Ci voleva anche il dollaro forte, dopo tantissimi anni verso la parità conEUR/USD (vedi grafico sotto, e forse non è finita) come ulteriore tassello a favorire un possibile scenario recessivo (moderato o aggressivo lo vedremo). In ogni caso, ad eccezione di alcune aziende esportatrici, un dollaro forte tende ad essere un elemento più favorevole a scenari appunto recessivi.
Su questo aspetto, Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS), ha elaborato alcuni scenari sui possibili livelli del mercato azionario in tal senso, mettendo insieme due variabili utili a calcolare possibili livelli del mercato azionario, ovvero:
- Rapporto Prezzo/utili
- EPS (Earnings per Share), cioè utili per azione
Come possiamo notare dalla tabella sopra, secondo Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS), la zona più probabile in caso di recessione (moderata in questo caso) è di un indice S&P 500 intorno ai 3150 punti quest’anno, con gli Utili per azione a 225 Usd ed un PE a 14X, in particolare anche l’inflazione storicamente elevata aiuta (almeno quello) a ridurre le valutazioni del mercato azionario agendo sul rapporto Prezzo/utili appunto.
In tutto questo, i mercati dopo la prima settimana di luglio positiva, da ieri hanno ripreso a correggere. Il punto è che in mercati ribassisti (come quello attuale ma come molti altri nella storia) la cosa peggiore sono proprio i rimbalzi, perché alimentano la speranza. E nella natura umana, l’andamento normale di un bear market (piccoli o grandi rimbalzi a cui seguono discese ancora più profonde) è logorante. Ecco perché molti investitori non reggono emotivamente i mercati ribassisti, specie quelli che non durano un mese tipo periodo Covid (anche se quello come ho detto più volte è stata una correzione, non un bear market).
Sotto il bear market attuale con i rimbalzi seguiti sempre da ulteriori cali.
Quindi, la cosa migliore per approcciare questo tipo di fasi per l’investitore con il giusto orizzonte temporale di almeno 4-5 anni, è quello di incrementare gradualmente le posizioni su determinati livelli di mercato. In alcuni commenti su analisi precedenti, parlo ormai dallo scorso anno di piani di accumulo, di ingressi frazionati e strategie simili.
Attenzione: questo non è mediare in perdita, non lo è per diversi motivi:
- Stabilisco PRIMA i livelli di ingresso
- Stabilisco PRIMA gli importi di liquidità da destinare
- Stabilisco PRIMA gli asset su cui incrementare
Il mediare in perdita, lasciamolo agli improvvisati che comprano titoli a caso spinti dalla massa e speranzosi di beccare inutilmente il rimbalzo che gli permetterà di chiudere la posizione in guadagno, ecco non è questo.
Perché ci sono degli ingressi graduali, fatti a certi livelli, che ad esempio io applico su asset strategici, che terrò per almeno 8-10 anni, cosa volete che mi interessi se un certo mercato poi torna in guadagno domani se non lo toccherà fino al 2030?
Quindi siamo sempre lì, pianificazione e gestione emotiva. E’ inutile passare le giornate a sperare che oggi il mercato raggiungerà il bottom, è fatica sprecata, così come seguire quei fenomeni che ogni giorno fanno previsioni con certezza assoluta (beati loro) e puntualmente non ci azzeccano mai (intanto magari vi hanno però venduto il corso, il sistema di trading e così via), dimenticatevi di queste cose. Prima o poi tornerà il sereno, succede sempre, e succederà anche stavolta. Non sappiamo quando, ma nel momento in cui accadrà, aver fatto le cose giuste vi permetterà di ottenere risultati impensabili fino al mese prima, mi raccomando!
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"