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Gennaio potrebbe essere cruciale per i ritorni azionari nel 2023

Pubblicato 20.12.2022, 12:59
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • Si dice spesso che l’azionario va bene a gennaio, con i nuovi soldi che arrivano sul mercato
  • Le small cap spesso vedono un’azione di prezzo bullish
  • Con un recente trend di gennaio bearish, però, l’inizio del 2023 sarà particolarmente cruciale per come andrà il resto del prossimo anno

L’effetto gennaio è un’anomalia del mercato azionario da vecchia scuola a Wall Street. Si dice che i titoli azionari dovrebbero vedere una spinta all’inizio dell’anno, con l’arrivo di nuovi investimenti sul mercato che si spera abbondino per un anno bullish.

Forse alcuni riacquisti di azioni dopo vendite di fine anno per sfruttare le perdite fiscali e nuovo denaro per i piani pensionistici aiutano a far salire le azioni. Parte del trend storico è anche che le small cap solitamente vedono un particolare rimbalzo.

Secondo Bank of America Global Research, il primo mese dell’anno effettivamente vede un rialzo medio di oltre l’1%, con un ritorno medio di poco sopra l’1,5%. Ed è positivo quasi due terzi delle volte dal 1926. Non male.

I tori devono stare attenti alla volatilità e a volte ad un’azione di prezzo ribassista a febbraio, però: è subdolamente uno dei mesi peggiori del calendario.

L’indice S&P 500 spesso schizza ad inizio anno

Fonte: Bank of America Global Research

Ma il trend di gennaio è ancora valido?

A quanto pare, no. Negli ultimi nove anni, gennaio è stato positivo solo tre volte, e il ritorno medio è leggermente negativo. Particolarmente debole, dal momento che l’S&P 500 registra forti ritorni dal 2014. La buona notizia è che dopo un inizio anno a volte volatile, si registrano rialzi considerevoli nei mesi successivi.

Il recente trend della performance di gennaio favorisce gli orsi

Fonte: Stockcharts.com

BofA nota inoltre che il cosiddetto effetto gennaio è stato un po’ meglio per le small cap negli ultimi 40 anni, ma niente di speciale. L’indice Russell 2000 è salito in media di un solido 1,4% in tutti i mesi di gennaio dal 1979, con un tiepido tasso di successo di circa il 55%. I dati suggeriscono che gli investitori potrebbero anticipare i venti favorevoli rialzisti all’inizio dell’anno, facendo salire le small cap a novembre e dicembre. Il grafico sotto mostra che il Russell 2000 vede la sua migliore serie stagionale prima di fine anno.

Guadagni delle small cap in calo dal 1979

Russel 2000 Total Return Performance by Month

Fonte: Bank of America Global Research

Ma non è tutto così disastroso quando si parla di come potrebbe andare l’azionario all’inizio del 2023. Dobbiamo ricordare anche che ci aspetta un anno pre-elettorale bullish. Il terzo anno del ciclo elettorale solitamente è il migliore dei quattro.

Secondo i dati di Equity Clock risalenti al 1930, il Dow Jones Industrial Average è salito di circa il 3% a gennaio. I rialzi solitamente persistono fino a metà settembre. Inoltre, Steve Suttmeier di BofA nota che, dal 1928, gennaio è stato il mese migliore dell’anno negli anni pre-elettorali. Ha registrato una media di rialzo del 3,4% ed è salito l’84% delle volte.

Dow Jones Industrial Average Seasonality

Fonte: Equity Clock

Fonte: Bank of America Global Research

Morale della favola

Stavolta sarà diverso? Una recessione metterà i bastoni fra le ruote a questo straordinario trend?

Ritengo che gennaio sarà determinante: un inizio 2023 positivo dovrebbe portare ad ulteriori rialzi. Se vedremo rosso a Wall Street il mese prossimo, allora un protratto bear market potrebbe essere ancora una volta il tema dell’anno.

Nota: Mike Zaccardi non possiede nessuno degli asset menzionati in questo articolo.

Ultimi commenti

già come pure avevano detto ci sarebbe stato un rally rialzo x natale. invece tutte chiacchiere e distintivo
Quante parole per non dire nulla!
quindi : o sale , oppure scende
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