Per la prima volta, gli operatori dei mercati finanziari non scontano più un restringimento della politica nel 2016. Il dato deludente di venerdì suggerisce, infatti, che la debolezza esterna si sta riverberando anche sulle condizioni interne. Sembra che l’impostazione cautamente colomba di Yellen fosse corretta, perché dovremmo assistere a una fase di debolezza ciclica nei dati economici USA.
La divergenza fra le politiche monetarie ora è ufficialmente finita…almeno per il momento. Dai dati IMM emerge che le posizioni ribassiste in USD hanno raggiunto i massimi dal febbraio del 2013, mentre la curva dei rendimenti USA è scesa (i rendimenti dei decennali USA sono scivolati all’1,70%). Questa settimana interverranno i membri della Fed Dudley, Rosengren, Mester, William e George, che potrebbero fornire nuovi spunti sul pensiero della banca centrale statunitense. Tuttavia, poiché i mercati sono in piena modalità accomodante, solo commenti aggressivi potrebbero far spostare l’USD.
Poiché si teme che la Fed passi in secondo piano, anche le rinnovate preoccupazioni sui fondamentali dei mercati emergenti dovrebbero tornare ad essere un rumore di sottofondo. Tuttavia, buttarsi su operazioni in valute emergenti ad alto beta sarebbe prematuro senza una Cina stabile ed economicamente attiva.
A giudicare dai dati cinesi di oggi, forse dovremo aspettare un po’ più a lungo per avere dati convincenti. A fine aprile, le riserve di valuta straniera cinesi sono aumentate di 6,4 miliardi di USD, attestandosi a 3.219 miliardi di USD; si tratta del secondo incremento consecutivo, dopo il rialzo pari a 10,3 miliardi registrato a marzo. Gran parte dell’incremento è dovuto all’effetto valuta, ma la cifra mostra indubbiamente che sono rientrati i timori di deflussi di capitale destabilizzanti.
I dati commerciali hanno segnalato un brusco deterioramento delle esportazioni verso gli USA e il Giappone; le esportazioni verso i paesi ASEAN sono aumentate del 6,3%. Buone notizie, viste le nostre previsioni di andamenti superiori alla media per alcune valute asiatiche emergenti.
La debole ripresa dell’economia cinese, evidenziata dal miglioramento dei prezzi delle abitazioni (che forniscono ai capitali interni un asset su cui investire), oltre alle restrizioni delle autorità sui canali illeciti, hanno fatto rallentare i deflussi.
Crediamo che la ripresa in Cina continuerà, poiché gli sforzi fiscali e monetari attuati dal 2014 (per compensare gli sforzi per trovare un nuovo equilibrio) dovrebbero sostenere una revisione al rialzo delle previsioni di crescita (sostenuta soprattutto dall’espansione del credito). Anche se è sopravvalutato, è improbabile che lo yuan (CNY) si indebolisca (si tratterà piuttosto di un ordinato movimento bidirezionale), perché flessioni anche piccole, ma continue, farebbero gridare al “crollo” gli orsi cinesi, innescando eccessive fughe di capitali. Con l’apprezzamento dell’USD, le pressioni laterali sullo yuan saranno limitate.
Migliora l’inflazione svizzera
In Svizzera, l’indice sui prezzi al consumo (IPC) ha sorpreso al rialzo, attestandosi allo 0,3% m/m a fronte dello 0,1% previsto, il dato annuale è salito al -0,4% dal -0,9%. Sostenuta dal calo del franco, l’inflazione ha mostrato finalmente una tendenza positiva (pur rimanendo in territorio deflattivo su base annua), fornendo alla BNS un motivo per sorridere. Salvo uno scenario di avversione al rischio motivato dagli eventi in Europa, crediamo che il CHF continuerà a calare contro USD ed EUR.
EUR/USD
L’EUR/USD opera defilata e monitora il supporto orario a 1,1370 (minimo 29/04/2016). La resistenza oraria si attesta a 1,1616 (massimo 12/04/2016). Un supporto più robusto si colloca a 1,1144 (minimo 24/03/2016). Si prevede un’ulteriore ascesa all’interno del canale ascendente. A più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un’inclinazione ribassista finché reggerà la resistenza a 1,1746. La resistenza chiave si trova a 1,1640 (minimo 11/11/2005). L’attuale apprezzamento tecnico implica un graduale aumento.
GBP/USD
La coppia GBP/USD si indebolisce dopo aver perso due cifre la scorsa settimana. Il supporto orario è dato a 1,4300 (minimo 21/04/2016). La resistenza oraria è data a 1,4543 (massimo 06/05/2016). Una resistenza robusta si colloca a 1,4969 (massimo 27/12/2016). Si prevede un ulteriore consolidamento prima di entrare in un altro movimento ascendente. Il modello tecnico a lungo termine è negativo e favorisce un ulteriore calo verso il supporto chiave a 1,3503 (minimo 23/01/2009), fino a quando i prezzi permarranno sotto la resistenza a 1,5340/64 (minimo 04/11/2015, si veda anche la media mobile a 200 giorni). Tuttavia, le generali condizioni di ipervenduto e la recente ripresa dell’interesse all'acquisto spianano la strada verso un rimbalzo.
La coppia è attualmente in un momentum rialzista a breve termine. La resistenza oraria si ubica a 107,70 (massimo infragiornaliero). Una forte resistenza può essere trovata a 111,88 (massimo infragiornaliero). Il supporto orario giace a 106,25 (minimo 04/05/2016). Si prevede un’ulteriore pressione all’acquisto. Auspichiamo un’impostazione ribassista a lungo termine. Puntiamo al supporto a 105,23 (minimo 15/10/2014). A questo punto appare meno probabile un graduale aumento verso la forte resistenza a 135,15 (massimo 01/02/2002). Si osserva un altro supporto chiave a 105,23 (minimo 15/10/2014).
USD/CHF
La coppia USD/CHF è chiaramente orientata al ribasso sul medio. Tuttavia, la coppia segna un rimbalzo all’indietro verso la resistenza implicata dalla fascia superiore del canale discendente. La resistenza oraria può essere trovata a 0,9736 (09/05/2016). Il supporto orario è dato a 0,9444 (minimo 03/05/2016). Si prevede un ulteriore indebolimento con il momentum di lungo-medio termine che dovrebbe prevalere. Sul lungo termine la coppia registra massimi da metà 2015. Il supporto chiave può essere individuato a 0,8986 (minimo 30/01/2015). La struttura tecnica favorisce un’impostazione rialzista di lungo termine.