Ogni pubblicazione dei dati sull’inflazione di questi tempi sembra un presagio di sventura per l’oro e il dato sull’indice IPC USA, atteso per oggi, non fa eccezione.
Con una lettura stimata leggermente più bassa rispetto al mese scorso (una crescita annua del 5,3% per agosto rispetto al 5,4% di luglio), l’indice sui prezzi al consumo di per sé non si preannuncia una catastrofe per l’oro.
Tuttavia, se il dollaro e i rendimenti dei Treasury USA dovessero iniziare a salire sulla scia del dato, insieme all’idea che la Federal Reserve potrebbe ancora ridimensionare il suo generoso stimolo nonostante l’irregolare ripresa dell’occupazione dalla pandemia, allora l’oro potrebbe uscirne a pezzi.
L’oro sarà la “maggiore vittima” del dato IPC?
L’inflazione nei paesi sudamericani è ai massimi pluriennali, con il Brasile che registra una crescita annua del 9%, il massimo dal 2016; il Messico del 5,8%, il massimo da fine 2017; il Perù del 5%, picco dal 2009, ed il Cile del 4,5%, la più alta dal 2016.
Il contratto di dicembre dell’oro sul COMEX a New York oscillava a poco meno di 1.793 dollari negli scambi asiatici di questa mattina, pressoché invariato rispetto alla seduta precedente, quando si era attestato in salita di 2,30 dollari, o dello 0,1%, a 1.794,40 dollari dopo essersi mosso in un range di 5 dollari tra 1.800,05 e 1.785,10 dollari.
Neanche l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro sei principali valute, si è mosso di molto, attestandosi a 92,59. Il rendimento dei Titoli del Tesoro USA a 10 anni, di riferimento, sale dello 0,7% sulla giornata.
L’oro per dicembre è sceso del 2,3% la scorsa settimana, segnando il maggiore calo dalla settimana nel 29 luglio e il primo calo settimanale dopo 5 settimane di euforia per le posizioni long. Il report sull’occupazione di agosto ha avuto un ruolo importante in tutto ciò.
Si riaccendono le speculazioni sul tapering della Fed nonostante il report sull’occupazione deludente
La speculazione sulla pressione esercitata dall’inflazione è partita dai dati USA che hanno mostrato un aumento dei prezzi alla produzione in salita dell’8,3% ad agosto, il maggiore aumento degli ultimi 10 anni.
Finché non sono stati pubblicati i dati sull’IPP, il tapering è sembrato più lontano in quanto il report sull’occupazione di agosto ha rivelato dati inferiori del 70% rispetto agli obiettivi degli analisti.
Con la Fed che si avvia ad entrare nel blackout period in vista del vertice del 21 e 22 settembre, i dati IPC di agosto saranno sorvegliati speciali.
Il motivo per cui la Fed dovrebbe ridurre lo stimolo ed alzare i tassi di interesse è stato dibattuto negli ultimi mesi in quanto la ripresa economica va in conflitto con la diffusione della variante Delta.
L’inflazione sta superando la crescita USA
Il problema della Fed, tuttavia, è l’inflazione, che sta superando la crescita economica.
L’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, l’indice PCE core, che esclude i prezzi volatili di alimenti ed energia, è salito del 3,6% sull’anno a luglio, il massimo dal 1991. L’indice PCE, che comprende energetici ed alimentari, è salito del 4,2% su base annua.
L’obiettivo di inflazione della Fed è del 2% all’anno.
Quindi: dove potrebbe dirigersi l’oro dopo i dati sull’indice IPC?
Grafico gentilmente fornito da SK Charting
Secondo Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di SK Charting, a Kolkata, India, l’azione di prezzo dell’oro negli ultimi tre mesi ha stabilito un forte muro di resistenza a 1.835 dollari.
Dixit spiega che il calo dell’oro spot questa settimana a 1.792 dollari, con una chiusura giornaliera a 1.794 dollari, al di sotto del supporto critico di 1.797 dollari, coincide con la Banda di Bollinger media sul grafico giornaliero, con la media mobile esponenziale su 50 sul grafico settimanale e con il ritracciamento di Fibonacci del 50% misurato al minimo del marzo 2021 di 1.678 dollari ed al picco del maggio 2021 di 1.916 dollari.
Nel caso in cui l’oro dovesse restare sopra i 1.797 dollari, il prossimo test sarebbe la EMA su 5 settimane di 1.803 dollari e la EMA su 5 giorni di 1.805 dollari. Potrebbe anche rivendicare la SMA su 100 giorni di 1.815 dollari, che rappresenterebbe un punto di accelerazione per il livello di Fibonacci del 38,2% di 1.825 dollari.L’indice RSI stocastico sul grafico giornaliero si attesta a 35/62, con un accavallamento ribassista, che segnala un’ulteriore mossa in discesa.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.