Market Brief
Come previsto, Kuroda (BoJ) e il primo ministro giapponese Abe si sono incontrati per uno scambio di vedute sulla situazione finanziaria. Secondo l’agenzia di stampa giapponese Jiji, Kuroda non esiterebbe a iniettare nuovi stimoli in caso di necessità, mentre non ci sono state pressioni particolari dal governo di Abe. L’USD/JPY e i cross con lo JPY sono oscillati in modo confuso a Tokyo. L’USD/JPY rimane bloccato da una fitta serie di offerte a 102,00. S’intravede ulteriore resistenza in corrispondenza della copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku (102,37/103,10). Sul lato discendente, i supporti chiave si trovano a 101,50 (base del canale di trend ascendente da febbraio ad aprile) e 100,76 (minimo dell’anno). L’EUR/JPY trova un buon supporto sopra la nuvola giornaliera (140,65/60). Gli indicatori di trend e momentum puntano al ribasso per effetto del rischio per l’EUR.
L’EUR/USD continua a essere richiesto sopra la media mobile a 21 giorni (1,3802). I commenti della BCE hanno calmato i tori dell’EUR, ma non sono riusciti a innescare il previsto movimento al ribasso. Gli operatori sono ancora restii a unirsi al mercato toro, vista la sua fragilità nell’ultimo anno. Il sentiment sta peggiorando; gli ordini d’acquisto a 1,3800 non sono ancora stati liquidati. L’EUR/GBP si consolida sotto la media mobile a 50 giorni, l’inclinazione è ribassista.
Oggi il Regno Unito pubblicherà i dati sull’inflazione di marzo, le attese sono deboli. L’IPC complessivo è previsto in calo all’1,6% (rispetto all’1,7% di febbraio e ben sotto l’obiettivo della BoE al 2%). Il calo dei prezzi al consumo favorisce la forward guidance della BoE, visto che il caveat legato all’inflazione non è più fonte di preoccupazione. La coppia GBP/USD passa di mano poco sotto la media del canale di trend ascendente di novembre-aprile. Il supporto chiave di breve termine corrisponde alle medie mobili a 21 e 50 giorni (1,6628/23).
Ieri l’AUD/USD è salito a 0,9426, nonostante il dato superiore alle attese riferito alle vendite al dettaglio negli USA. I verbali della RBA non hanno riservato sorprese; il tasso OCR rimarrà stabile per un certo periodo e l’AUD si trova ancora ai massimi storici. L’AUD/USD ha poi ceduto i guadagni, scendendo a 0,9381 a Sydney. Discrete offerte per opzioni in scadenza oggi si susseguono sotto 0,9420. La prima linea di supporto si trova a 0,9339 (38,2% di Fibonacci sulla flessione da novembre 2013 a gennaio 2014). I punti forward a 4 mesi dell’AUD/NZD sono ai massimi dal 2009 e ciò significa che la domanda di AUD/NZD cresce nonostante la divergenza fra RBA e RBNZ. Gli ordini d’acquisto per le opzioni favoriscono il rialzo per la settimana in corso.
Negli Stati Uniti, il dato complessivo sulle vendite al dettaglio ha mostrato un’espansione pari all’1,1% a/a a marzo (rispetto allo 0,9% previsto e allo 0,3% precedente) e dell’1,0% a/a escluse le auto (rispetto allo 0,4% previsto e allo 0,3% precedente). L’USD ha guadagnato marginalmente contro tutte le altre valute principali del G10. In Canada la reazione del mercato al rallentamento dei prezzi delle abitazioni è stata frenata sotto le offerte a 1,1000.
Il calendario economico prevede la pubblicazione dei seguenti dati: prezzi alla produzione e all’importazione m/m e a/a di marzo in Svizzera; IPC di marzo, IPP e indice dei prezzi al dettaglio m/m e a/a di marzo nel Regno Unito; sondaggio ZEW sulle condizioni attuali di aprile in Germania e sulle attese in Germania e nell’Eurozona; bilancia commerciale di febbraio dell’Eurozona; vendite del settore manifatturiero m/m di febbraio e vendite di case esistenti di marzo in Canada; indice manifatturiero Empire di aprile, IPC m/m e a/a di marzo, flussi TIC netti a lungo termine e flussi TIC netti totali di febbraio, indice NAHB riferito al mercato immobiliare di aprile negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd