In questi primi giorni della settimana stiamo assistendo a movimenti di consolidamento, quindi di attesa. Con i mercati azionari in fase di ritirata dai recenti massimi, la volatilità misurata dall'indice VIX si è portata sui massimi nelle ultime 2 settimane. Tale movimento si verifica quando lo yen giapponese è visto nuovamente come bene rifugio per eccellenza, al pari dell'oro. Anche i rendimenti dei Treasury stanno evidenziando una minore propensione al rischio e in tal senso dobbiamo dire che nel corso della giornata di ieri il FMI ha aggiunto pepe rivedendo ulteriormente al ribasso le stime di crescita economica globale.
Nel frattempo gli Stati Uniti sembrano pronti a scatenare una seconda guerra commerciale, questa volta con l’Europa per la questione Airbus. Rimanendo all’interno del vecchio continente la Brexit rimane il tema dominante e sembra chiaro che l'UE sia disposta a concedere una probabile estensione del periodo di transizione di 12 mesi (col disappunto di Macron). Ma ovviamente si attende con ansia la BCE, al pari dell'inflazione americana e dei verbali della Fed. Tutti hanno il potenziale per muovere pesantemente i mercati e per questo meritano la stessa attenzione. Non ci si aspetta che la BCE faccia molto, ma ulteriori sorprese accomodanti nella definizione del piano TLTRO e accenni alla variazione del tasso sui depositi potrebbe movimentare la situazione.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri al ribasso, con l' indice S&P 500 -0,6% a 2878, mentre i mercati asiatici hanno registrato leggere flessioni con il Nikkei -0,6% e lo Shanghai Composite -0,4%. In Europa abbiamo avuto una buona partenza ma in questo momento siamo in fase di consolidamento su livelli interessanti (il DAX attorno a 11900 punti). Nel forex c’è sostanzialmente calma piatta, le uniche due valute in movimento sono l’australiano e il neozelandese. Nel primo caso la sovraperformance è arrivata dopo il discorso del vice governatore della RBA, Debelle, che si è soffermato sul bilanciamento del mercato del lavoro (ancora forte) e sul rallentamento della crescita. Il discorso del consolidamento vale anche per le materie prime.
Oggi come detto è un giorno ricchissimo sul fronte dati. Abbiamo iniziato col Regno Unito, con dati positive su tutti i fronti: PIL, produzione industriale e manifattura. La decisione di politica monetaria della BCE sarà resa nota alle 13:45, ma come detto non sono attese variazioni sui tassi. La conferenza stampa di Mario Draghi è alle 14:30 e come sempre potrebbe innescare volatilità. Sempre alle 14:30 attenzione all’inflazione USA che sul dato complessivo dovrebbe calare a + 1,5% (da + 1,7% a febbraio), mentre il core dovrebbe rimanere stabile a + 2,1% a marzo (+ 2,1% a febbraio). Le scorte di petrolio dovrebbero attestarsi a + 2,5 milioni di barili (+ 7,2 milioni di barili la scorsa settimana). Infine i verbali del FOMC relativi alla riunione di marzo verranno rilasciati alle ore 20 e potrebbero creare ulteriore volatilità qualora dovessero risultare più dovish del previsto.