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I 5 maggiori eventi del 2017 sul mercato del greggio (e le previsioni per il 2018)

Pubblicato 27.12.2017, 10:43

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 27.12.2017

In questo ultimo articolo del 2017, ricorderemo alcuni dei principali eventi dell’anno per il mercato degli energetici e proveremo a capire cosa aspettarci nel 2018.

1. Senza dubbio, l’evento più importante del 2017è stato l’aumento del prezzo del greggio. Analisti e osservatori dei mercati non si trovano d’accordo su cosa possa esserci dietro all’impennata del riferimento WTI dal minimo di 44 dollari al barile nell’estate 2017 al massimo di quasi 60 dollari al barile a dicembre. Tuttavia, tra i fattori che hanno contribuito troviamo: i tagli alla produzione OPEC; la stabile crescita della domanda globale; la vacillante produzione da parte dell’ex gigante del greggio, il Venezuela; le interruzioni alla produzione e alla distribuzione causate dagli uragani nel sud-est degli Stati Uniti; la chiusura degli oleodotti nel nord degli Stati Uniti, in Libia e nel Mare del Nord.

Il mercato del greggio probabilmente resterà volatile nel 2018. Persiste un eccesso di greggio e la domanda da parte di paesi come Cina e Stati Uniti è ancora essenziale per impedire ai prezzi di crollare. Probabilmente continueremo a vedere eventi relativamente minori che avranno un impatto significativo sul mercato del greggio.

2. La notizia più importante per i titoli petroliferi quest’anno è stata sicuramente ladecisione di Royal Dutch Shelldi vendere circa 30 miliardi di dollari di asset della produzione e di concentrare le attività future sulla produzione dei derivati piuttosto che sulle trivellazioni. Nell’anno in corso, Shell (NYSE:RDSa) ha venduto o ha cercato di vendere 587 milioni di dollari di asset in Gabon, 1,23 milioni di dollari di asset del gas in Irlanda, 500 milioni di dollari di asset del gas in Tunisia e un miliardo di dollari di asset in Nuova Zelanda. Parte di questa strategia di cessione deriva dalla necessità di eliminare gli “asset non strategici” dal bilancio di Shell. Tuttavia, l’Amministratore Delegato di Shell ha spiegato il cambiamento come una risposta alla crescita del mercato dei veicoli elettrici ed alle previsioni di un “picco della domanda di greggio”.

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La decisione di Shell di investire meno nello sviluppo di asset nella produzione è emblematica di una diversa presa di posizione tra le principali compagnie petrolifere che persisterà nel 2018. Alcune compagnie petrolifere (compresa Shell) stanno investendo meno nello sviluppo di asset e più nel cercare profitto nel settore petrolchimico, delle rinnovabili o della raffinazione. Altre compagnie, in particolare compagnie nazionali come Aramco, stanno continuando o espandendo gli investimenti nello sviluppo di asset nella produzione. I colossi che scelgono di vendere gli asset della produzione vedranno un aumento dei prezzi dei titoli a breve termine. Tuttavia, non è chiaro se gli asset dei derivati e delle rinnovabili renderanno il tipo di profitti che queste compagnie hanno di solito avuto con la produzione e la vendita di greggio nei periodi di prezzi alti. Dobbiamo aspettarci un aumento della differenza nella presa di posizione nel 2018.

3. I veicoli elettrici sono stati sotto i riflettori quest’anno. Molti paesi hanno emesso mandati finalizzati a diminuire la vendita dei tradizionali veicoli a benzina spingendo la popolazione ad acquistare veicoli elettrici. Le principali case automobilistiche come Volvo (OTC:VLVLY) e Toyota (NYSE:TM) si stanno impegnando nella produzione di nuovi modelli di auto elettriche. Allo stesso tempo, la compagnia di veicoli elettrici Tesla (NASDAQ:TSLA) sta incontrando degli ostacoli nel lancio della sua Model 3, “l’auto elettrica per le masse”.

Nonostante le previsioni ottimiste che mostrano un tasso maggiore di adozione di veicoli elettrici, il futuro delle auto elettriche è incerto. Stanno già sorgendo problemi con il mandato sulle auto elettriche in India ed i consumatori stanno scoprendo i costi sociali ed ambientali dell’estrazione del litio e dello smaltimento delle batterie. A meno di una svolta tecnologica significativa, molti acquirenti di auto nel 2018 scopriranno che i veicoli elettrici non valgono il loro costo.

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4. Il divieto sulle esportazioni di greggio USA è stato eliminato alla fine del2015, ma ci è voluto fino al 2017per vedere un evidente aumento delle esportazioni di greggio statunitensi. Ad ottobre, gli Stati Uniti hanno esportato circa 2 milioni di barili al giorno, una quantità persino maggiore di quella prodotta dal Venezuela nello stesso mese. Il mercato delle esportazioni USA può ancora crescere all’interno della sua infrastruttura esistente. Guardando al 2018, le esportazioni di greggio USA potrebbero contribuire a diminuire lo squilibrio commerciale americano con la Cina. A novembre, per esempio, gli Stati Uniti hanno esportato la quantità record di 289.000 barili al giorno in Cina. La cifra rappresenta solo una piccola frazione dei 9 milioni di barili al giorno che la Cina ha importato in quel mese, ma i produttori petroliferi statunitensi possono espandersi.

5. La produzione di greggio in Venezuelaha continuato a scendere nel 2017fino al punto da non poter più produrre greggio sufficiente a soddisfare il consumo nazionale, figuriamoci i clienti esteri. I problemi con il settore petrolifero venezuelano si sono accumulati negli ultimi anni, ma il 2018 potrebbe rappresentare il punto di svolta. Se il Venezuela dovesse essere inadempiente ai pagamenti del prestito, la PDVSA, la compagnia petrolifera nazionale, potrebbe essere inadempiente nei confronti dei suoi creditori. Uno dei suoi creditori è il colosso petrolifero russo Rosneft (OTC:OJSCY). D’altra parte, una rivoluzione o un colpo di stato in Venezuela potrebbe deporre il Presidente Nicholas Maduro ed il nuovo governo potrebbe cambiare completamente il settore petrolifero del paese.

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Aspettiamoci che questi ed altri eventi influenzino il mercato del greggio nel 2018. Buon anno!

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