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Greggio: 6 eventi da seguire, oltre al COVID, che possono influenzare i prezzi

Pubblicato 26.08.2021, 14:32
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 26 agosto 2021

I prezzi del greggio sono finalmente saliti all’inizio della settimana, interrompendo sette giorni di calo. Tuttavia, i prezzi sono stati volatili negli scambi intraday e sembrano stare reagendo all’incertezza per le notizie sul coronavirus, che cambiano frequentemente.

Crude Oil WTI Weekly Chart

Grafico settimanale greggio WTI

Ma il COVID-19 non è l’unico fattore che al momento sta influenzando i prezzi. E, mentre sembriamo avviarci verso un periodo volatile, ecco sei eventi di cui i trader dovrebbero essere consapevoli e che potrebbero influire anche sulla stabilità del prezzo sul breve termine.

1. Periodo di manutenzione delle raffinerie

A luglio, l’India ha effettuato la manutenzione sulle raffinerie, con importazioni di greggio inferiori alla media. La manutenzione delle raffinerie indiane a luglio coincide con la stagione dei monsoni nella maggior parte del paese, quando la domanda di prodotti petroliferi è minore.

I dati mostrano che le importazioni petrolifere indiane a luglio sono state le più basse in un anno, persino inferiori a quando l’India ha affrontato un’ondata di contagi nella primavera del 2021. L’India è il terzo maggiore consumatore di greggio ed importa tutte le sue scorte. Inoltre, probabilmente vedrà una forte crescita dei consumi petroliferi nei prossimi anni. Di conseguenza, è importante comprendere questi trend prevedibili e noti della domanda indiana.

Negli Stati Uniti, il maggiore consumatore mondiale di greggio, le raffinerie entrano in manutenzione in autunno, a settembre ed ottobre. In generale, possiamo aspettarci di vedere un calo della domanda di greggio. Possiamo prevedere un aumento delle scorte in questo periodo. Vale la pena notare che le scorte di greggio USA al momento sono inferiori alla media quinquennale. I dati dell’EIA a settembre e ottobre dovrebbero rispecchiare un lieve aumento delle scorte.

2. Vendita delle riserve strategiche di petrolio USA

Il Dipartimento per l’Energia USA venderà 20 milioni di barili di greggio delle riserve strategiche di petrolio (SPR). Le raffinerie dovranno mandare le richieste entro il 31 agosto e i contratti saranno assegnati il 13 settembre. Il greggio acquistato sarà poi consegnato il 1° ottobre ed il 15 dicembre.

È importante notare che questa vendita non ha niente a che fare con le attuali condizioni del mercato petrolifero e che era pianificata da tempo. È prevista infatti dai Bipartisan Budgets Acts del 2015 e del 2018. La vendita è finalizzata ad ottenere entrate per il governo federale e a liberare spazio nelle SPR in modo da poter effettuare dei lavori di manutenzione.

I trader dovrebbero prepararsi a vedere questo greggio in arrivo sul mercato statunitense nel quarto trimestre dell’anno ed è probabile che le scorte aggiunte abbiano un impatto sui dati settimanali dell’EIA nelle settimane di consegna. Probabilmente contribuirà anche a far scendere i prezzi della benzina negli Stati Uniti, sebbene la vendita non fosse intesa a produrre questo risultato quando è stata autorizzata.

3. Riparte il programma federale di affitti di greggio e gas

La scorsa settimana ho scritto che una causa intentata dall’API e da numerosi altri gruppi del settore aveva spinto il governo Biden a mettere ufficialmente fine alla moratoria sui nuovi contratti di affitto per le trivellazioni di greggio e gas sui terreni federali. Tuttavia, non era ancora in programma l’effettiva concessione degli affitti.

Ora, invece, il Dipartimento degli Interni ha annunciato che pubblicherà un bando ufficiale a settembre per ripianificare un’asta di affitti per i contratti offshore nel Golfo del Messico. Il Bureau of Land Management pubblicherà inoltre un elenco di appezzamenti, per la potenziale vendita, per la trivellazione di greggio e gas entro la prossima settimana. I bandi saranno annunciati a dicembre.

La decisione arriva in un momento in cui i produttori petroliferi statunitensi sono molto restii ad aumentare la produzione. La maggior parte delle compagnie si tengono strette i contanti, per pagare i debiti, aumentare i dividendi o espandersi acquistando altre società. Parte dell’esitazione a trivellare di più, anche in periodi in cui i prezzi supportano un aumento della produzione, è dovuta all’incertezza normativa del governo Biden circa le politiche di greggio e gas.

Se la risposta a queste vendite sarà robusta, indicherà che le società hanno il capitale per espandere la trivellazione e sono più ottimiste circa il contesto normativo riguardante greggio e gas negli Stati Uniti. Sarebbe un segnale del fatto che possiamo aspettarci di vedere una ripresa più vigorosa della produzione petrolifera statunitense nei prossimi mesi ed anni.

Tuttavia, se la risposta dovesse essere tiepida, indicherebbe che i produttori petroliferi sono ancora preoccupati per le intenzioni del governo Biden circa la produzione di greggio e gas e che possiamo aspettarci che la produzione negli Stati Uniti resti stagnante.

4. Calo della domanda asiatica di carburante per aerei

Secondo Rystad Energy, la domanda di carburante per aerei ad agosto da parte dell’Asia è crollata al di sotto dei livelli europei per la prima volta dal luglio 2010. Nel gennaio 2020, la domanda asiatica era il 50% superiore a quella europea. È preoccupante per il mercato globale, perché indica che l’Asia non è fuori dai guai per quanto riguarda la domanda petrolifera.

I prezzi del greggio sono saliti ieri in parte per via dell’idea che i problemi legati al coronavirus in Cina siano in fase di risoluzione. Tuttavia, il calo della domanda di carburante per aerei in Asia indica che la regione ha ancora problemi con la domanda petrolifera, che potrebbero o meno essere direttamente collegati al coronavirus.

5. Attività tropicale nel Golfo del Messico

Secondo le previsioni meteo, è probabile che si formi una tempesta tropicale nel Golfo del Messico questo weekend. È ancora presto per sapere se la tempesta possa colpire la costa del Golfo della Louisiana e del Texas, piena di infrastrutture petrolifere, ma le previsioni a lungo termine indicano che potrebbe colpire aree dove si trovano importanti raffinerie e/o infrastrutture di importazione ed esportazione.

I trader dovrebbero anche considerare la possibilità che le piattaforme di greggio e gas offshore potrebbero essere chiuse ed evacuate se la tempesta dovesse raggiungere quella zona del Golfo la prossima settimana o più in là.

6. Incendio sulla piattaforma petrolifera Pemex

Un incendio su una piattaforma petrolifera offshore della compagnia petrolifera nazionale messicana Petroleos Mexicanos (Pemex) lo scorso weekend ha comportato la sospensione di 125 pozzi e 421.000 barili al giorno di produzione. La produzione è stata aumentata in altri giacimenti, ma ad ogni modo la produzione Pemex è crollata del 25%. Finora, sono stati riportati in attività 71.000 barili al giorno di produzione ed altri 110.000 barili al giorno torneranno nei prossimi 3 giorni. Tuttavia, Pemex non si aspetta di tornare alla piena produzione di 421.000 barili al giorno prima del 30 agosto.

I prezzi del greggio di tipo pesante ad alto contenuto di zolfo scambiati negli USA sono di conseguenza saliti. La Costa del Golfo USA è il principale acquirente di questo tipo di greggio dal Messico. Le raffinerie stanno cercando di comprarlo altrove e i prezzi del Western Canadian Select (WCS), un greggio simile prodotto ad Alberta, sono di conseguenza saliti. Tuttavia, è difficile e costoso trasportare il WCS alle raffinerie della Costa del Golfo, soprattutto da quando è stata cancellata la costruzione dell’oleodotto Keystone XL.

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