di Darrell Delamaide
Dopo un decennio di politica monetaria accomodante progettata per spingere l’economia USA fuori dalla recessione e supportare una ripresa, i policymaker della Federal Reserve sono pronti a passare rapidamente ad una posizione neutrale, una in cui non venga né incoraggiata e né limitata la crescita, secondo i dettagli dell’ultimo vertice della banca centrale.
Il Federal Open Market Committee ha votato per alzare i tassi di 25 punti base il mese scorso, indicando altri due aumenti per quest’anno. I verbali, pubblicati giovedì scorso, riflettono la fiducia che la solida crescita economica prosegua, indicando però anche una certa prudenza per l’imminente necessità di mettere a freno un’economia che non dovrebbe surriscaldarsi troppo e troppo a lungo.
L’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, l’indice sulle spese al consumo procapite (PCE), ha raggiunto l’obiettivo del 2% della banca ad aprile. Considerato per quanto tempo l’inflazione è rimasta al di sotto dell’obiettivo “alcuni membri” hanno notato che le misure sull’inflazione derivate dai mercati finanziari indicano che l’inflazione al di sotto dell’obiettivo persisterà a lungo termine. Altri invece sono preoccupati che un’economia al di sopra del potenziale per un “periodo prolungato” possa creare un’inflazione sufficiente a scatenare un “significativo declino economico”.
Dopo il vertice della Fed, l’indice PCE di maggio è risultato pari al 2,25% su base annua ed all’1,96% per quanto riguarda il dato core, che esclude i prezzi di alimentari ed energetici ed è quello osservato dalla banca. I partecipanti al vertice hanno previsto che prima o poi l’indice core possa davvero superare l’indice generale per via del calo stimato dei prezzi degli energetici nel 2019 e nel 2020.
Occhi puntati sulla curva del rendimento
I mercati inoltre stanno prestando molta attenzione all’appiattimento della curva del rendimento: la riduzione della differenza di rendimento tra i Buoni del Tesoro a 2 anni ed a 10 anni. Un’inversione, quando il rendimento a breve termine supera quello a lungo termine, in passato ha anticipato una recessione.
E questo non è sfuggito ai membri del FOMC. Hanno discusso dell’eventualità che fattori come i graduali aumenti del tasso dei fondi federali o l’effetto degli acquisti di asset della banca di ridurre il rendimento a lungo termine possano renderlo un barometro meno accurato e continueranno a seguire molto da vicino questo indicatore.
Il dato sull’occupazione non agricola di giugno non gli farà cambiare opinione
La disoccupazione al 3,8% di maggio è stata inferiore a quello che i policymaker della Fed considerano normale. “Molti” membri hanno ritenuto che possa esserci meno tensione rispetto a quella indicata dal dato poiché un mercato del lavoro forte potrebbe apportare più persone alla forza lavoro.
Ad ogni modo, i presidenti delle banche regionali hanno riportato che molte compagnie stanno avendo problemi a trovare dipendenti qualificati. Stanno aumentando salari e sussidi, stanno fornendo corsi di formazione per i lavoratori meno qualificati o stanno investendo sull’automazione. I policymaker della Fed credono ancora, in linea di massima, nella curva di Philips, in cui l’inflazione dei compensi sale se il tasso di disoccupazione rimane basso.
Il report sull’occupazione non agricola - pubblicato venerdì, un giorno dopo i verbali del FOMC - ha mostrato un aumento di 213.000 unità, secondo il Dipartimento per il Lavoro USA. Malgrado il solido aumento, un po’ più alto dei 200.000 posti stimati, il tasso di disoccupazione generale è salito al 4% dal 3,8%. I lavoratori estivi che hanno invaso il mercato alla fine dell’anno scolastico potrebbero essere i responsabili dell’aumento, anche se il dato è destagionalizzato. Ma non c’è niente nel report che possa far cambiare idea alla Fed sulle prospettive.
La Fed continuerà ad andare oltre l’obiettivo e potrebbe essere neutrale nel 2019
Una nuvola all’orizzonte per il FOMC è rappresentata dalle tensioni che circondano i commerci globali, mentre aumentano le minacce di dazi e di controffensive. “La maggior parte dei partecipanti” ha affermato che queste tensioni sono aumentate e si sono detti preoccupati per il sentimento delle imprese e gli investimenti.
Allo stesso tempo, la Fed è pronta ad andare oltre l’obiettivo su tutto. Sembra intenzionata a lasciare che l’inflazione superi l’obiettivo del 2% per un certo periodo per recuperare il tempo perduto e per far salire le aspettative sull’inflazione. E vuole lasciare che la disoccupazione scenda al di sotto dei livelli sostenibili per qualche tempo. Nella stessa ottica, non esiterà ad aumentare il tasso dei fondi Fed al di sopra del suo livello a lungo termine normale se necessario per raffreddare l’economia.
I membri “in generale” ritengono che con un’economia già molto forte e l’inflazione destinata a restare ad un tasso sostenuto del 2% a medio termine, probabilmente sarebbe appropriato aumentare gradualmente il range obiettivo a poco più delle stime per il 2019-20.
Alla velocità attuale di quattro aumenti di un quarto di punto l’anno, la Fed potrebbe raggiungere il livello neutrale del range compreso tra il 2,75% e il 3% (e superarlo) il prossimo anno. Dal momento che si avvicina la posizione neutrale, “numerosi” partecipanti hanno notato che potrebbe essere arrivato il momento di modificare il linguaggio delle dichiarazioni ed eliminare la frase ormai standard “la posizione di politica monetaria rimane accomodante”.