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I dati IPC deboli fanno arretrare il dollaro, non la Fed

Pubblicato 12.08.2021, 10:37
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 11 agosto 2021

 Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Il dollaro USA è sceso contro tutte le principali controparti dopo che il report sull’inflazione USA ha mostrato un rallentamento dei prezzi nel mese di luglio. L’inflazione è salita solo dello 0,5%, dallo 0,9% del mese precedente, ma l’aumento dei prezzi core è stato più debole del previsto. Nell’articolo di ieri abbiamo sottolineato il recente calo dei prezzi di legname e auto usate come ragioni per cui i trader dovrebbero aspettarsi un calo delle pressioni inflazionarie. Sebbene questo rallentamento sia stato previsto, gli investitori hanno avuto una forte reazione al report. Gli USA hanno toccato dei massimi storici, i rendimenti dei Treasury sono scesi e le valute, come euro e dollaro neozelandese sono schizzate contro il biglietto verde.

Ciò che è interessante della reazione di oggi è che l’inflazione non si sta fermando. I prezzi hanno continuato a salire dal mese precedente e su base annua, l’IPC è rimasto invariato al 5,4% (era previsto un rallentamento al 5,3%). Dunque, mentre la Federal Reserve è sollevata dal fatto che l’inflazione non sia salita più rapidamente, l’aumento continuo dell’IPC mette la banca centrale sulla strada di un annuncio di una riduzione nelle prossime sei settimane. Con le azioni scambiate ai massimi storici, la banca centrale può permettersi di segnalare prima un cambiamento. I presidenti della Fed sono divisi sulla tempistica, ma la maggior parte crede che siano necessarie delle variazioni alla politica nel breve termine. La presidente della Fed Esther George crede che sia giunto il momento, mentre il Presidente della Fed Robert Kaplan crede che si possa aspettare fino a settembre per parlare di un cambiamento a ottobre.

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Per tutte queste ragioni, il calo del dollaro statunitense oggi può essere definito modesto, il che è coerente con il calo inferiore all’1,5% dei rendimento dei decennali . Il dollaro neozelandese e quello australiano hanno beneficiato maggiormente della debolezza del dollaro statunitense e del rally del rischio. La resilienza del AUD è sorprendente mentre il governo che estende i lockdown a Sydney e Melbourne dopo che il numero di nuovi casi di COVID-19 a Sydney ha raggiunto un nuovo record. Le restrizioni rimarranno in vigore fino a settembre mentre inizialmente la conclusione del lockdown era stata fissata al 28 agosto. Melbourne rimarrà in lockdown a fino al 19 agosto, ma è probabile che anche questa data venga spostata in avanti. Non ci sorprende che la fiducia dei consumatori sia scesa di pari passo con quella delle imprese. L’unica spiegazione per il rally dell’AUD, a parte la debolezza del dollaro, è la prospettiva di una forte ripresa. La Reserve Bank ha espresso la sua fiducia nella ripresa all’inizio di questo mese e, data la traiettoria di altre economie, ci sono molte ragioni che sostengono le previsioni positive.

La sterlina sarà al centro dell’attenzione domani, in attesa dei dati sul PIL del secondo trimestre. Considerando la prospettiva di dati molto forti, la sterlina è stata scambiata in maniera decisamente più contenuta del previsto. Le restrizioni sono state allentate quando i tassi di vaccinazione sono aumentati nel secondo trimestre. Il rapporto di domani dovrebbe mostrare una forte ripresa che dovrebbe riaccendere discussioni su una riduzione degli acquisti parte della Banca d’Inghilterra e far salire il cambio GBP/USD.

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