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GBP colpita dall’IPC debole, RUB ai minimi storici

Pubblicato 14.10.2014, 14:56
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Forex News and Events

A settembre, nel Regno Unito l’inflazione è rallentata più del previsto, il complesso GBP viene offerto pesantemente dopo la pubblicazione dell’IPC. Il cable testa i livelli minimi del 2014, perché l’inflazione debole dà alla BoE maggiore flessibilità prima di dare avvio alla normalizzazione della politica. In Russia, la banca centrale (BCR) ha abbassato di 10 copechi il paniere obiettivo per raffreddare le vendite di RUB, rafforzate dall’indebolimento dei prezzi del petrolio. Per i prossimi mesi prevediamo una brusca svolta nelle previsioni sui tassi russi. Negli Stati Uniti, i fondi federali si spostano decisamente verso la parte posteriore della curva dei rendimenti perché persistono le incertezze sulla politica della Fed. I rendimenti dei decennali USA sono scesi al 2,2255%.

L’inflazione britannica rallenta più del previsto

A settembre l’inflazione nel Regno Unito è scesa all’1,2% su base annua (rispetto all’1,4% previsto e all’1,5% precedente), l’IPC di fondo è sceso all’1,5% su base annua. Di riflesso, la coppia GBP/USD è scesa a 1,5959 (mentre scriviamo), l’EUR/GBP avanza verso la media mobile a 100 giorni (0,79572). La debolezza delle dinamiche inflattive ovviamente dà più tempo alla BoE per dare avvio alla normalizzazione della politica, perché la fascia obiettivo per l’inflazione della BoE si trova a un distante 2-3%. Nonostante le previsioni di dati sul lavoro solidi (in uscita domani), il complesso GBP continuerà con tutta probabilità a indebolirsi. Le barriere per le opzioni in scadenza oggi sono collocate a 0,7950/70 per l’EUR/GBP; se infrante, spianeranno la strada all’esercizio di opzioni tradizionali (vanilla) a 0,8000/50 nel corso della settimana. La coppia GBP/USD dovrebbe testare 1,5855/1,5944 (minimo novembre 2012 / minimo 2014), le offerte legate alle opzioni in scadenza oggi si susseguono fino a 1,6285, sotto quota 1,6000 si stanno formando altre barriere.

La flessione del rublo pesa sulla BCR

L’USD/RUB ha raggiunto nuovi massimi storici, intanto continua la debolezza dei prezzi del petrolio. Il miglioramento delle partite correnti russe è a rischio, visto che il calo dei prezzi del petrolio rappresenta un’ulteriore sfida per il deprezzamento del RUB, oltre alla debolezza degli investimenti diretti esteri dovuta alle tensioni geopolitiche. La banca centrale russa ha abbassato di 10 copechi la base del paniere obiettivo per il RUB (costituito per un 55% da USD/RUB e per il rimanente 45% da EUR/RUB), portandolo a 45,35, per frenare le vendite di RUB. Secondo la procedura della banca, la BCR lascia che il RUB oscilli all’interno della fascia da 9 rubli e vende 350 milioni di dollari sopra il limite per alleviare il deprezzamento, prima di procedere a uno spostamento della fascia di 5 copechi. Alla luce delle intense pressioni a vendere, dubitiamo dell’efficienza degli interventi sul forex e anche dell’entrata in vigore delle nuovissime operazioni sui pronti dalla fine di ottobre. I mercati sui tassi forward mettono in conto un rialzo di 200 punti base nei prossimi tre mesi.

L’interesse si sposta verso la parte posteriore della curva dei titoli sovrani USA

A settembre l’interesse per i titoli del Tesoro Usa si è spostato verso la parte posteriore della curva dei titoli sovrani. Assistiamo a una correzione della curva dal 23 settembre; ciò nonostante, i posizionamenti netti sui contratti a 2 anni rimangono sui livelli minimi da metà 2007.

A settembre, le consistenze non commerciali (speculative) sono passate dai titoli a 2 anni a titoli a 10 anni. Secondo i dati della CFTC, al netto, i contratti future lunghi sui titoli a 2 anni sono scesi a settembre da 54.025 (2 settembre) a -160.000 (23 settembre). Nonostante il rally dell’USD, le posizioni nette a 2 anni rimangono negative anche nell’ultimo rapporto della CFTC (7 ottobre), a circa -78.838 contratti. Nello stesso periodo (2-23 settembre), i future sui decennali sono saliti da -82.658 a 8.844 contratti. Ad oggi, i flussi nei titoli decennali hanno fatto scendere il rendimento a lungo termine al 2,2255%, livello minimo da 2 anni. A nostro avviso, questo comportamento deriva dalla limitata propensione al rischio del mercato e mette in evidenza le preoccupazioni di una maggiore volatilità nel breve termine in scia alle speculazioni sulla Fed. Il prezzo degli swap sugli indici overnight (OIS) rivela incertezza sulla tempistica del primo rialzo del tasso dei fondi federali. È arrivato il momento di posticipare le attese di un primo rialzo del tasso della Fed, attualmente previsto nel secondo trimestre del 2015?

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD si consolida dopo il deciso declino. Malgrado la rottura, ieri, della resistenza oraria a 1,2716 (massimo 10/10/2014), finora i prezzi nonn sono riusciti a registrare alcun massimo superiore. Una resistenza si trova a 1,2816. Supporti orari possono essere trovati a 1,2651 (minimo intragiornaliero) e 1,2584 (minimo 07/10/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi inferiori dal maggio 2014. La rottura della solida area di supporto tra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) spiana la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Supporti intermedi sono costituiti da 1,2500 (supporto psicologico) e 1,2466 (minimo 28/08/2012).

GBP/USD La coppia GPB/USD sembra muoversi all'interno di un intervallo orizzontale tra il supporto a 1,5944 e la resistenza oraria a 1,6227 (massimo 09/10/2014). Un'altra resistenza può essere trovata a 1,6287. Supporti orari possono essere trovati ora a 1,6009 (minimo 10/10/2014) e a 1,5944. A lungo termine, il crollo dei prezzi dopo aver raggiunto i massimi da 4 anni ha creato una forte resistenza a 1,7192, che probabilmente non verrà infranta nei prossimi mesi. Malgrado il recente slancio ribassista di breve termine, puntiamo a un rimbalzo temporaneo vicino al supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013). Una resistenza giace a 1,6525.

USD/JPYL’USD/JPY si muove al ribasso e attualmente sfida il supporto a 106,81 (vedasi anche il ritracciamento a 38,2%). Resistenze orarie possono essere trovate a 107,59 (massimo intragiornaliero) e a 108,18 (massimo intragiornaliero) e 108,74. Un altro supporto si trova a 106,04. Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo termine finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). Malgrado una probabile fase di consolidamento di medio termine dopo il test positivo dell’importante resistenza a 110,66 (massimo 15/08/2008, si veda anche il ritracciamento al 50% dal massimo del 1998), propendiamo per un eventuale graduale movimento al rialzo. Troviamo un'altra resistenza a 114,66 (massimo 27/12/2007).

USD/CHF L’USD/CHF ha testato finora con successo il suo recente minimo a 0,9469. Le resistenze orarie si attestano a 0,9552 (massimo intragiornaliero) e a 0,9593 (massimo 10/10/2014). Un altro supporto può essere trovato a 0,9433 (massimo 18/09/2014). In una prospettiva di più ampio respiro, la struttura tecnica favorisce un pieno ritracciamento dell’ampia fase correttiva iniziata nel luglio 2012. Di conseguenza, la recente debolezza viene vista come un movimento in controtendenza. Un supporto chiave si trova a 0,9301 (minimo 16/09/2014). Una resistenza giace ora a 0,9691 (massimo 06/10/2014).

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