afferma Barra in una dichiarazione. Secondo un report di Bloomberg, le versioni più grosse dei pickup Chevrolet Silverado e GMC Sierra stanno aiutando moltissimo GM.
Ciascun modello è stato venduto per circa 45.500 dollari nel trimestre, quasi 8.400 dollari in più rispetto al prezzo medio di transazione di tutti i veicoli della compagnia negli Stati Uniti. “Dal momento che i modelli sono tra i più venduti del settore, sono enormemente redditizi”, si legge.
Il taglio dei costi, compresa la chiusura di cinque impianti in Nord America quest’anno, dovrebbe spingere i profitti 2019 di ben 2,5 miliardi di dollari. E, secondo il direttore finanziario Dhivya Suryadevara, la serie di mosse di ristrutturazione che GM ha programmato faranno aumentare gli utili per un totale di 6 miliardi di dollari entro il 2020.
Queste stime rialziste stanno facendo schizzare il titolo di GM quest’anno. Chiudendo a 38,73 dollari ieri, segna un rimbalzo del 16% sull’anno.
La performance in Cina, tuttavia, non è molto meglio di quella di Ford. La compagnia il mese scorso ha reso noto che le entrate dalle operazioni nella regione sono crollate del 60% a 235 milioni di dollari e si aspetta che il settore resti debole anche nel secondo semestre.
Morale della favola
La forza locale di GM e la riuscita esecuzione del suo piano di ristrutturazione rappresentano un evidente fattore di differenziazione quando si comparano le due case automobilistiche statunitensi. Sul lungo termine, GM si è inoltre dimostrata essere una scommessa migliore di Ford: negli ultimi cinque anni, GM è schizzato del 18% mentre Ford ha perso più del 40%. In un momento in cui il futuro diventa sempre più incerto per le case automobilistiche tradizionali, è meglio restare fedeli ad un nome affidabile e GM si trova certamente in una posizione migliore.