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GameStop: malgrado il rally del 2.500%, l’ipotesi bullish non si è mai realizzata

Pubblicato 14.09.2022, 13:01
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  • Prima che GME diventasse il primo “meme stock”, era una scommessa value
  • I fan del titolo, compresi due tori ora famosi, vedevano rialzo da un’inversione di rotta
  • Gli utili del Q2 hanno rivelato pochi progressi; senza un’altra short squeeze, GME dovrebbe continuare a scendere
  • Quello che spesso si dimentica per via della febbre da meme-stock del gennaio 2021, è che GameStop Corp (NYSE:GME) era già in movimento prima di diventare un caso mondiale. Nel secondo semestre del 2020, il distributore di videogiochi era schizzato di un incredibile 324%. GME Weekly Chart

    Si potrebbe pensare che lo short covering abbia innescato quel rally. Ma non sembra essere così. L’interesse short nel titolo è prontamente aumentato insieme al rally. C’è stato dello short covering, sicuramente. Ma molti altri sono entrati nel trade.

    Gli investitori, molti di loro sui forum di Reddit, compravano GameStop come investimento a lungo termine. L’interesse short era un potenziale catalizzatore ma, ai loro occhi, non il motivo fondamentale per possedere GME.

    La cosa interessante nel 2022 è che, sebbene GME sia schizzato di quasi il 2.500% dal 1° luglio 2020, l’ipotesi bullish originale non si è realizzata. E sembra sempre più difficile che succeda. Un’altra short squeeze sembra essere il motivo principale per possedere il titolo, e probabilmente non è sufficiente.

    L’ipotesi 2020 su GameStop

    A metà 2020, GameStop era nei guai. L’ascesa dei videogiochi da scaricare digitalmente minacciava le attività dei suoi punti vendita fisici. Dopo i tentativi falliti di spostarsi su piani per dispositivi mobili e prodotti Apple (NASDAQ:AAPL), la compagnia aveva cercato di puntare sul collezionismo, ma questo flusso di entrate non bastava a supportare la presenza di oltre 5.500 negozi.

    Nell’anno fiscale 2019 (terminato il 1° febbraio 2020), le vendite su base comparabile di GameStop erano scese del 19%. I profitti operativi rivisti erano crollati di quasi l’80%. Con la pandemia di nuovo coronavirus, sembrava certo che i profitti sarebbero diventati presto negativi, probabilmente per sempre.

    Ed ecco perché GME era il titolo più shortato sul mercato. Ma alcuni investitori value vedevano una storia diversa. GameStop era un marchio di enorme valore. Il bilancio era decente.

    La compagnia avrebbe potuto svoltare spostandosi sulle vendite digitali, riducendo i punti vendite, ecc. E stavano arrivando nuove console di Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Sony (NYSE:SONY).

    In base all’ipotesi bullish, proprio come era successo in passato durante altri “cicli da console”, gli affari di GameStop non erano destinati ad un calo permanente. I consumatori compravano meno giochi e console in attesa dei nuovi modelli.

    Due tori famosi

    Il fondatore di Chewy (NYSE:CHWY) Ryan Cohen aveva acquisito una partecipazione in GameStop nell’agosto 2020. A novembre, Cohen aveva scritto al board di GameStop che la compagnia aveva:

    “la capacità di diventare un’attività trainata dalla tecnologia che eccelle nei videogiochi e nei mondi dell’esperienza digitale”.

    Gli short seller dimostravano la mancanza di fiducia del mercato nei confronti dei dirigenti della società.

    Prima di testimoniare davanti al Congresso, Keith Gill, meglio noto come Roaring Kitty, si esprimeva a favore del titolo su YouTube e Reddit. E parlava di “rialzo asimmetrico”.

    La tesi era semplice. Se GameStop avesse vinto nel digitale, il titolo sarebbe schizzato. Altrimenti, i flussi di cassa dalle vendite di nuove console avrebbero attutito il colpo. Gill aveva detto di “non essere sicuro” che stesse arrivando una short squeeze.

    La storia non funziona

    Per quanto riguarda il rialzo del titolo GME, entrambi avevano ragione. Per quanto riguarda il miglioramento degli affari per GameStop, si sbagliavano.

    Il ciclo delle console non ha aiutato molto GameStop. Wall Street si aspetta un fatturato di circa 6,3 miliardi di dollari quest’anno, contro gli 8,3 di quattro anni prima.

    Neanche le iniziative digitali hanno risolto molto. GameStop ha ricostruito i suoi sistemi. A luglio ha lanciato un mercato degli NFT (non-fungible token). Ma i prezzi degli NFT sono collassati.

    GME ha ricevuto una spinta dalla partnership con la piazza di criptovalute FTX. Ma i dettagli della partnership finora sono limitati ad una sola iniziativa: vendere gift card FTX nei negozi GameStop.

    Si tratta di una compagnia con un valore aziendale che sfiora i 7 miliardi di dollari. Le gift card e le perdite operative non possono supportare una simile valutazione.

    L’ipotesi rialzista del 2020 deve cominciare ad emergere. Altrimenti, ad un certo punto, tornerà la valutazione del 2020.

    Nota: Al momento della scrittura, Vince Martin non ha posizioni su nessuno dei nomi menzionati.

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