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I mercati attendono il rally dell’USD, BdP giapponese ai massimi

Pubblicato 13.05.2015, 13:55

Forex News and Events

”Rapporto NFP rose e fiori”, davvero?

Dopo che l’inverno rigido e lo sciopero dei porti sono stati indicati fra i fattori temporanei che hanno causato quasi una stagnazione dell’economia USA nel primo trimestre (il PIL nel T1 è cresciuto solo dello 0,2% t/t), circostanza che ha convinto la Fed a posticipare il primo rialzo del tasso, gli operatori attendono le prime buone notizie per far ripartire il rally del dollaro. Purtroppo anche i dati di aprile sono stati deludenti, le buste paga non agricole si sono attestate a 223 mila unità a fronte delle 228 mila previste e il dato precedente è stato rivisto al ribasso, a 85 mila unità (!) dalle 126 mila del dato preliminare. A sorpresa, gran parte degli analisti ha definito i dati una “buona” notizia, adducendo che il rallentamento è temporaneo e che le cifre sostengono le previsioni che la Fed si accinge ad alzare i tassi. Gli operatori, però, non ci hanno creduto; dalla pubblicazione del dato, l’EUR/USD si muove lateralmente, il dollaro ha addirittura ceduto terreno contro 9 delle valute del G10. Pretendere che si tratti di una buona notizia non basta, i mercati vogliono vedere miglioramenti tangibili.

Continuiamo a ritenere che l’economia USA si riprenderà lentamente, con un’accelerazione significativa nel terzo trimestre che spingerà al rialzo il dollaro. Nel breve-medio termine, gli operatori sono ansiosi di cavalcare l’imminente rally del dollaro. Quindi, la pubblicazione di una serie di “vere” notizie positive farà ripartire l’apprezzamento dell’USD. La diffusione dei dati economici USA continuerà oggi pomeriggio con le cifre di aprile su vendite al dettaglio e richieste di mutui; domani saranno diffusi l’IPP e le richieste iniziali di disoccupazione di aprile, venerdì seguiranno il dato sulla produzione industriale, l’indice Empire sul manifatturiero e quello sul sentiment dell’università del Michigan.

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Il debito del Giappone non è ancora troppo grande per fallire (di Yann Quelenn)

Nel corso dell’ultimo anno il Giappone ha aumentato l’IVA dal 5% all’8%, nel tentativo di controllare il debito; nel paese il rapporto debito/PIL è stratosferico – il più alto al mondo – pari al 227,2%. A fine aprile, il Giappone non ha aumentato di nuovo l’imposta sulle vendite ed ha subito il declassamento dell’agenzia di rating Fitch, da A+ ad A per colpa di quelli che abbiamo discretamente chiamato timori legati al debito. Inoltre, il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Kuroda ha riconosciuto che aumentare le tasse sui consumi ha avuto un effetto negativo sull’economia in generale, con un impatto diretto sul potere d’acquisto delle famiglie. Prevediamo, però, che la BoJ aumenterà di nuovo l’IVA per spingere le previsioni sull’inflazione, nonostante le conseguenze negative sull’economia giapponese. Alla BoJ ora non restano altre opzioni, se non quella di puntare di più sulla freccia fiscale dell’Abeconomia.

In termini statistici, nel primo trimestre il PIL giapponese è cresciuto moderatamente, dell’1,6%, mentre l’obiettivo per l’inflazione è stato fissato al 2%. Oggi la bilancia dei pagamenti (BdP) ha superato le previsioni, attestandosi a 2,8 mila miliardi di yen rispetto ai 2 mila miliardi stimati. Il surplus delle partite correnti giapponese è ai massimi da 7 anni. Il surplus beneficia dei bassi prezzi del petrolio, che fanno scendere le importazioni, e del JPY molto debole che ha stimolato le esportazioni. Dopo il disastro di Fukushima del 2011, il Giappone ha fatto maggiore affidamento sulle importazioni di energia perché i reattori nucleari sono stati chiusi sistematicamente. Finora, quindi, il calo dei prezzi del petrolio ha avuto un effetto positivo sulla bilancia dei pagamenti. Chiaramente, la strategia del primo ministro Abe, che ha deliberatamente svalutato lo yen, ha funzionato bene per il Giappone, incentivando la crescita delle esportazioni. Prevediamo che il Nikkei trarrà ulteriore vantaggio da questo surplus guidato dalle esportazioni e l’azionario rimarrà su livelli discreti, anche se le preoccupazioni per la deflazione nel paese sono tutt’altro che svanite.

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L’USD/JPY viene scambiato fra 119,00 e 120,50. Probabilmente si mirerà a una resistenza a 120,50.

The Risk Today

Peter Rosenstreich

EURUSD L’EUR/USD ha infranto il supporto a 1,1334e a 1,1287, a conferma delle persistenti pressioni di vendita. Supporti orari possono essere trovati a 1,1131 (minimo 11/05/2015) e a 1,067 (minimo 30/04/2015). Resistenza oraria è ora pari a 1,1250 (massimo 12/02/2015). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico dal 2010 al 2014 favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, riteniamo che il recente movimento laterale costituisca una pausa all’interno di un trend discendente di fondo. Supporti chiave possono essere trovati a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico). Una violazione al rialzo suggerirebbe un test della resistenza a 1,1534 (massimo di reazione 03/02/2015).

GBPUSD La coppia GBP/USDsi è mosso oltre la resistenza a 1,5490 (massimo 29/04/2015) e a 1,5619 (MM a 200 gg.). Le prossime resistenze si trovano a 1,5826 (massimo di reazione 27/11/2014). Il supporto orariopuò essere collocato a 1,5663 (minimo intragiornaliero) e a 1,5552 (05/012/2015 basso e vecchia resistenza del 26/02/2015). A più lungo termine, la struttura tecnica si presenta come un fondo di recupero, cui massimo potenziale di rialzo è dato dalla forte resistenza a 1,6189 (Entrancement Fino al 61%). L'attuale consolidamento verso l'alto suggerisce un interesse all'acquistopersistente a medio termine finché reggerà il supporto a 1,5380.

USDJPY L’USD/JPYpermane debole finché i prezzi rimarranno al di sotto della resistenza chiave a 120,10/20 (linea di tendenza discendete). Un supporto orario è pari a 119,20 (massimo 29/04/2015 e minimo intragiornaliero), poi a 118,53. Un'altra resistenza è data dal recente massimo a 120,50, poi a 120,84 (massimo 13/04/2015). Propendiamo per un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015), mentre una resistenza chiave giace a 121,85 (vedasi anche il canale discendente di lungo termine).

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USDCHF L’USD/CHFindietreggia dopo la violazione della resistenza a 0,9413 (massimo 30/04/2015). Un supporto inferiore può essere situato a 0,9215 (minimo 12/05/2015) e a 0,9073 (minimo 07/05/2015). Un'altra resistenza può essere osservata a 0,9414 (massimo 05/05/2015). In una prospettiva di lungo termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine dell’attuale tendenza ribassista.Dopo la mancata violazioneoltre 0,9448, il trend rialzista si ripristina. Di conseguenza, l'attuale debolezza è vista come un movimento in controtendenza. Il supporto chiave si trova 0,8986 (minimo30/01/2015).

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