Quanta differenza fa una settimana per il gas naturale. Con il mercato USA del riscaldamento che comincia il quarto giorno di clima primaverile, i future del gas sono di nuovo impazziti.
Appena un paio di settimane fa, sembra in arrivo un clima più mite, che prometteva temperature né troppo fredde da regolare al massimo i riscaldamenti, e né troppo calde da accendere i condizionatori.
Il passaggio alla cosiddetta “bassa stagione” tra inizio e metà primavera solitamente uccide la domanda di gas. Per questa settimana, l’aspettativa iniziale per il prezzo dei future del gas sull’Henry Hub a New York era di circa 4 dollari per unità termale o anche meno.
Ma non è questo ciò che è successo. Dalla chiusura del 15 marzo, il contratto dell’Henry Hub è schizzato di ben 66 centesimi nelle sei sedute fino a ieri, chiudendone cinque al rialzo con un guadagno netto di quasi il 15% ed un massimo di un mese di 5,33 dollari.
La fascia di prezzo dell’Henry Hub per altri contratti 2022 si aggira ad una media di 5,40 dollari.
All’apertura degli scambi asiatici di questo giovedì, il mercato è salito ancora, alle 2:00 di New York (14:00 di Singapore), sulle nuove aspettative che il freddo ancora non si ridurrà, nonostante l’inizio della primavera domenica 20 marzo.
“Nel complesso, le revisioni da lunedì hanno aggiunto circa 50 bcf alle aspettative sulla domanda basate sul meteo per le settimane che si chiuderanno il 1° e l’8 aprile”, ha scritto ieri in una email ai clienti Dan Myers, analista dell’agenzia di consulenza sul gas Gelber & Associates a Houston.
L’aumento di 50 bcf della domanda sarà fondamentale per determinare come andrà il bilancio del gas nelle scorte USA (nonché il prezzo) nelle prossime due settimane.
Mentre il mercato si prepara all’ultimo aggiornamento settimanale sulle scorte che la Energy Information Administration pubblicherà oggi alle 10:30 ET, gli analisti seguiti da Investing.com si aspettano un calo di 56 bcf per la settimana terminata il 18 marzo.
E questo rispetto alla riduzione di 29 bcf della stessa settimana di un anno fa e della media quinquennale (2017-2021) di un utilizzo di 62 bcf.
Nella settimana dell’11 marzo sono stati utilizzati 79 bcf di gas delle scorte.
Fonte: Gelber & Associates
Se le stime sono corrette, la riduzione nella settimana del 18 marzo porterebbe le scorte ad 1,384 mila miliardi di piedi cubici (tcf), circa il 17,7% in meno della media quinquennale ed il 21% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.
Nonostante il clima più freddo del previsto della scorsa settimana, in termini di gradi giorno di riscaldamento, o HDD, ce ne sono stati solo 110 per la settimana del 18 marzo, rispetto alla norma trentennale di 128 HDD per il periodo, secondo Refinitiv.
Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Fahrenheit (18 gradi Celsius) e vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Un altro fenomeno del mercato che potrebbe avvenire entro la prossima settimana, malgrado le recenti previsioni di altro freddo, è il passaggio alle immissioni di gas nelle scorte, se sarà bruciata meno materia prima per il riscaldamento e l’energia.
Myers, tuttavia, invita i clienti di Gelber & Associates nella sua email a fare attenzione ad altre sorprese sulle temperature in arrivo.
“Considerata la natura indecisa e variabile del prossimo pattern meteorologico, le variazioni delle scorte saranno marginalmente più rialziste rispetto alla media quinquennale nei prossimi quattro report sulle scorte.
“Si tratta di un netto cambiamento rispetto al periodo di domanda debole relativamente ribassista che sembrava in arrivo solo qualche giorno fa”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.